Moving (Le stanze dei ricordi)


Siamo nel sud di Londra, oggi. Edwina è una anziana signora, con due figli ormai grandi (più un figlio “adottivo”), due mariti già morti e una casa troppo grande per lei.
Un giorno decide che deve vendere la casa e trasferirsi in Cornovaglia alla ricerca del buon clima e di ispirazione per i suoi quadri.

Ma lasciare una casa dove si è trascorsa tutta la vita non è uno scherzo. Molte cose sono successe, belle e brutte. E molte cose tornano alla mente mentre Edwina mostra la casa all’agente immobiliare che la deve valutare. Ogni stanza, ogni oggetto, le riportano alla mente qualcosa e stanza dopo stanza Edwina si sente come sopraffare dalla casa e dai suoi ricordi.

Una vita che non è stata tutta rosa e fiori per lei. Il primo marito morto giovane mentre trascorrevano le vacanze sulla spiaggia.
Due figli non semplici, ognuno coi suoi problemi.
Il secondo marito, innamorato di lei ma forse anche troppo innamorato di un’idea di donna distante da lei.
E suo figlio, difficile, traumatizzato.

Rapporti complicati. Esseri umani complessi, come tutti, descritti dalla penna della Eclair in maniera eccezionale, senza mai cadere nel banale o nel ridondante.

Il romanzo affronta la vita sotto diversi punti di vista. Partendo da quello di Edwina, che ci porta nei suoi ricordi piano piano che attraversa le varie stanze della casa. Ma le vicende della sua vita sono nebulose, non complete. Troppo difficili da affrontare, troppo dolore attraversa ancora la memoria di Edwina. 

Così il lettore verrà portato nei ricordi di altri due protagonisti della storia. 

Manchester, 1980.
Fern è una ragazza che viene da una famiglia benestante del sud. Arrivata a Manchester per studiare teatro si trova ad affrontare un mondo che non conosce: quello della gente comune. La Manchester degli anni ’80 è descritta benissimo in queste pagine, tutto il subbuglio in cui nascono e crescono elementi imprescindibili della controcultura di quegli anni (e degli anni a venire). Una città in fermento (come l’intero paese) divisa tra privilegi e gente che si arrabatta.
In tutto questo trambusto di città Fern conoscerà Charlie, il figli di Edwina. E qui metteremo insieme altri pezzi della storia.

Londra, 2015
Lucas torna in Inghilterra dall’America per stare al capezzale della madre morente. I ricordi lo assalgono appena atterrato in un escalation che porterà il lettore sempre più verso il completamento del quadro. E ogni pagina ci farà tornare nella Londra degli anni '80, collegando tutti i fili e ricostruendo la storia attraverso l'ultimo punto di vista. 
Punto di vista privilegiato, quello di Lucas, perché in mezzo ai due fuochi. E fulcro centrale di molte cose. E attraverso di lui il lettore si trova a dipanare la matassa, convinto pagina dopo pagina di aver scoperto tutto e poi trovandosi di nuovo di fronte ad una svolta. 
  
Le stanze dei ricordi (Moving, per chi lo legge in inglese) è un libro intenso, una storia difficile che viene a galla piano piano, non senza colpi di scena. E ogni volta, cambiando punto di vista, quando il lettore era convinto di aver trovato la chiave di lettura, si ritrova a pensare tutto e il suo esatto contrario.
La scelta di far parlare un personaggio alla volta crea molta suspense, perché i fatti non si chiariscono fino all'ultima pagina. Il lettore resta quindi incollato, trovandosi a ricostruire la storia di Edwina, e della sua famiglia, pezzo dopo pezzo.

Quello che emerge chiaro dal libro, senza bisogno di fare spoiler, è la forza della famiglia. Quanto questa possa essere punto di partenza solido e zattera traballante, anche senza rendersene conto. Anche quando ce la si mette tutta.
Nelle ultime pagine spesso ricorre la frase "blood is strong" (il sangue è forte), come a ribadire che i legami di sangue sono qualcosa di atavico, talmente profondo che supera molte difficoltà.
Io non credo al potere magico dei legami di sangue, la mia esperienza diretta e altre esperienze indirette, mi fanno dire che quella dei legami di sangue è una favola.
Quello in cui invece credo sono i legami, profondi, che si generano tra le persone (a prescindere dal DNA). E i legami ce li portiamo dietro nel bene e nel male, sempre. Possiamo fare finta che non esistano ma muovono la nostra esistenza, anche da lontano.

Chiarissimo è anche che gli eventi traumatici ci segnano in una profondità di cui non siamo consapevoli, non sempre almeno. E non sempre se ne riesce ad uscire in modo positivo.
La vita purtroppo è spesso crudele, le nostre scelte pesano su di noi come macigni, la nostra esistenza può essere cambiata in un secondo da nostre scelte, da nostri comportamenti (ma anche da scelte di altri, senza che noi possiamo davvero fare molto).

Le stanze dei ricordi - J. Eclair
Ed. Sperling&Kupfer
P. 384 - Euro 18,90

Consigliato a chi: vuole un libro ricco di sentimenti, difficile. 

Commenti

  1. Recensione fantastica..è davvero un libro che merita...una di quelle scoperte fatte a caso,quando compri i libri scontati che magari hanno comprato in pochi,e ti ritrovi con una gemma in mano..tanto per dimostrarmi ancora una volta,se ce ne fosse bisogno,che successo e talento spesso non camminano sulla stessa strada..

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    1. Grazie mille per il complimento. Il libro è davvero bellissimo e ti ringrazio per avermelo segnalato.

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