Vogliamo diventare una specie protetta?
Ho iniziato oggi a leggere "L'educazione delle fanciulle".
E di fanciulle oggi voglio parlare entrando nel dibattito sulle quote rosa e la rappresentanza femminile nei centri di potere, in particolare politico.
Penso anche io come Rita Querzè in quest'articolo su La27Ora che noi donne siamo poco rappresentate nelle alte sfere perché la classe dirigente, maschile, dei partiti fa in un certo senso "muro" sulle candidature femminili. Penso anche io che ci sia un profondo maschilismo nella società per cui le prime parole che vengono alla bocca parlando di una donna riguardano l'aspetto fisico. Però penso anche, per rispondere alla domanda della Querzè, che non siano le quote rosa e l'imposizione attraverso i tribunali le strade da percorrere.
Imporre una candidata solo perché donna non credo sia giusto. Pensarci così tanto diverse dagli uomini da fare per forza meglio di loro è un femminismo eccessivo che non fa altro che il gioco dei maschilisti.
Io non voterò mai un canditat* solo perché appartenente al mio genere. Quando decido di votare qualcuno lo faccio per le sue idee, il suo programma.
Dopo le amministrative si è aperto un gran dibattito circa il fatto che le donne non sostengono le donne. E perché io, milanese, avrei dovuto sostenere la Moratti? Aveva amministrato malissimo quindi è stata punita dai suoi cittadini. Questa è la motivazione.
Aprire la strada a quote rosa o, ancora peggio, doppia preferenza di genere, sarebbe come dire: "siccome siamo inferiori, non siamo capaci di fare le cose da sole e siamo più speciali di voi, allora abbiamo diritto a un posto solo perché apparteniamo al genere giusto".
Mi sembra un po' forzato. E mi sembra sbagliato.
Credo che invece si debba cercare di mutare il pensiero della società attraverso l'educazione dei nostri (vostri) figli e delle nostre figlie per arrivare ad una società dove le differenze di genere saranno viste come cose positive da cui partire. Dove le donne saranno trattate come pari e di conseguenza entreranno nelle cariche politiche in quanto pari grado e non come specie da proteggere.
Nel frattempo? Nel frattempo aspettiamo, ci rimbocchiamo le maniche e facciamo sentire la nostra voce, in quanto cittadini di questo stato. Perché penso che alla fine se passa questo metodo allora sarà molto difficile essere considerate pari grado, essere considerate per quello che si ha nel cervello. Perché ci sarà sempre il sospetto che si sia lì per legge, perché si è specie protetta.
E di fanciulle oggi voglio parlare entrando nel dibattito sulle quote rosa e la rappresentanza femminile nei centri di potere, in particolare politico.
Penso anche io come Rita Querzè in quest'articolo su La27Ora che noi donne siamo poco rappresentate nelle alte sfere perché la classe dirigente, maschile, dei partiti fa in un certo senso "muro" sulle candidature femminili. Penso anche io che ci sia un profondo maschilismo nella società per cui le prime parole che vengono alla bocca parlando di una donna riguardano l'aspetto fisico. Però penso anche, per rispondere alla domanda della Querzè, che non siano le quote rosa e l'imposizione attraverso i tribunali le strade da percorrere.
Imporre una candidata solo perché donna non credo sia giusto. Pensarci così tanto diverse dagli uomini da fare per forza meglio di loro è un femminismo eccessivo che non fa altro che il gioco dei maschilisti.
Io non voterò mai un canditat* solo perché appartenente al mio genere. Quando decido di votare qualcuno lo faccio per le sue idee, il suo programma.
Dopo le amministrative si è aperto un gran dibattito circa il fatto che le donne non sostengono le donne. E perché io, milanese, avrei dovuto sostenere la Moratti? Aveva amministrato malissimo quindi è stata punita dai suoi cittadini. Questa è la motivazione.
Aprire la strada a quote rosa o, ancora peggio, doppia preferenza di genere, sarebbe come dire: "siccome siamo inferiori, non siamo capaci di fare le cose da sole e siamo più speciali di voi, allora abbiamo diritto a un posto solo perché apparteniamo al genere giusto".
Mi sembra un po' forzato. E mi sembra sbagliato.
Credo che invece si debba cercare di mutare il pensiero della società attraverso l'educazione dei nostri (vostri) figli e delle nostre figlie per arrivare ad una società dove le differenze di genere saranno viste come cose positive da cui partire. Dove le donne saranno trattate come pari e di conseguenza entreranno nelle cariche politiche in quanto pari grado e non come specie da proteggere.
Nel frattempo? Nel frattempo aspettiamo, ci rimbocchiamo le maniche e facciamo sentire la nostra voce, in quanto cittadini di questo stato. Perché penso che alla fine se passa questo metodo allora sarà molto difficile essere considerate pari grado, essere considerate per quello che si ha nel cervello. Perché ci sarà sempre il sospetto che si sia lì per legge, perché si è specie protetta.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653
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