#Tramontianordest: ricapitolando
Ma alla fine, di questo #Tramontianordest, cosa resta?
La domanda che mi sento rivolgere di più è: quale città di è piaciuta di più?
La seconda domanda (dopo aver sentito la risposta alla prima): ma davvero? Sei sicura?
Come se si potesse essere sicure delle proprie emozioni. Non si è mai sicure di queste cose, sono sensazioni a pelle e molto spesso è difficile anche tirarle fuori: nel momento stesso in cui le si pronuncia ci sembrano vuote e stupide. E si inizia a pensare: si però...
Helsinki sarà sempre nell'Olimpo di questa vacanza, sarà il faro, sarà esattamente quella che è stata: un caldo (freddo) rifugio e la risposta ad un'esigenza forte.
Per questo è in cima alle mie preferenze. Probabilmente rifacessi questo viaggio in un altro momento risponderei diversamente, perché io avrei bisogno di cose diverse. Ma ora avevo bisogno di tranquillità e Helsinki ha saputo regalarmela. E non perché non abbia niente da offrire (come alcuni, lo so, stanno erroneamente pensando). Ma perché mi ha offerto quello che cercavo: natura a portata di mano, clima perfetto (da maglioncino la sera), ottimo cibo e colori vivi.
Ma non di solo Helsinki è stato fatto questo viaggio. Molte altre emozioni porterò con me e molti altri luoghi si ritaglieranno un posticino nel mio cuore e nella mia anima, c'è spazio.
Kalamaja mi ha regalato bellissime passeggiate nelle mattine sonnacchiose di metà agosto. Attraversare la strada, lasciarsi le mura e i suoi frenetici gruppi dietro le bandierine colorate, e trovarsi in una realtà diversa, calma, rilassata, famigliare. Il mare vicino, le case in legno, il nord prepotente che entra negli occhi.
Farsi il bagno nel Baltico, le piccole meduse e gli ottimi pierogi fritti con quel bellissimo panorama a far da sfondo (che finché i gruppi son lontani il centro di Tallinn è davvero da 10 e lode, lo è anche con tutta la gente che brulica per le sue strade, non fraintendetemi, però...).
Il casino di San Pietroburgo, il traffico, la difficoltà di attraversare la strada (la massima concentrazione andava nell'individuare il sottopassaggio, nel non lasciarsi sfuggire l'opportunità di attraversare). La magnificenza dell'Hermitage, trovarsi di fronte a Kandinskij esposto a casa sua. Mettere i piedi nella Neva, dormire un po' su un prato dopo aver mangiato un ottimo hamburger a Nuova Olanda. Ammirarla dai tetti, sentire la vita sotto di te che scorre così prepotente e non aver voglia di scendere.
I lavori in corso a Mosca, il piatto più buono della vacanza, le lemonade sempre diverse, salire su un pullman a caso e farsi trasportare (per godere del refrigerio dell'aria condizionata). La delusione della piazza rossa infagottata per una manifestazione (ma la gioia di averla già vista integra). La scoperta di nuove zone e la certezza di voler tornare. Ammirare il profilo del Cremlino e di San Basilio e perdersi ogni volta, fotografarlo mille volte e imprimerselo nella memoria.
Quante cose che restano impresse. So che non se ne andranno. Magari col tempo sbiadiranno ma poi basterà una frase, un sapore o un odore a farle tornare e tutto tornerà alla mente, ogni emozione di questo viaggio, ogni sensazione.
Torno sempre innamorata dai luoghi che visito, mi restano attaccati addosso. So che porto con me solo le sensazioni belle, perché quando si è in ferie, quando si è in viaggio, le cose quotidiane della vita non ci toccano. E se ci toccano le scacciamo e facciamo finta di non averle incontrate.
Non vi racconterò dei chilometri e del tempo perso per arrivare a Lauttasaari (non ci ho soggiornato ma avevo troppa voglia di vederla) dal centro, non capendo da dove cavolo partissero gli autobus.
Non vi racconterò della mezz'ora allo sportello a Mosca per fare due giornalieri (e ogni bene e un pensiero positivo alla sciura dietro di me che - sfinita - ha deciso di tradurre quello che stavo chiedendo, ormai a gesti, alla bigliettaia).
I luoghi li affronto sempre a mente e cuore aperti e mi porto dietro quello che più mi è piaciuto. E cerco di riportarlo qui attraverso un sapore, un'abitudine.
Piano piano poi svaniscono, restano solo quelli più solidi (come l'amore per Berlino, la voglia di scoprire ogni angolo nascosto di Londra e la certezza di voler tornare a Mosca, più e più volte), chissà cosa si aggiungerà alla lista degli amori "eterni", degli innamoramenti che diventano storie durature, mature e indissolubili.
Oggi risponderò Helsinki, come desiderio di scoprire la Finlandia tutta. Ma magari domani, quando tutto si sarà assopito e sedimentato, quando un po' anche io sarò mutata, la risposta potrà essere diversa.
Ora è tempo di lasciare andare questo viaggio, di concentrarsi sul futuro (neanche troppo lontano) e fare un po' di spazio dentro di me, che presto dovrò accogliere qualche altra strada, via, città, piazza. Qualche altra terra dove volare a seconda dei bisogni e dei desideri del momento. Perché ogni luogo risponde a una nostra domanda, basta sapersi ascoltare e ascoltare quei luoghi a mente aperta.
