Monotona e quasi sfigata
Mi presento. Sono una bambocciona, monotona e quasi sfigata che fa i salti di gioia (perché le tasse le pago).
Mi sono laureata alla specialistica che di anni ne avevo 28. Dalla triennale ad oggi sono passati 7 anni (quasi 8) e in questi anni ne ho passati di lavori e di contratti. Stage, collaborazioni occasionali, progetti... purtroppo l'anno scorso sulla mia strada si è abbattuta la monotonia di un contratto a tempo indeterminato. Per fortuna sono fuori dalle tutele dell'art. 18 (la mia ditta è composta da 3 persone compreso il capo/datore di lavoro)!!! Incredibilmente, grazie anche all'apertura minima della mia banca verso i giovani (under 35) sono riuscita ad ottenere un piccolo prestito e io e il mio moroso a novembre abbiamo preso casa in affitto.
Pensavamo anche al mutuo, ci sembrava buttar via i soldi con un affitto. Ma poi sai, lo spread, i tassi alti, la stretta del credito. In banca ci hanno detto che per due come noi che risparmi pochini, solo uno con un contratto fisso (e poi mica tanto, vista la ditta), il mutuo era impegnativo (900 euro per un mutuo di 30 anni su un valore ipotetico di 160.000€, che a Milano vuol dire bilocale, mica reggia vista colosseo). Così ogni mese buttiamo nel cesso più di un quarto delle entrate familiari (beh, sì siamo una famiglia allo stato di fatto) nell'affitto. Almeno viviamo insieme.
Il mio stipendio è ridicolo, ed è sceso di un bel po' da quando è passato da progetto a indeterminato. Lui prende un pochino meglio di me, ma è a tempo determinato.... E chissà se anche lui potrà annoiarsi l'anno prossimo con un indeterminato. Intanto resistiamo.
Quello che vorrei dire a Monti e che io non ho mai pensato la mia vita lavorativa come ancorata ad una sola azienda, come l'ha vissuta mio nonno (per fare un esempio). Ho sempre saputo che avrei fatto varie esperienze, lavorato in posti diversi. So che la specializzazione conta ma sono anche importanti flessibilità e capacità di adattamento. Non mi spaventa. Anche oggi che sulla busta paga ho scritto indeterminato, so che non durerà. Per tanti motivi. E poi prima o poi il capo deciderà che è giunto il momento di andare in pensione e arrivederci e grazie.
Ma non me ne faccio un problema. O meglio non me ne farei un problema. Perché poi ci si scontra con la realtà.
Senza un posto a tempo indeterminato non ti concedono prestiti, non ti concedono mutui, non puoi rateizzare nessun pagamento, non puoi avere la carta di credito, non puoi nemmeno avere un affitto... Insomma, ti ritrovi ad essere bamboccione a casa senza prospettiva e anelando un po' di monotonia....
Quindi Prof. prima di parlare a noi giovani, di farci la morale e spiegarci come gira il mondo (che lo sappiamo benissimo, forse meglio di voi Professoroni chiusi nei vostri uffici e nelle vostre idee) lo spieghi a questa società... Spieghi ai suoi amici banchieri (e lo dico senza il minimo odio verso la categoria, mi creda), lo spieghi all'Italia dei baroni, all'Italia dei vecchi e all'Italia di chi il posto fisso ce l'ha sempre avuto. Lo spieghi a loro che il mondo sta cambiando e che bisogna fare qualcosa.
E già che è lì, nella stanza dei bottoni, pensi anche a riformare lo stato sociale e adattarlo a questa sua grande visione. Grazie.
Mi sono laureata alla specialistica che di anni ne avevo 28. Dalla triennale ad oggi sono passati 7 anni (quasi 8) e in questi anni ne ho passati di lavori e di contratti. Stage, collaborazioni occasionali, progetti... purtroppo l'anno scorso sulla mia strada si è abbattuta la monotonia di un contratto a tempo indeterminato. Per fortuna sono fuori dalle tutele dell'art. 18 (la mia ditta è composta da 3 persone compreso il capo/datore di lavoro)!!! Incredibilmente, grazie anche all'apertura minima della mia banca verso i giovani (under 35) sono riuscita ad ottenere un piccolo prestito e io e il mio moroso a novembre abbiamo preso casa in affitto.
Pensavamo anche al mutuo, ci sembrava buttar via i soldi con un affitto. Ma poi sai, lo spread, i tassi alti, la stretta del credito. In banca ci hanno detto che per due come noi che risparmi pochini, solo uno con un contratto fisso (e poi mica tanto, vista la ditta), il mutuo era impegnativo (900 euro per un mutuo di 30 anni su un valore ipotetico di 160.000€, che a Milano vuol dire bilocale, mica reggia vista colosseo). Così ogni mese buttiamo nel cesso più di un quarto delle entrate familiari (beh, sì siamo una famiglia allo stato di fatto) nell'affitto. Almeno viviamo insieme.
Il mio stipendio è ridicolo, ed è sceso di un bel po' da quando è passato da progetto a indeterminato. Lui prende un pochino meglio di me, ma è a tempo determinato.... E chissà se anche lui potrà annoiarsi l'anno prossimo con un indeterminato. Intanto resistiamo.
Quello che vorrei dire a Monti e che io non ho mai pensato la mia vita lavorativa come ancorata ad una sola azienda, come l'ha vissuta mio nonno (per fare un esempio). Ho sempre saputo che avrei fatto varie esperienze, lavorato in posti diversi. So che la specializzazione conta ma sono anche importanti flessibilità e capacità di adattamento. Non mi spaventa. Anche oggi che sulla busta paga ho scritto indeterminato, so che non durerà. Per tanti motivi. E poi prima o poi il capo deciderà che è giunto il momento di andare in pensione e arrivederci e grazie.
Ma non me ne faccio un problema. O meglio non me ne farei un problema. Perché poi ci si scontra con la realtà.
Senza un posto a tempo indeterminato non ti concedono prestiti, non ti concedono mutui, non puoi rateizzare nessun pagamento, non puoi avere la carta di credito, non puoi nemmeno avere un affitto... Insomma, ti ritrovi ad essere bamboccione a casa senza prospettiva e anelando un po' di monotonia....
Quindi Prof. prima di parlare a noi giovani, di farci la morale e spiegarci come gira il mondo (che lo sappiamo benissimo, forse meglio di voi Professoroni chiusi nei vostri uffici e nelle vostre idee) lo spieghi a questa società... Spieghi ai suoi amici banchieri (e lo dico senza il minimo odio verso la categoria, mi creda), lo spieghi all'Italia dei baroni, all'Italia dei vecchi e all'Italia di chi il posto fisso ce l'ha sempre avuto. Lo spieghi a loro che il mondo sta cambiando e che bisogna fare qualcosa.
E già che è lì, nella stanza dei bottoni, pensi anche a riformare lo stato sociale e adattarlo a questa sua grande visione. Grazie.
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