Patria
In
Europa nel corso della seconda metà del ‘900 sono state combattute due guerre
di cui si è parlato pochissimo, al di fuori dei confini nazionali interessati:
la guerra in Nord Irlanda e la guerra per l’indipendenza dei Paesi Baschi.
Se
riguardo la prima, passati i troubles, si è iniziato ad alzare il velo, anche
grazie alla cultura pop (leggi U2 / film su Bobby Sands e la Bloody Sunday),
riguardo la guerra tra ETA e Stato spagnolo si sa pochissimo.
Si
sa poco delle rivendicazioni del popolo basco, oppresso per anni dalla
dittatura franchista (ma non solo) e si sa poco delle vittime e del clima di
vero terrore che si respirava in alcune parti della Spagna, soprattutto nel
corso degli anni ’80.
E
ricordo me, pochi anni fa, alla festa dell’Aste Nagusia (la Semana Grande)
proprio a Bilbao, un clima di gioia e di festa, senza più ombre ma solo con la
gioia e l’orgoglio dell’essere baschi.
Nel
2011 è stato proclamato dall’ETA un “cessate il fuoco permanente”. Da qui parte
il romanzo di Aramburu. Un cessate il fuoco, una dichiarazione di pace, che
certo non è passata senza lasciare traccia nella società spagnola.
Siamo
nei Paesi Baschi, a San Sebastian e iniziamo a conoscere i personaggi che ci
porteranno nei meandri di una guerra anche fratricida e dei dolori che ha
provocato (e che ancora provoca).
Due
famiglie, un paesino nell’entroterra di Donostia, amici da sempre. La taverna,
il sferisterio, il club della bici. Due amiche, madri/mogli. Due amici,
padri/mariti, uno metalmeccanico, l’altro imprenditore di una ditta di
trasporti. I figli. Due per una coppia, tre per l’altra.
La
politica che si affaccia nelle loro vite attraverso i figli. Giovani, cresciuti
negli anni ’80, un momento di rivendicazioni, transizione, un terremoto per la
Spagna sotto molti punti di vista: era finita la dittatura, si iniziava ad affacciarsi davvero al mondo a prendere coscienza di se stessi. Per i Paesi Baschi ha voluto dire
soprattutto schierarsi: o con me o contro di me. Per Euskal Herria o contro. E
se non passavi alla taverna venivi guardato male, se frequentavi ragazzi
spagnoli/non baschi poteva essere un problema.
L’ETA
che inizia ad organizzarsi, la lotta armata che affascina, i ricatti agli
imprenditori, il pizzo.
E
piano piano le due famiglie si trovano agli opposti.
Finiscono
amicizie, poi finiscono vite.
Un
buco enorme attraversa le due famiglie, l’attentato al Txato (l’imprenditore) a
seguito di mesi di ricatti e minacce. E il paese tutto schierato contro di lui, anche i suoi amici di sempre.
Due
fronti opposti, due famiglie lacerate. Due famiglie che vivranno in maniera
molto diversa il cessate il fuoco. Che vivono in maniera differente ogni
singolo avvenimento.
Il
libro ci mostra ogni punto di vista, spazia da Joxe Mari (militante dell'ETA) ad Aratxa (contro la lotta armata, isolata, malata), da Nera (prima simpatizzante, poi le ammazzano il padre e tutto cambia) a
Bittori, da Miren a Gorka (sostenitore di una lotta pacifica, scrive in basco, conduce programmi alla radio in basco, fa il suo ma rifiuta la lotta armata). Una visione a 360° di un periodo difficile per
cercare di spiegarlo, raccontarlo al mondo.
Le
tragedie segnano e impostano la vita lungo certi canali. La famiglia si stringe
attorno a se stessa ma a volte soffoca, a volte non lascia spazio a visioni
differenti. A volte fa giri di piroetta su se stessa per proteggere un suo membro.
E
la famiglia allargata, il paese, agisce come un tutt’uno e può isolare o
proteggere, aiutare o spingere giù dal bordo del precipizio.
Un
romanzo non facile, non semplice far passare le sue pagine. Non semplice
cambiare punto di vista, cercare di immedesimarsi con i carnefici e poi con la
vittima. Però ci si ritrova così, a capire che la vita è fatta soprattutto di
grigi, per quanto noi cerchiamo sempre di semplificarla in bianchi e neri.
E
quando la vita ti pone davanti delle scelte non sempre è facile fare quello che
riteniamo giusto a “bocce ferme”; quello che pensiamo essere la nostra ferma
convinzione a volte poi vacilla, messa davanti alla vita stessa.
Uno
degli insegnamenti che traspaiono da questo libro è che le cose peggiori una
società le tira fuori con la complicità di tutti. E sono soprattutto quelli che
voltano la testa dall’altra parte, quelli che seguono la massa per paura,
ignavia, ignoranza. Perché se uno solo nella società si ribella sarà un
bersaglio facile, ma se ci ribelliamo tutti sarà difficile colpirci e la forza
dei “cattivi” sarà ridotta a zero. Perché la forza del lato peggiore sta
proprio in chi si gira dall’altra parte. In chi sostiene senza sostenere.
Qui
si parla di Paesi Baschi/Spagna ed ETA, ma la cosa la si può allargare a molti
altri luoghi/conflitti.
Patria - F. Aramburu
Ed. Guanda
P. 622 - Euro 19,00
Adatto a chi: ama la Spagna e vuole conoscerne una storia poco raccontata. Ama le saghe famigliari e i romanzi intensi.
e io, povera vecchia, ci ho visto e sentito gli orrori che c'erano attorno a me ragazzina e ho se ntito piu' forte la paura per voi oggi...non ci posso far niente, non riesco a non pensare che qualcuno vuole far tornare l'orrore.....scusa, ti voglio bene, seila mia appendice non posso non temere per te e per riki
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