#RememberNovember: FUTURO
Stamattina, nei 40 minuti di passeggiata (tra traffico e giardini) che mi separano dal lavoro pensavo a se e cosa scrivere nell'ultimo capitolo del #RememberNovember di Silvia.
Dato che sono una persona costante e che le cose le porto a termine mi sembrava brutto non scrivere l'ultimo capitolo, quello su cui ci siamo focalizzati in questi ultimi 10 giorni di Novembre.
E però è anche vero che, a dirla tutta, non sono stata molto attiva e sollecita in questa ultima parte di percorso. È come se il parlare di futuro mi stancasse a volte.
Mi spiego meglio. Ci sono stati momenti nella mia vita in qui ero completamente proiettata nel futuro, guardavo sempre a un domani sperando sopratutto che passasse l'oggi.
Adesso non è più così. E la spiegazione è davvero molto semplice. Nell'oggi che sto vivendo sto molto bene. Mi calza a pennello. Me lo sono costruita passo dopo passo., e in un certo senso ho iniziato a farlo quando mi sono scrollata di dosso certe cose del passato e ho smesso di pensare a come volevo il futuro.
Io sono come vorrei essere, riesco a indossare solo poche maschere (e anche quelle appena accennate). Giusto un po' al lavoro, quel minimo richiesto. Per il resto sono io, così come sono, prendere o lasciare.
Sono circondata da quello che volevo: famigliari che amo e che mi amano, amici meravigliosi con cui passare serate al bar o lunghissime ore a parlarsi attraverso l'etere, passioni che coltivo quando posso e riesco: il basket, i viaggi, leggere e cucinare.
La mia vita è piena e mi gratifica, per questo non sto tanto a pensare a me tra 10 anni. Perché in fondo vorrei cambiare poco di quella che sono oggi. E quel poco è assolutamente risibile e comunque ha solo poco a che fare con la mia volontà (quanto meno in una buona parte).
Ovvio, non vivo su un'isola immaginaria. Ho anche io i miei giorni no. Come il 15 del mese quando paghi l'affitto, guardi il conto in banca e ti viene voglia di urlare. Quando entri dal dentista e ne esci con preventivi inaffrontabili. Oppure quando ancora ti rendi conto che certe persone hanno il potere di buttarti un po' giù di morale.
Però so i passi avanti che ho fatto. E so anche che ne farò ancora, camminando giorno dopo giorno accanto a me stessa senza paura del cambiamento. Di cambiare strada, con una svolta improvvisa.
Ma, come ho già detto, restando sempre fedele all'originale.
Per questo, del futuro, di come sarò, cosa farò e con chi sarò, mi preoccupo poco. Vivo l'oggi, che mi piace molto senza farmi troppe paranoie e senza crearmi troppi percorsi preconfezionati.
(discorso diverso quando si tratta di organizzare viaggi, quelli sono già a posto per i prossimi mesi, quasi anni potrei dire. Ma questa è un'altra storia).
Dato che sono una persona costante e che le cose le porto a termine mi sembrava brutto non scrivere l'ultimo capitolo, quello su cui ci siamo focalizzati in questi ultimi 10 giorni di Novembre.
E però è anche vero che, a dirla tutta, non sono stata molto attiva e sollecita in questa ultima parte di percorso. È come se il parlare di futuro mi stancasse a volte.
Mi spiego meglio. Ci sono stati momenti nella mia vita in qui ero completamente proiettata nel futuro, guardavo sempre a un domani sperando sopratutto che passasse l'oggi.
Adesso non è più così. E la spiegazione è davvero molto semplice. Nell'oggi che sto vivendo sto molto bene. Mi calza a pennello. Me lo sono costruita passo dopo passo., e in un certo senso ho iniziato a farlo quando mi sono scrollata di dosso certe cose del passato e ho smesso di pensare a come volevo il futuro.
Io sono come vorrei essere, riesco a indossare solo poche maschere (e anche quelle appena accennate). Giusto un po' al lavoro, quel minimo richiesto. Per il resto sono io, così come sono, prendere o lasciare.
Sono circondata da quello che volevo: famigliari che amo e che mi amano, amici meravigliosi con cui passare serate al bar o lunghissime ore a parlarsi attraverso l'etere, passioni che coltivo quando posso e riesco: il basket, i viaggi, leggere e cucinare.
La mia vita è piena e mi gratifica, per questo non sto tanto a pensare a me tra 10 anni. Perché in fondo vorrei cambiare poco di quella che sono oggi. E quel poco è assolutamente risibile e comunque ha solo poco a che fare con la mia volontà (quanto meno in una buona parte).
Ovvio, non vivo su un'isola immaginaria. Ho anche io i miei giorni no. Come il 15 del mese quando paghi l'affitto, guardi il conto in banca e ti viene voglia di urlare. Quando entri dal dentista e ne esci con preventivi inaffrontabili. Oppure quando ancora ti rendi conto che certe persone hanno il potere di buttarti un po' giù di morale.
Però so i passi avanti che ho fatto. E so anche che ne farò ancora, camminando giorno dopo giorno accanto a me stessa senza paura del cambiamento. Di cambiare strada, con una svolta improvvisa.
Ma, come ho già detto, restando sempre fedele all'originale.
Per questo, del futuro, di come sarò, cosa farò e con chi sarò, mi preoccupo poco. Vivo l'oggi, che mi piace molto senza farmi troppe paranoie e senza crearmi troppi percorsi preconfezionati.
(discorso diverso quando si tratta di organizzare viaggi, quelli sono già a posto per i prossimi mesi, quasi anni potrei dire. Ma questa è un'altra storia).
Commenti
Posta un commento