Oggi, giornata internazionale della donna

Anche quest'anno l'8 marzo è arrivato. Con esso le mimose sulle scrivanie, le mimose ai semafori, ristoranti che offrono cene per sole donne, spogliarelli, riflessioni dal mondo politico più o meno intrise di ipocrisia e tanta, tanta, tanta retorica.

Oggi i nostri compagni prepareranno la cena (?), laveranno i piatti (?), ci faranno uscire da sole (?) e domani?

La situazione italiana per le donne non è certo idilliaca. La principale causa di morte per le donne fra i 16 e i 44 anni risiede nelle mura domestiche e si chiama violenza familiare, femminicidio. Le donne che lavorano guadagnano meno degli uomini (a parità di posizione), fanno meno carriera e pochissime raggiungono posti di comando. Da noi la donna vive ancora in quell'immagine da pubblicità del Mulino Bianco di Regina del Focolare Domestico, Moglie&Madre. E' sulle sue spalle che si fa affidamento se in famiglia qualche anziano perde l'autosufficienza. E' sulle sue spalle che ricade la maggior parte del lavoro domestico, in generale.

Nel Mondo ci sono situazioni anche peggiori. In Arabia Saudita le donne non hanno passaporto. Passano da essere PROPRIETA' del padre ad essere PROPRIETA' del marito, e se non c'è marito dei fratelli. Non possono guidare, non possono uscire da sole, quando camminano per strada devono stare sempre due passi dietro agli uomini. Non possono decidere nulla della loro vita. Non hanno una vita. Non sono persone. Sono fantasmi neri, che camminano e quasi mai da sole.

In occidente le donne studiano, lavorano, mettono minigonne, guidano, decidono chi - come e quando sposare, votano, ecc. Ma la situazione non è allegra comunque. Noi donne viviamo un perenne senso di colpa, di inadeguatezza che ci è trasmesso via DNA in un certo senso. Nasciamo con quel senso di colpa. Dobbiamo essere ottime casalinghe, saper cucinare, saper badare alla casa, sbrigare le faccende nel modo più efficiente possibile. Essere brave mogli, brave amanti, brave compagne. Dobbiamo essere un punto fermo per il nostro compagno, essere la spalla su cui contare, appoggiarlo. Dobbiamo essere brave figlie, di cui essere orgogliosi. Dobbiamo essere ottime studentesse e poi via nel mondo del lavoro dove per ottenere le stesse cose dei colleghi dobbiamo impegnarci il doppio. Dove ti senti in colpa se prendi un'ora di permesso perché devi andare al colloqui con gli insegnanti. Dove alla fine inizi a pensare davvero di meritare meno le promozioni perché dai meno tempo al lavoro rispetto al tuo collega... E via così.

Il senso di colpa è puramente femminile. Difficilmente un uomo sarà pervaso dal senso di colpa. Sicuramente un uomo difficilmente sentirà l'esigenza di essere perfetto. E sicuramente si farà molte meno "seghe" mentali rispetto alla sua compagna.

Ma questo in parte è anche colpa nostra. Siamo noi, in fondo, che cresciamo i nostri figli e in un modo o nell'altro li cresciamo in maniera diversa se sono maschi o femmine. E da qui nasce tutto, e da qui si deve iniziare a lavorare se si vogliono davvero cambiare le cose. Se si vuole, almeno in un ambito, lasciare un mondo migliore alla generazione che verrà.

Questo 8 marzo lo voglio dedicare alle Grandi Donne che sono state il mio modello e lo sono tuttora.

Mia nonna, donna forte e severa che ha saputo tenerci tutti uniti anche nei momenti peggiori.
Mia zia Sandra che lotta ogni minuto della vita per farcela da sola, e sta facendo un gran lavoro.
Anja e Andreja che in maniera diversa mi hanno sempre dimostrato qual è davvero il sesso forte.
La socia, perché trovare un'anima affine pur così diversa non è da tutti e noi ci siamo trovate!
La Lo perché combatte e ha ben chiari i suoi obiettivi

A tutte loro grazie infinite!

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