Taglie

Durante la settimana della moda mi è capitato di partecipare alla sfilata di Marni. E' stata una piacevole domenica mattina anche se uscendo dalla sfilata mi girava una cosa per la testa "ma che taglia portavano le modelle??????".

Ricordo che c'era stato un forte dibattito all'interno della dirigenza del MilanoModaDonna per cercare di evitare la sfilata di manichini anoressici  sulle passerelle. Forse ho solo sognato. Avevo, uscita dalla sfilata, un senso di disgusto. Certo, so bene che le modelle non devono essere né eccessivamente belle né troppo formose perché è l'abito che deve risaltare, non loro. Però, mi domando, come posso giudicare un abito, come cade, le pieghe che prende, le forme e i volumi che crea sul mi corpo se lo vedo indossare da un manichino che fatica quasi a stare in piedi? Le modelle di quella sfilata a stento portavano una 38, avevano delle braccine che sembravano stuzzicadenti e tutto sembravano fuorché sane.

Il tema dell'anoressia è sempre difficile da trattare perché estremamente complesso. Ha a che fare solo fino a un certo punto con i modelli proposti da riviste e giornali, solo fino a un certo punto è davvero un problema di peso. La ragione centrale dell'anoressia è il bisogno di esercitare controllo, di dimostrare di avere un ambito della vita di cui si ha l'assoluto comando. Normalmente l'anoressia nasconde problemi psicologici seri che ne sono la causa determinante. Rapporti difficili in famiglia, con il padre o la madre. Senso di esclusione. Solitudine. E altro. L'idea che una ragazzina diventi anoressica perché decide di assomigliare a Kate Moss è un po' tirata per i capelli. Sicuramente iniziare una dieta drastica per provare a dimagrire può avere gravi conseguenze sul fisico e può portare lo stomaco a non recepire più sufficiente cibo. Se però tutto questo non è accompagnato da altri campanelli di allarme normalmente ci si ferma in tempo, la famiglia aiuta e spiega e il rapporto con il cibo torna ad essere normale.
Detto questo il modello proposto da questa società è sbagliato a prescindere. Sbagliato perché irraggiungibile, sbagliato perché malato, sbagliato perché ammicca a un mondo di malattia e sofferenza spacciandolo per la via verso il successo.
L'altra faccia della medaglia delle malattie legate ad un cattivo rapporto con il cibo (dovuto però ad altre cause, normalmente) è l'obesità. Questa però è ormai stigmatizzata dalla società. E gli obesi non vengono proposti sui giornali come modelli sociali da seguire. Anche qui siamo in un mondo a parte dove il rapporto con il cibo altro non è che un grido di aiuto, un mondo dove ci si nasconde, di consolazione.
Anoressia, bulimia e obesità sono malattie gravi e parlarne è sempre complesso. Se l'ho fatto, se ho provato a chiarire alcune cose è perché mi sono imbattuta in questa lettera sul blog di ITALIANS di Severgnini e non sono riuscita a trattenermi.

Vicino alla Giornata Mondiale della Donna credo sia giusto aprire un dibattito su questo tema che colpisce soprattutto donne.

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