I migliori audiolibri letti nel 2020


Quest’anno ho ascoltato 70 audiolibri. Per me la scoperta di questo tipo di supporto è stata un grande aiuto! In questo modo ho sempre con me le storie e posso – quando voglio – immergermi in un mondo diverso, anche quando sembrerebbe impossibile.

C’è chi si mette musica nelle orecchie, io ultimamente preferisco gli audiolibri (o i podcast).

E visto che è stato un anno già brutto di suo, ho deciso di non soffermarmi troppo al fatto che i selezionati sono 13, invece di 10. Quindi ecco la top 13 (o la top 10 con 3 bonus track) del mio 2020, spero ci siano consigli utili per voi

13: M – Lui è tornato (A. Scurati): L’ultimo libro ascoltato (e letto in contemporanea, a seconda del momento della giornata). Prosegue la bellezza del primo romanzo. Un misto tra il romanzo e i documenti storici, un quadro del Mussolini politico visto a tutto tondo, molto ben fatto. 

12: Il giorno dei Lord (M. Dobbs): dal creatore di House of Cards (quello originale, made in UK) un thriller politico che però nasconde molto di più. Si indaga sul rapporto genitori e figli e sui rapporti di potere tra uomini e donne. Un grande libro, poco conosciuto.


11: La testa perduta di Damasceno Monteiro (A. Tabucchi): Tabucchi ci porta come spesso in Portogallo e lo fa con un romanzo allegoria per spiegarci un sistema distorto e raccontarci i cittadini che cercano di fare il giusto.

10: Pastorale americana (P. Rorth): Roth per me è odio e amore. Però il suo modo di raccontare è unico, riconoscibile e con uno stile letterario molto personale. Pastorale americana è il modo per raccontare un pezzo di storia d’America e criticarla in modo feroce. Adoro quando la storia personale diventa Storia collettiva e Roth lo sa fare molto bene.


9: Gita al faro (V. Woolf): Questo è un libro da leggere/ascoltare sotto Natale. Le atmosfere sono perfette: la campagna scozzese, una famiglia che si riunisce e i pensieri che vagano. La particolarità di questo romanzo è il punto di vista, che cambia di continuo. Un grandissimo capolavoro.

8: Il buio oltre la siepe (H. Lee): Uno dei classici che sto recuperando grazie agli audiolibri. Il racconto del razzismo, spiegato attraverso gli occhi di una bambina, le tensioni sociali e la formazione propria della protagonista. L’unica cosa che non ho amato è l’espediente narrativo, a volte i ragionamenti e le vicende sembrano troppo forzati. Ma il romanzo è troppo bello per essere rovinato.

7: Anime baltiche (J. Brokken): Un saggio scritto come un romanzo, ci immerge nella vita di diversi personaggi famosi (alcuni più altri meno) che hanno a che fare, in qualche modo, con i Paesi Baltici: o perché ci sono nati / cresciuti o perché ci hanno vissuto in un qualche momento della vita. Da Kant ad Hanna Arendt, piccole perle che fanno venire voglia di partire e scoprire luoghi e persone.

6: Il maestro e Margherita (M. Bulgakov): Un trip, un viaggio psichedelico. La storia d’amore tra il Maestro e Margherita, le vicende di Ponzio Pilato, un gatto parlante e un universo di persone variegato. Un romanzo di grande critica sociale che ci pone di fronte a molte domande.


5: L’avversario (E. Carrère): Quest’anno ho scoperto Carrère ed è stato amore fin da subito. Ne L’avversario ci parla di un pluri-omicida e riesce a farlo con grande umanità, senza dare giudizi ma lasciando al lettore il compito (se vorrà). Come ho ormai imparato a capire, quando scrive romanzi/saggi ci mette molto di sé e della sua vita, molto interessante.

4: Memorie dal sottosuolo (F. Dostoevskij): Essere in contrasto perenne con la società, invidiare le vite degli altri ma odiarle al contempo. Il tutto in un flusso di coscienza che incanta grazie alla prosa di Dostoevskij.


3: Lui è tornato (T. Vermens): le premesse sono fantastiche: Hilter che si sveglia nella Berlino del 2011 e ricomincia da dove ha lasciato. Si ride moltissimo ma spesso è un riso amaro, un riso che ci fa pensare “ma potrebbe succedere davvero”?




2: Limonov (E. Carrere): Il mio incontro con Carrère, nella sua descrizione di un personaggio borderline, eclettico e decisamente abrasivo. La sua vita in parallelo con quella di Carrère, scelta stilistica riuscita.


1: Le ore (M. Cunningham): come si fa a scrivere un omaggio a Virigina Woolf senza risultare ridicoli? Io non lo so ma Cunningham decisamente sì e lo fa molto bene. Delicatezza, sapienza del mezzo e molta introspezione. Un Pulitzer molto più che meritato.

 

 

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