Varsavia e i suoi eroi
In questo viaggio
ci sono stati molti luoghi che hanno rapito il mio cuore, molti pezzi di me
resteranno in terra polacca e ho accumulato infiniti momenti a cui tornare per
riflettere, ricaricarmi e sospirare.
Voglio iniziare a parlarvi di #Poloyum attraverso il racconto di alcuni eroi che ho conosciuto e, sopratutto, parlandovi di un luogo che mi ha commossa.
Siamo a Varsavia,
una città di cui nel 1945 restava in piedi solo il 15% degli edifici e la cui
popolazione era solo il 32% di quella prima della guerra. Varsavia è una città
in cui ogni pietra parla di martiri, vittime, sangue versato sull'altare della
Patria. Varsavia è una città martire che come poche altre ha saputo rialzarsi
dalle ceneri e ha scelto di tornare a splendere invece di arrendersi alla
cancellazione della storia.
Questo carattere,
dimostrato dopo la Guerra e oggi davanti agli occhi di tutti (perché diciamocelo,
Varsavia è proprio bella e nessun viaggiatore ne può restare indifferente) è
stato un tratto distintivo della città da sempre (direi che è un tratto
distintivo di tutta la Polonia, che ha saputo restare Stato al di là delle
volontà e delle dominazioni di altri nel corso dei secoli, ma questa è un’altra
storia).
Varsavia si è
ribellata al nazifascismo, due volte.
La prima è stato il ghetto a insorgere
nel 1943. La rivolta è stata sedata nel sangue dai nazisti in un mese.
Il
ghetto di Varsavia era il più grande della Polonia, nel 1940, in 3,5 chilometri quadrati erano stipate circa
400.000 persone. Nel 1943 ne rimanevano solo 70.000.
E
quei 70.000 decisero di insorgere. Dopo un mese la rivolta fu sedata, gli ebrei rimasti deportati in vari campi di sterminio e il ghetto raso al suolo. A loro è dedicato un toccante monumento fuori
dal museo POLIN (di cui parleremo in un altro post) e la loro storia è
raccontata in una stanza del museo.
Ma Varsavia non
era doma. Il 1° agosto del 1944 fu tutta la città ad insorgere contro l’oppressore.
La Polonia era stata invasa dai tedeschi nel 1939 ma non si arrese mai, il
Governo fuggì in Gran Bretagna e da lì continuò a guidare la Resistenza.
Una parte dell’esercito
era rimasto in Patria e nel 1944 decise di iniziare la rivolta di Varsavia
anche perché l’Armata Rossa era penetrata in Polonia e l’esercito si aspettava
un loro intervento a sostegno che però non avvenne mai.
Gli alleati
(britannici e americani in particolare) aiutarono con armi e cibo i rivoltosi,
tutta la popolazione era insorta, che disponevo di scarsi mezzi e dovevano
fronteggiare un esercito molto meglio attrezzato. Tutto questo non bastò, dopo
due mesi la popolazione e l’esercito accettarono la resa. Al di là della
Vistola c’era l’Armata Rossa ferma a guardare.
Ma a Hitler non
bastò, ordinò la completa distruzione della città che puntualmente avvenne. Come
scrivevo prima, solo il 15% degli edifici di Varsavia restarono in piedi.
A quegli eroi è
dedicato un museo tra i più toccanti che abbia visitato, il museo della Rivolta
di Varsavia.
All'esterno un
muro che pare infinito riporta tutti i nomi dei combattenti, morti ma anche
sopravvissuti. Dietro al muro un bellissimo roseto con le foto a colori di quei
giorni. Sul muro troneggiano le foto di alcuni resistenti. Foto di ragazzi e
ragazze, giovani e sorridenti. Ed è quello ciò che più mi ha colpita, quei
visi, quei sorrisi. Ragazzi e ragazze che conoscevano il loro destino ma che lo
affrontavano con un bellissimo sorriso sulle labbra, il sorriso di coloro che
sanno di stare facendo la cosa giusta, sanno di essere dalla parte giusta della
Storia.
Credo che da noi
si parli troppo poco di ciò che è stato fatto alla Polonia durante l’ultimo
secolo (e non solo), si parla troppo poco del coraggio di quel popolo e della
sua forza. Un museo come quello della Rivolta di Varsavia è da visitare per
rendere giustizia a questi ragazzi e rendergli il giusto omaggio. Lasciatevi
commuovere, fatevi riempire gli occhi di lacrime e conoscerete un po’ meglio
Varsavia, il suo spirito e le sue pietre.
Info utili:
Indirizzo: Grzybowska
79
Costo biglietto: 25
zloty per adulto (circa 6 euro) (ci sono anche biglietti scontati per
particolari categorie di persone)
Sito internet: https://www.1944.pl/en
per arrivare il
mezzo più comodo è la linea 2 della metro (rossa) fermata Rondo Daszyńskiego
oppure vari tram fermano molto vicino (1-9-14-24-29-71-73-74)
Quando sono stata a Varsavia e nello specifico nel museo di cui parli, le foto sui muri non c'erano ma la torre ovviamente sì, ed è stata quella a colpirmi più di tutto insieme all'atmosfera all'interno. Come hai detto tu ci sono foto e testimonianze ma soprattutto suoni, telefonate, comunicazioni, spari... e l'oscurità. E' senza dubbio uno dei musei da vedere in Europa.
RispondiEliminaLe foto sono un progetto moderno molto d'impatto.
EliminaIl museo è senz'altro da vedere, soprattutto perché è una storia di cui si sa quasi nulla.