La domanda che mi sento rivolgere di più è: quale città di è piaciuta di più?
La seconda domanda (dopo aver sentito la risposta alla prima): ma davvero? Sei sicura?
Come se si potesse essere sicure delle proprie emozioni. Non si è mai sicure di queste cose, sono sensazioni a pelle e molto spesso è difficile anche tirarle fuori: nel momento stesso in cui le si pronuncia ci sembrano vuote e stupide. E si inizia a pensare: si però...
Helsinki sarà sempre nell'Olimpo di questa vacanza, sarà il faro, sarà esattamente quella che è stata: un caldo (freddo) rifugio e la risposta ad un'esigenza forte.
Per questo è in cima alle mie preferenze. Probabilmente rifacessi questo viaggio in un altro momento risponderei diversamente, perché io avrei bisogno di cose diverse. Ma ora avevo bisogno di tranquillità e Helsinki ha saputo regalarmela. E non perché non abbia niente da offrire (come alcuni, lo so, stanno erroneamente pensando). Ma perché mi ha offerto quello che cercavo: natura a portata di mano, clima perfetto (da maglioncino la sera), ottimo cibo e colori vivi.
Ma non di solo Helsinki è stato fatto questo viaggio. Molte altre emozioni porterò con me e molti altri luoghi si ritaglieranno un posticino nel mio cuore e nella mia anima, c'è spazio.
Kalamaja mi ha regalato bellissime passeggiate nelle mattine sonnacchiose di metà agosto. Attraversare la strada, lasciarsi le mura e i suoi frenetici gruppi dietro le bandierine colorate, e trovarsi in una realtà diversa, calma, rilassata, famigliare. Il mare vicino, le case in legno, il nord prepotente che entra negli occhi.
Farsi il bagno nel Baltico, le piccole meduse e gli ottimi pierogi fritti con quel bellissimo panorama a far da sfondo (che finché i gruppi son lontani il centro di Tallinn è davvero da 10 e lode, lo è anche con tutta la gente che brulica per le sue strade, non fraintendetemi, però...).
Il casino di San Pietroburgo, il traffico, la difficoltà di attraversare la strada (la massima concentrazione andava nell'individuare il sottopassaggio, nel non lasciarsi sfuggire l'opportunità di attraversare). La magnificenza dell'Hermitage, trovarsi di fronte a Kandinskij esposto a casa sua. Mettere i piedi nella Neva, dormire un po' su un prato dopo aver mangiato un ottimo hamburger a Nuova Olanda. Ammirarla dai tetti, sentire la vita sotto di te che scorre così prepotente e non aver voglia di scendere.
I lavori in corso a Mosca, il piatto più buono della vacanza, le lemonade sempre diverse, salire su un pullman a caso e farsi trasportare (per godere del refrigerio dell'aria condizionata). La delusione della piazza rossa infagottata per una manifestazione (ma la gioia di averla già vista integra). La scoperta di nuove zone e la certezza di voler tornare. Ammirare il profilo del Cremlino e di San Basilio e perdersi ogni volta, fotografarlo mille volte e imprimerselo nella memoria.
Quante cose che restano impresse. So che non se ne andranno. Magari col tempo sbiadiranno ma poi basterà una frase, un sapore o un odore a farle tornare e tutto tornerà alla mente, ogni emozione di questo viaggio, ogni sensazione.
Torno sempre innamorata dai luoghi che visito, mi restano attaccati addosso. So che porto con me solo le sensazioni belle, perché quando si è in ferie, quando si è in viaggio, le cose quotidiane della vita non ci toccano. E se ci toccano le scacciamo e facciamo finta di non averle incontrate.
Non vi racconterò dei chilometri e del tempo perso per arrivare a Lauttasaari (non ci ho soggiornato ma avevo troppa voglia di vederla) dal centro, non capendo da dove cavolo partissero gli autobus.
Non vi racconterò della mezz'ora allo sportello a Mosca per fare due giornalieri (e ogni bene e un pensiero positivo alla sciura dietro di me che - sfinita - ha deciso di tradurre quello che stavo chiedendo, ormai a gesti, alla bigliettaia).
I luoghi li affronto sempre a mente e cuore aperti e mi porto dietro quello che più mi è piaciuto. E cerco di riportarlo qui attraverso un sapore, un'abitudine.
Piano piano poi svaniscono, restano solo quelli più solidi (come l'amore per Berlino, la voglia di scoprire ogni angolo nascosto di Londra e la certezza di voler tornare a Mosca, più e più volte), chissà cosa si aggiungerà alla lista degli amori "eterni", degli innamoramenti che diventano storie durature, mature e indissolubili.
Oggi risponderò Helsinki, come desiderio di scoprire la Finlandia tutta. Ma magari domani, quando tutto si sarà assopito e sedimentato, quando un po' anche io sarò mutata, la risposta potrà essere diversa.
Ora è tempo di lasciare andare questo viaggio, di concentrarsi sul futuro (neanche troppo lontano) e fare un po' di spazio dentro di me, che presto dovrò accogliere qualche altra strada, via, città, piazza. Qualche altra terra dove volare a seconda dei bisogni e dei desideri del momento. Perché ogni luogo risponde a una nostra domanda, basta sapersi ascoltare e ascoltare quei luoghi a mente aperta.
Commenti
Posta un commento