Cinema Albero

Ero sul pullman verso casa, il libro in mano ormai alle ultime pagine. Una lettera di uno zio alla nipote 18enne. E le lacrime sono scese. Non so perché. Le parole mi colpivano come lame, la dolcezza e l'asprezza di quella lettera me l'ha fatta sentire come poche altre pagine. 
Difficilmente mi capita di piangere leggendo un libro o guardando un film. Mi è capitato con Philadelphia, mi capita a tratti con Pretty Woman e Notting Hill e mi è capitato con "il ragazzo che parla col sole" e "la concessione del telefono" (ma dal ridere). Ora devo aggiungere alla lista "CINEMA ALBERO" di Efraim Medina Reyes, di cui a questo punto ho letto tutto il pubblicato. 

Cinema Albero pubblicato nel 2006 (in Italia 2007 - ed. Fusi Orari) è l'ultimo libro di Medina Reyes. A quanto pare autobiografico. Inizialmente ci porta nell'adolescenza di Efraim e al Cinema Albero. Scorci di Città Immobile e di vita colombiana. Sesso, convivenze, la vita che prosegue. Avventure e disavventure. Realtà e fantasia che si mescolano. Poi l'ultima parte, il racconto della fuga di suo padre e, soprattutto, il quadro di sua madre. Meraviglioso. Un grido d'amore di un figlio alla propria madre. E le domande che non troveranno mai risposta. 

E poi la lettera. "... Perché vivere è soprattutto una questione di istinto. Il mondo è un posto pericoloso e dicono che è meglio tenere la bocca chiusa, così non ci entrano le mosche, ma tacere troppo è dannoso per le arterie. Il silenzio è importante solo quando alla radio trasmettono Mozart. [...] L'unico modo che esiste per amare qualcuno è insegnargli a essere libero. ..."


E. Medina Reyes
Ed. (Fusi Orari)
12,00 €

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