#AmandoUK: Cosa mi manca del Regno Unito

Sono ferma praticamente da un anno, se si esclude la settimana a Colonia e il fine settimana a Venezia (tra giugno e agosto). La cosa inizia davvero a pesarmi e più di tutto mi pesa il non riuscire a fare programmi. 

Onestamente non ho voglia di prenotare l’ennesimo viaggio, sperarci fino all’ultimo e poi venire bloccata quando ormai la sentivo come una cosa fatta. Farebbe troppo male. E così si sta, come color che son sospesi

Per questo motivo mi è venuta in mente questa rubrica che avrà cadenza bimensile. In fondo, parlare del proprio amore ce lo fa sembrare più vicino. Almeno per un po’. 


Questa prima puntata di #AmandoUK vi farà scoprire le cose che più mi mancano del Regno Unito ora che non ci posso andare. 


PUB

Non sono un’ubriacona, non confondetevi. Non del tutto, almeno. 

Il pub, nella cultura britannica è molto di più che un luogo dove andarsi a distruggere a suon di pinte o G&T. Il pub è il luogo che meglio rappresenta lo spirito comunitario e dove meglio questo spirito si manifesta. Nei pub in giro per le isole (che vedrete quanto sanno essere diversi spostandovi tra Inghilterra - Galles - Scozia e Nord Irlanda) si ritrova gente di ogni età, di ogni strato sociale e una volta varcate quelle porte si diventa, in qualche modo, tutti uguale. Tutti parte di una comunità. Nei pub si festeggiano gli avvenimenti importanti della vita (belli e brutti), si faranno raccolte di denaro per aiutare persone o cause inerenti la società e - soprattutto - si vivrà insieme molte ore. Stare in un pub, osservare le persone e le loro dinamiche e - per qualche momento - essere parte di quell’insieme è una cosa che mi manca molto. Forse perché ho dovuto, giocoforza, fare a meno del mio bar di riferimento che mi ha tolto la mia comunità. 


BRUGHIERA

Respirare la brughiera è una cosa che vi auguro di fare una volta nella vita. Per me è stata un’esperienza mistica che riesco a richiamare alla memoria ogni volta che ne ho bisogno. 

La brughiera richiama alla mente milioni di bellissime pagine di libri su cui ho speso tanto tempo e a cui spesso ritorno. 

La brughiera regala momenti di assoluta tranquillità. Un paesaggio morbido, verde e colorato insieme. Un odore che sale alle narici parlando di terra e di magia. Di storia e di lavoro. Parlando, soprattutto, oggi, di conservazione del territorio. 


PIE

Il cibo britannico mi manca molto, forse ai più sembrerà strano ma è così. Ed è il cibo che più ho cucinato in questi mesi di quarantena. Mi sono sbizzarrita tra chicken pie e shepherd’s pie e devo dire che non mi sono venute per niente male! 

Le pie sono, tra tutti i cibi che amo della Gran Bretagna, le mie preferite. Amo gli stufati, amo i sapori che si mischiano, la carne (o il pesce) uniti alle spezie e dosati nel modo giusto, quella sensazione di calore immediata, l’essere indiscutibilmente un comfort food!  


LIBERTÀ

Sembrerà banale e un cliché, però nel Regno Unito si respira moltissima libertà. Perché ci si spoglia di quella necessità tutta italiana dell’apparire a tutti i costi, del vestito giusto, la scarpina giusta. Quella sensazione che “se vado nel posto X vestita così mi cacciano - o non mi fanno entrare”. 

La società britannica è vincolata a molti formalismi, il che viene espresso - per chi lo visita e non ci vive - soprattutto da una grande educazione e un rispetto in ogni ambito della vita. Tutto questo però non toglie ma anzi aggiunge alla libertà che io respiro ogni volta che sono da quelle parti. Si è liberi di essere come si è, l’importante è essere educati e rispettare le regole basilari del vivere comune. 


MUSEI GRATIS

Un segno a mio avviso di grande civiltà che poi si ritrova in tutto quello che è il prodotto culturale britannico, dai libri alle serie tv, dai programmi di approfondimento ai giornali della carta stampata. 

Non ci sono porcherie in UK? Ovvio che ci sono, il trash va sempre. Però la media è nettamente più alta. C’è poco da fare, i musei pubblici gratuiti sono una cosa che il mondo dovrebbe imparare e seguire! 


IL MIO POSTO NEL MONDO

E concludiamo così, semplicemente. 

Io ho la fortuna di chiamare casa più di un luogo nel Mondo. Casa è ovviamente la mia città, Milano. Casa però per me è anche Celle Ligure, dove mi sono formata come persona (anche se forse oggi, dopo tanti anni, faticherei a ritrovare i miei punti di riferimento). Casa è San Candido, e lo è ogni volta che ci torno: d’altra parte può non essere casa il luogo dove hai mosso i primi passetti? 

Poi c’è Berlino con cui ho sentito un’affinità elettiva da subito, ancora buio, mentre il bus mi portava da Tegel (ciao Tegel) all’albergo. 

Con il Regno Unito la gestazione è stata più lunga. Ho dovuto uscire da Londra per iniziare a sentire quel feeling. Ma ora è potente, un filo che ogni anno cresce e diventa sempre più una corda da arrampicata. Un filo che coltivo coi viaggi, certo, ma anche con tante letture e tanti scambi con persone speciali. 

Ora posso dire che quando metto piede in UK, ma soprattutto in Inghilterra, sento che quello è il posto della mia anima. 


E per tutto questo so che presto ci ritroveremo.



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