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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

L'hotel dei cuori infranti

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La capacità britannica di raccontare la banalità della vita quotidiana, i rapporti umani e lo sgretolamento della società moderna mi colpisce sempre. Adoro immergermi nelle atmosfere che gli scrittori riescono a creare e mi ritrovo sempre con nuovi amici . Persone comuni, come quelle che incontriamo ogni giorno. Come noi. Le nostre esistenze, i nostri dubbi esistenziali, la nostra continua ricerca di noi stessi, messi nero su bianco, con ironia e semplicità . Myrtle House è un B&B che ha visto tempi migliori, nella zone di Brecon Beacons in Galles (quasi al confine con l’Inghilterra, 280 km da Soho). Buffy, un attore in pensione con alle spalle molti matrimoni e molti figli, il suo proprietario. All’interno di questo B&B si intrecciano vite, miserie, disavventure sentimentali e tragedie umane. Il tutto mischiato con una buona dose di humor britannico. Un romanzo divertente , leggero, che indaga però nel profondo dell’animo umano. Delle differenze tra uomini e donne e

Child 44

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Il clima del sospetto pervade questo libro, ogni sua pagina, ed entra nella testa del lettore. Ogni capitolo ci presenta un cambio di prospettiva, l'aggiunta di qualche indizio che ci fa completamente cambiare opinione sui personaggi e sulla storia. Chi è nel giusto? Chi è sbagliato? Chi controlla chi? La Russia degli anni '50, la polizia segreta, le fede cieca ed assoluta per lo Stato che si incrina. La difficoltà del risveglio dopo il lavaggio del cervello. Ma è un risveglio? O si resta intrappolati in certe logiche? E le logiche sono davvero sbagliate? Il romanzo trae spunto da una storia vera, quella del mostro di Rostov. E l'ambientazione, il racconto di cos'era davvero vivere nella Russia di Stalin, sono le cose che più rendono questo libro interessante ed avvincente. Una scrittura veloce e una storia intricata fanno il resto, creando un clima che mischia "il Grande Fratello" a "Le vite degli altri" e unisce un racconto giallo d'autor

Il club dei filosofi dilettanti

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Passeggiare nelle splendide vie di Edimburgo accompagnati dai personaggi di McCall Smith è un privilegio . Non solo perché si può godere di quella che è, a mio avviso, una delle più belle e affascinanti città d’Europa, ma anche per i ragionamenti che si fanno camminando. Ho sempre sostenuto che camminare sia la prima forma di meditazione, che lo si faccia soli o in compagnia, ci permette di indagare dentro il nostro animo. Andare piano, lentamente, mentre tutto scorre in fretta intorno a noi aiuta a rallentare anche i pensieri. E così li si mette più a fuoco. Mentre si leggono i libri di McCall Smith, che sia la serie di Scotland Street (a proposito Guanda, a quando la traduzione di  The Unbearable Lightness of Scones??) o del Club dei filosofi dilettanti, ci si trova a pensare a se stessi e alla propria vita, a come noi affrontiamo i problemi che vengono posti, pagina dopo pagina. E intanto si cammina per la città, dai Meadows alla New Town, da Stockbridge a Princess Stre

Non voglio essere efficiente

Viviamo in una società, certo non sono la prima a dirlo/scriverlo/farlo notare, sempre di corsa. Una continua ricerca di efficienza, di ricerca del modo migliore per fare più cose, possibilmente insieme e anche bene. Di solito finiamo per essere insoddisfatti di tutto. Della nostra vita in primis, e riusciamo solo a ripetere non ho tempo per me , come un mantra. Ma non ci fermiamo mai veramente. Questa mania è, sempre più spesso, applicata anche ai passatempi. A quelle attività che dovrebbero darci solo gioia, rilassarci. L'ho notato anche su di me, da quando ho Netflix: una continua ricerca di modi per vedere sempre più serie, sempre più puntate. E così si accavallano, e non mi soffermo più a pensare al significato di quella puntata, alle cose e alle implicazioni che potevano esserci. Magari anche nella mia vita. Seguendo un gruppo di viaggiatori incalliti su Facebook, noto sempre di più la costante ricerca di mettere bandierine in tutto il globo, senza mai soffermarsi d

L'ultima vittima

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Quando gli amici mi consigliano (o regalano) dei libri, so che sono consigli preziosi e che difficilmente resterò delusa. E questo libro ne è l'ennesima conferma. L'ultima vittima è un thriller che scorre veloce e incolla il lettore alle pagine. La tensione è sempre tenuta alta e le storie dei personaggi intrigano come il caso stesso. Due donne sono al comando di un'indagine che ha ben poco di ufficiale, ben presto si ritroveranno in un gioco molto più grande di quello che avrebbero immaginato. A farne le spese potrebbero essere tre giovani adolescenti , tutti con un passato tragico alle spalle. O forse non tutto è come sembra? Chi si nasconde nell' ombra , chi ha interessa a mettere tutto a tacere. E di chi ci si può fidare? Un thriller che mette la fiducia e l' amicizia al centro della storia, senza non si è nulla. A far da cornice al libro Boston e i bei boschi del Maine. Ambientazione quasi da Stephen King , che è infatti un ammiratore di Tess Gerrit