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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Wrocław: qualche indirizzo interessante a Breslavia!

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Wrocław ( qui trovi la mia panoramica sulle cose da vedere in città! ) è una città ricca di locali, ristoranti e caffè. Essendo anche molto economica per noi, grazie ad un cambio molto favorevole, è possibile godersela senza fare conti eccessivi. Qui vi voglio parlare di alcuni luoghi che meritano un passaggio mentre siete in città, per dormire, mangiare o bere una birra. DORMIRE Vi consiglio caldamente l'ostello dove abbiamo alloggiato noi: HART - Hostel&Art. In piena Nadodrze, una zona a pochi passi dall'università, in pieno sviluppo, abitata da giovani e con qualche buona opera di street art in giro (in ostello hanno un mappa della zona per conoscerla al meglio!). L'ostello è molto più di un semplice ostello, ospita infatti esposizioni d'arte, eventi  e conferenze. Ogni stanza è stata pensata e realizzata da un artista differente, nella nostra sembrava di essere circondati dalle nuvole. Per tre notti abbiamo speso (con bagno in comune con altre due stanze

Breslavia: tra gnomi e pierogi alla scoperta di una giovane fenice

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La città di Breslavia (Wrocław in polacco) ruota attorno a Rynek , la piazza principale e una delle più grandi d'Europa. A mio avviso è anche una delle più belle, quadrata, piena di palazzi bellissimi e riccamente rifiniti, con al centro il vecchio municipio. Ci si starebbe ore e ore, osservando continuamente particolari differenti. Ma Breslavia è molto più di questo. Breslavia è palazzi ex regime sovietico sgarrupati , bei palazzi liberty da sistemare, accanto a facciate splendide, restaurate da poco. Mi ricorda un mix di città: Stoccolma per il suo lato nordico indiscusso, che si ritrova pienamente a Plac Solny, Dresda per la sua capacità di ricostruirsi e la sua rinascita in questi ultimi anni e Lipsia per il carattere mai domo, ribelle, e il mix di bello e sgarrupato che si vive tra le sue strade. Wrocław è una città giovane, e il suo cuore pulsante è l' università , fondata nel 1702. L'aula Lepoldina ne è la regina indiscussa, una grande opera di ricostru

Il libro degli specchi

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La morte di un rinomato professore, nel 1987 a Princeton, è rimasta irrisolta. Avvolta nel mistero. E la vita di molte persone che ruotavano attorno al professore è cambiata dal quel giorno di dicembre. Cosa è davvero successo è ancora un mistero che però potrebbe essere risolto da un libro scritto da uno dei protagonisti: Richard Flynn. Allora studente, era stato uno dei principali sospettati all'epoca. Ma non c'erano state prove a sufficienza (e aveva superato il boligrafo). Peter Katz riceve il primo capitolo del manoscritto e decide che vuole pubblicare la storia, ma Richard Flynn muore prima di riuscire a consegnare il libro, che non si trova. Da qui partono le indagini che Peter affida a John Keller, un suo amico di vecchia data. E da qui partono le molte versioni di ciò che è realmente accaduto quella sera. Ognuno smentisce l'altra e ognuna pare credibile. Un giallo scritto su più livelli e ambientazioni che non smette di offrire colpi di scena e nuove prosp

Mondo senza fine

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Ed ecco tra le mani compare un tomo di 1.300 pagine. Lo guardi e un po' ti spaventa. Poi inizi le prime pagine e già sei triste all'idea che prima o poi finirai di camminare per Kingsbridge in comapgnia di Caris e Merthin.. In un certo senso è il seguito de "I pilastri della terra", ma la storia si svolge circa 200 anni dopo e i personaggi sono dei pronipoti di quelli conosciuti in precedenza. I problemi però sono più o meno sempre quelli, la lotta tra il priorato e i cittadini, il potere mal esercitato dai padroni sui contadini e il tentativo di emancipazione delle persone nella società. Come i pilastri della terra il libro è attualissimo , pur essendo ambientato nel '300 (e questo dovrebbe dirci molte cose). In questo caso uno dei temi centrali è il ruolo della donna , nella società e nella famiglia. I problemi delle donne, il loro tentativo di affrancarsi dal gioco maschile e la loro indubbia capacità di mandare avanti la famiglia (e la città) in momenti d

Portare l'Alto Adige in un piatto

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Una delle cose che ricorderò con più piacere della settimana passata a San Candido sarà di certo il risotto al pino mugo assaggiato al Miramonti , una meraviglia assoluta. Delicatezza e gusto. Così, una volta a casa, non trovando gli ingredienti necessari per riproporlo ho cercato di ricreare quella delicatezza per riportarmi alla mente quel ricordo. E così, via con un delizioso risotto ai porri mantecato al formaggio di San Candido (o Innichner). La ricetta è semplice: si fanno rosolare due porri insieme a un po' di cipolla, un cucchiaio di olio e una noce di burro. Poi si aggiunge il riso (due pugni a testa più uno per la pentola) e lo si fa tostare. Si sfuma con un buon vino bianco secco, e poi si continua la cottura con un bel brodo vegetale a cui ho aggiunto due croste di grana padano. Io avevo anche un po' di Kaminwurst e ne ho aggiunto due fettine tagliate in quattro al soffritto. A cottura ultimata, ho mantecato con l'Innichner e un po' di burro.