Sostiene Pereira
Chi è Pereira?
Pereira è ognuno di noi, che crediamo nella giustizia e a volte fatichiamo a vedere la realtà che ci circonda perché troppo distante dal nostro pensiero.
Un uomo che aveva paura di agire, ha avuto un turbamento interiore molto forte ma quando è stato chiamato ad agire l'ha fatto e con risolutezza.
Un uomo ossessionato dalla morte, un uomo spento, che si trascina giorno dopo giorno ma che dimostra una forza interiore inaspettata.
Chi regala a Pereira quella forza?
In parte ce l'ha insita dentro di sé, inconsapevolmente. In parte la perdita, motore potentissimo. Anche la consapevolezza dell'ingiustizia, forte e profonda.
Ma sopratutto la consapevolezza di non essere solo, di avere qualcuno (anche solo uno) che lo appoggia.
Perché, parliamoci chiaro, è facile dire "bisogna andare contro il potere", più difficile in certe circostanze è attuare quel proposito, sopratutto se al momento di far qualcosa ci si gira e ci si ritrova soli.
Il turbamento di Pereira credo sia il turbamento di molti di noi, che ci sentiamo sempre in difetto quando guardano alle ingiustizie del mondo, senza sapere davvero che fare, come farlo.
Che ci provano, si barcamenano e sperano che basti comportarsi come vorremmo il mondo si comportasse per cambiarlo almeno un po'.
Poi arriva un'ingiustizia troppo grossa che mette fine alla speranza e accende il moto di ribellione, la fiammella della resistenza. E il vento cambia.
Qual è il Portogallo raccontato da Tabucchi? Il Portogallo del 1938, il Portogallo salzarista in mezzo ad un Europa in cui il vento che soffiava era quello dell'autoritarismo, delle dittature di estrema destra e la guerra era non troppo lontana.
Quante di queste dittature avrebbero potuto essere fermate per tempo se l'opposizione si fosse organizzata meglio? Se le persone avessero protestato, avessero parlato delle ingiustizie che vedevano ogni giorno?
In molti libri letti lo scorso anno il tema ricorrente, che tornava sotto molti punti di vista, era la necessità di non essere lasciati soli per poter resistere. La tattica di isolare i resistenti, farli sentire soli e isolati, contro tutti, sbagliati.
Questa è la tattica, usata da regimi autoritari, mafie, bulli e finanche famiglie, per mettere a tacere pareri discordanti. Questa è la tattica che tutti noi dovremmo combattere per non permettere loro di vincere. Non dobbiamo mai lasciarci sopraffare dall'ignavia, mai lasciare isolato qualcuno perché professa un'idea differente dalla maggioranza. A volte è l'unico modo per combattere.
Sostiene Pereira - A. Tabucchi (letto da S. Rubini)
Audiolibro: Ed. Emons
Cartaceo: Ed. UEF - p. 224 / Euro 9,00
Consigliato a chi: visto il momento storico lo metterei come obbligatorio per tutti.
Pereira è ognuno di noi, che crediamo nella giustizia e a volte fatichiamo a vedere la realtà che ci circonda perché troppo distante dal nostro pensiero.
Un uomo che aveva paura di agire, ha avuto un turbamento interiore molto forte ma quando è stato chiamato ad agire l'ha fatto e con risolutezza.
Un uomo ossessionato dalla morte, un uomo spento, che si trascina giorno dopo giorno ma che dimostra una forza interiore inaspettata.
Chi regala a Pereira quella forza?
In parte ce l'ha insita dentro di sé, inconsapevolmente. In parte la perdita, motore potentissimo. Anche la consapevolezza dell'ingiustizia, forte e profonda.
Ma sopratutto la consapevolezza di non essere solo, di avere qualcuno (anche solo uno) che lo appoggia.
Perché, parliamoci chiaro, è facile dire "bisogna andare contro il potere", più difficile in certe circostanze è attuare quel proposito, sopratutto se al momento di far qualcosa ci si gira e ci si ritrova soli.
Il turbamento di Pereira credo sia il turbamento di molti di noi, che ci sentiamo sempre in difetto quando guardano alle ingiustizie del mondo, senza sapere davvero che fare, come farlo.
Che ci provano, si barcamenano e sperano che basti comportarsi come vorremmo il mondo si comportasse per cambiarlo almeno un po'.
Poi arriva un'ingiustizia troppo grossa che mette fine alla speranza e accende il moto di ribellione, la fiammella della resistenza. E il vento cambia.
Qual è il Portogallo raccontato da Tabucchi? Il Portogallo del 1938, il Portogallo salzarista in mezzo ad un Europa in cui il vento che soffiava era quello dell'autoritarismo, delle dittature di estrema destra e la guerra era non troppo lontana.
Quante di queste dittature avrebbero potuto essere fermate per tempo se l'opposizione si fosse organizzata meglio? Se le persone avessero protestato, avessero parlato delle ingiustizie che vedevano ogni giorno?
In molti libri letti lo scorso anno il tema ricorrente, che tornava sotto molti punti di vista, era la necessità di non essere lasciati soli per poter resistere. La tattica di isolare i resistenti, farli sentire soli e isolati, contro tutti, sbagliati.
Questa è la tattica, usata da regimi autoritari, mafie, bulli e finanche famiglie, per mettere a tacere pareri discordanti. Questa è la tattica che tutti noi dovremmo combattere per non permettere loro di vincere. Non dobbiamo mai lasciarci sopraffare dall'ignavia, mai lasciare isolato qualcuno perché professa un'idea differente dalla maggioranza. A volte è l'unico modo per combattere.
Sostiene Pereira - A. Tabucchi (letto da S. Rubini)
Audiolibro: Ed. Emons
Cartaceo: Ed. UEF - p. 224 / Euro 9,00
Consigliato a chi: visto il momento storico lo metterei come obbligatorio per tutti.
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