Sly
In un modo o nell'altro, le cose che creiamo parlano di noi con più precisione di ogni altra.
Se questo, come credo, è vero allora Banana ci parla moltissimo di lei attraverso i suoi libri. Libri che colgono sempre nel profondo dell'animo, ci costringono a confrontarci con temi non semplici.
Libri che sembrano quasi insignificanti se li si giudica dal numero della pagine, libretti riempitivi, quasi fatti per inframezzare letture più impegnative.
Poi li leggi, entri nel mondo che la Yoshimoto ha deciso di imbastire, e ti perdi. Mille i pensieri che si rincorrono, i ricordi, le emozioni che suscitano le storie e le singole frasi.
Sly non fa differenza. La storia è quella di un viaggio in Egitto di tre amici, uno dei quali ha appena scoperto di aver contratto l'HIV.
Di fronte a questa sentenza i tre amici vogliono fare il pieno di ricordi e per farlo scelgono un Paese dai colori accesi e pieni di vita ma anche con un gran culto della morte.
E così siamo sempre sul filo: vita, morte, amicizia, solitudine. I grandi temi che Banana affronta ogni volta da vari punti di vista.
Ma Sly colpisce a fondo, nel profondo. Forse perché la morte è contrapposta a cieli blu intenso, profumi di spezie e terra arancio viva e sfavillante. Per noi la morte è grigia, triste, qualcosa che non ha a che fare con la vita.
Invece la morte è parte stessa della vita, dell'esistenza. Un sentimento forte, violento, che cammina ogni giorno insieme a noi, anche quando non ce ne accorgiamo.
Ho trovato questi libro avvolto da un'aurea molto meno trasognante rispetto ai romanzi ambientati in Giappone, quasi il cambio di registro voglia sottolineare il cambio di mentalità, di Paese. Sembra tutto più vero, concreto. Meno rarefatto.
Forse per questo colpisce tanto in profondità.
Un'amica mi ha detto di aver trovato questo romanzo il più triste di Banana. Non so se darle ragione, sicuramente è molto più concreto e a volte la concretezza spaventa.
Ad ogni modo la morte, mettendo a nudo qualsiasi cosa, delineava le forme essenziali che riflettevano la verità del momento. E anche i rapporti interpersonali tornavano al primo incontro, al sentimento originario.
[...]
Per quanto stretti fossero i legami e ardenti i sentimenti di cui li si caricava, indiscriminatamente si veniva travolti come i rami di un vecchio albero abbattuto da una forte ondata.
Sly - B. Yoshimoto
Ed. UEF
P. 136 - Euro 6,50
Consigliato a chi: ama la Yoshimoto e i temi che affronta
Se questo, come credo, è vero allora Banana ci parla moltissimo di lei attraverso i suoi libri. Libri che colgono sempre nel profondo dell'animo, ci costringono a confrontarci con temi non semplici.
Libri che sembrano quasi insignificanti se li si giudica dal numero della pagine, libretti riempitivi, quasi fatti per inframezzare letture più impegnative.
Poi li leggi, entri nel mondo che la Yoshimoto ha deciso di imbastire, e ti perdi. Mille i pensieri che si rincorrono, i ricordi, le emozioni che suscitano le storie e le singole frasi.
Sly non fa differenza. La storia è quella di un viaggio in Egitto di tre amici, uno dei quali ha appena scoperto di aver contratto l'HIV.
Di fronte a questa sentenza i tre amici vogliono fare il pieno di ricordi e per farlo scelgono un Paese dai colori accesi e pieni di vita ma anche con un gran culto della morte.
E così siamo sempre sul filo: vita, morte, amicizia, solitudine. I grandi temi che Banana affronta ogni volta da vari punti di vista.
Ma Sly colpisce a fondo, nel profondo. Forse perché la morte è contrapposta a cieli blu intenso, profumi di spezie e terra arancio viva e sfavillante. Per noi la morte è grigia, triste, qualcosa che non ha a che fare con la vita.
Invece la morte è parte stessa della vita, dell'esistenza. Un sentimento forte, violento, che cammina ogni giorno insieme a noi, anche quando non ce ne accorgiamo.
Ho trovato questi libro avvolto da un'aurea molto meno trasognante rispetto ai romanzi ambientati in Giappone, quasi il cambio di registro voglia sottolineare il cambio di mentalità, di Paese. Sembra tutto più vero, concreto. Meno rarefatto.
Forse per questo colpisce tanto in profondità.
Un'amica mi ha detto di aver trovato questo romanzo il più triste di Banana. Non so se darle ragione, sicuramente è molto più concreto e a volte la concretezza spaventa.
Ad ogni modo la morte, mettendo a nudo qualsiasi cosa, delineava le forme essenziali che riflettevano la verità del momento. E anche i rapporti interpersonali tornavano al primo incontro, al sentimento originario.
[...]
Per quanto stretti fossero i legami e ardenti i sentimenti di cui li si caricava, indiscriminatamente si veniva travolti come i rami di un vecchio albero abbattuto da una forte ondata.
Sly - B. Yoshimoto
Ed. UEF
P. 136 - Euro 6,50
Consigliato a chi: ama la Yoshimoto e i temi che affronta
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