Essere donna oggi, in Italia
Non è facile essere donna, oggi, in Italia. Soprattutto se si fa parte di quella schiera di ragazze "normali" citate in questo post del blog "la 27esima Ora" del Corriere della Sera.
Non è facile perché ci viene continuamente ribadito che non siamo abbastanza belle, non siamo abbastanza provocanti e non siamo abbastanza libertine per occupare i posti giusti. E questo nonostante tutti gli sforzi possibili ed immaginabili che abbiamo fatto fin dalla prima elementare. Ormai non è più neanche questione di conoscere le persone giuste, perché se non ti dai e non sei abbastanza bella resti comunque indietro.
Non è facile in questo mondo confrontarsi con sé stesse, non è facile rimanere "ragazze normali" e non è facile rapportarsi con l'altro sesso che inizia ad avere una visione un po' distorta della cosa. Dalle battute del tipo "ma sì, se fossi donna sarei già in fila ad Arcore", che ti sviliscono fino a farti sentire una stronza perché lavori come una matta per 1.000 euro al mese, ai commenti maschilisti e beceri rispetto alla prostituta (scusate ma il termine "escort" non riesco proprio ad usarlo) di turno...
Non è facile vivere in un mondo nel quale il primo aggettivo a fianco di una professionista donna (giornalista, regista, attrice, medico, etc) è "bella" "carina" "brutta", e viene sempre prima di "brava", "preparata", "seria", "scrupolosa", "incapace"... La donna è sempre e comunque giudicata prima per la bellezza, e poi - forse - vengono prese in considerazione le sue doti professionali.
Non è facile quando poi senti le interviste alla Terry de Nicolò di turno e vorresti spaccare il televisore, poi la faccia a lei e poi la faccia a sua madre che non le ha ancora spaccato la faccia nonostante lei se la venderebbe anche subito se questo servisse a scalare i gradini della notorietà.
E' difficile. Sempre di più.
Ma non mi piace neanche la piega che sta prendendo il dibattito che si è aperto dopo la manifestazione "se non ora quando?". Non mi piace perché, come quasi sempre i discorsi femministi - e maschilisti -, puntano troppo sulle differenze e puntano troppo a mostrare noi donne come anello debole di questa società, come bisognose di un aiuto da parte di qualcuno (ovviamente uomo). Non mi piace. Le differenze fra i sessi ci sono, non lo nego. Ma vorrei che prima di tutto si parlasse di persone. Io, prima di essere donna, sono un ESSERE UMANO. Le differenze fanno parte della vita, sono dentro ognuno di noi e non sono solo di genere. Per fortuna abbiamo opinioni e punti di vista diversi fra uomini e donne, altrimenti sai che noi nel mondo. Se tutti però iniziassimo a guardare l'altro come ESSERE UMANO, senza pensare a lui in primis come uomo o come donna, forse le grandi differenze che vengono portate a manifesto oggi verrebbero cancellate. FORSE. E forse sarebbe meno difficile vivere in questo Paese.
Non è facile perché ci viene continuamente ribadito che non siamo abbastanza belle, non siamo abbastanza provocanti e non siamo abbastanza libertine per occupare i posti giusti. E questo nonostante tutti gli sforzi possibili ed immaginabili che abbiamo fatto fin dalla prima elementare. Ormai non è più neanche questione di conoscere le persone giuste, perché se non ti dai e non sei abbastanza bella resti comunque indietro.
Non è facile in questo mondo confrontarsi con sé stesse, non è facile rimanere "ragazze normali" e non è facile rapportarsi con l'altro sesso che inizia ad avere una visione un po' distorta della cosa. Dalle battute del tipo "ma sì, se fossi donna sarei già in fila ad Arcore", che ti sviliscono fino a farti sentire una stronza perché lavori come una matta per 1.000 euro al mese, ai commenti maschilisti e beceri rispetto alla prostituta (scusate ma il termine "escort" non riesco proprio ad usarlo) di turno...
Non è facile vivere in un mondo nel quale il primo aggettivo a fianco di una professionista donna (giornalista, regista, attrice, medico, etc) è "bella" "carina" "brutta", e viene sempre prima di "brava", "preparata", "seria", "scrupolosa", "incapace"... La donna è sempre e comunque giudicata prima per la bellezza, e poi - forse - vengono prese in considerazione le sue doti professionali.
Non è facile quando poi senti le interviste alla Terry de Nicolò di turno e vorresti spaccare il televisore, poi la faccia a lei e poi la faccia a sua madre che non le ha ancora spaccato la faccia nonostante lei se la venderebbe anche subito se questo servisse a scalare i gradini della notorietà.
E' difficile. Sempre di più.
Ma non mi piace neanche la piega che sta prendendo il dibattito che si è aperto dopo la manifestazione "se non ora quando?". Non mi piace perché, come quasi sempre i discorsi femministi - e maschilisti -, puntano troppo sulle differenze e puntano troppo a mostrare noi donne come anello debole di questa società, come bisognose di un aiuto da parte di qualcuno (ovviamente uomo). Non mi piace. Le differenze fra i sessi ci sono, non lo nego. Ma vorrei che prima di tutto si parlasse di persone. Io, prima di essere donna, sono un ESSERE UMANO. Le differenze fanno parte della vita, sono dentro ognuno di noi e non sono solo di genere. Per fortuna abbiamo opinioni e punti di vista diversi fra uomini e donne, altrimenti sai che noi nel mondo. Se tutti però iniziassimo a guardare l'altro come ESSERE UMANO, senza pensare a lui in primis come uomo o come donna, forse le grandi differenze che vengono portate a manifesto oggi verrebbero cancellate. FORSE. E forse sarebbe meno difficile vivere in questo Paese.
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