Libertà di espressione

Credo fermamente nella libertà di espressione, nella libertà di ogni cittadino di esprimere la propria opinione pubblicamente, di svolgere la sua funzione di essere vivente pensante e con capacità di parola. Il mio pensiero si traduce perfettamente nella frase di Voltaire:

 "Non condivido quello che dici, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa essere libero di dirlo". 

In questa logica di libertà di pensiero e parola rientra anche Adriano Celentano. Il signor Celentano è del tutto libero di esprimere la propria opinione su qualsiasi tema, in quanto cittadino. E altri cittadini pensanti possono essere d'accordo con lui e farne il loro "porta bandiera", il loro leader. Penso però che all'interno di tutto questo debba rientrare anche la massima "la tua libertà finisce quando inizia quella degli altri", sopratutto se il Molleggiato utilizza il servizio pubblico (?) per esprimere le proprie idee e quando lo fa venendo pagato da una società pubblica la bellezza di 350.000 € (dove poi abbia deciso di mettere questi soldi sinceramente mi interessa poco). Non dico che essendo pagato dalla R.A.I. dovesse necessariamente esprimerne la linea editoriale, in quanto servizio pubblico MammaRai ha il dovere di esprimere una pluralità di voci e idee, così come sono plurali i suoi telespettatori. Credo però che Adriano dovesse quanto meno un minimo di rispetto verso coloro che erano collegati con il Festival di San Remo per vedere il Festival della canzone italiana. Sicuramente tra chi ieri sera era sintonizzato su Rai1 c'era anche chi lo era per ascoltare lui, sentire quello che aveva da dire. Però credo che molti volessero godersi il Festival e ascoltare le canzoni in gara. Celentano ha deciso (e i vertici Rai, che l'hanno chiamato e contrattualizzato, con lui) di monopolizzare uno spazio pubblico con un monologo di circa un'ora. Non voglio entrare nel merito delle parole espresse. Non ho ascoltato il monologo ma solo letto alcune frasi estrapolate dal contesto. Mi esprimo solo sui modi utilizzati che non ritengo corretti.

C'è poi chi dice che semplicemente bastava non ascoltare, bastava cambiare canale. Vero. In parte.
Credo che nella libertà di espressione rientri la libertà di critica. Posso decidere di guardare un programma e criticarlo, criticarne i contenuti, gli ospiti, i vestiti delle vallette, ecc. ecc. Altrimenti vorrebbe dire che gli unici che possono esprimersi liberamente sono coloro che vengono pagati fior di soldi per farlo (a quale titolo è tutto da stabilire). Celentano è libero di dire ciò che vuole e io sono libera di criticare quello che dice, il modo in cui lo dice e i tempi in cui lo dice.

Pur non volendo rientrare, come già detto, nel merito del discorso tengo però a esprimere le mia opinione su ciò che Celentano ha detto (critico in base a quello che ho letto sui giornali) in merito ad Avvenire e Famiglia Cristiana. Chi legge sa che la sottoscritta è cattolica e spesso critica le posizioni della Chiesa e alcune sue uscite quanto meno sconvenienti. Credo però che anche in questo caso la Chiesa sia libera di esprimere le sue opinioni. Allo stesso modo Celentano è libero di criticarle ma non è libero di chiedere la chiusura di due giornali. E questo sempre per il principio espresso da Voltaire. Non si sarà mai dalla parte della ragione se si impedisce a qualcuno di esprimere la propria opinione.
La Chiesa per mio conto non dovrebbe permettersi di dire per chi votare o che leggi adottare. Libera Chiesa in Libero Stato. Però, appunto, Libera Chiesa. Le istituzioni religiose è ovvio che parlino di politica, lo fanno sempre nel momento in cui dettano una certa linea di comportamento ai propri fedeli. E sono liberi di farlo, in un certo senso rientra nella loro funzione. Smettono di essere liberi nel momento in cui vogliono imporre la loro morale, la loro filosofia e la loro ideologia anche a chi non è parte della comunità.

Detto questo sorrido pensando alla "bufera" scatenata dalle parole del Molleggiato. Quello che avrebbe detto era scontato, anche se non annunciato. La trovo una reazione ipocrita che probabilmente non si sarebbe scatenata se non avesse tirato in mezzo Avvenire e Famiglia Cristiana.
Credo poi che Adriano abbia perso un'ottima opportunità per portare in prima serata temi dimenticati come le guerre silenziose che fanno tante vittime in tutti i continenti, d'altronde i suo cachet non andrà interamente devoluto ad Emergency? Almeno due parole, nell'ora che ha deciso di prendersi, poteva spenderle per parlare di una causa che gli sta tanto a cuore.

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