Le nostre anime di notte

Due vedovi decidono di passare le notti insieme, per farsi compagnia, per avere qualcuno con cui parlare, per superare quel momento così difficile: la notte, quando si è soli coi propri pensieri e il tempo sembra fermarsi e ci mette davanti i nostri fantasmi.

Kent Haruf racconta un tabù della nostra società: la solitudine della vecchiaia. E lo fa con delicatezza e poesia, con un tocco leggero.

Addie e Louis non si conoscono bene, sono vicini da tutta una vita ma non sono mai entrati in confidenza. Però Addie a un certo punto prende il coraggio tra le mani e fa la sua proposta a Louis: dormire insieme, per superare la notte.
Lui è inizialmente frastornato e incuriosito dalla proposta della vicina, poi accetta.
Inizia un rapporto bellissimo, fatto di confidenze, tatto e poesia. Due anime che si incontrano e si trovano. Due confidenti, due amici. 

Ma la loro amicizia non passa inosservata e tutti sono presto pronti a giudicare, perché in questa nostra società dove sembrano non esserci tabù se sei vecchio non puoi rifarti una vita, è strano. E così i figli dei due iniziano ad intromettersi, in vari modi e livelli, nel rapporto di Addie e Louis, in un modo che io ho trovato fastidioso. Non ho capito.

Non riesco a capire come si possa sempre e solo giudicare la vita degli altri senza ascoltare, senza vedere. Partendo sempre da preconcetti si stabilisce cosa sia meglio per una persona e se questa fa diversamente ci accaniamo su di lei.
Ho riflettuto molto intorno a questo libro e al suo messaggio. Se mia nonna, rimasta vedova ormai da diversi anni, mi avesse detto di aver trovato "un amico", una persona con cui farsi compagnia (fosse di notte o meno), ne sarei stata felice!
Vedere i figli di Addie e Louis accanirsi contro questo rapporto mi faceva venire davvero saltare la mosca al naso.
Ma è davvero ancora un tabù costruirsi un rapporto d'affetto / d'amore /d'amicizia in età avanzata? Perché? Perché ci da fastidio che due persone possano trovare del buono, dell'amore, dell'affetto anche in età avanzata? Cos'è che sconvolge così tanto la nostra morale?

Nota a margine: il film, con Robert Redford e Jane Fonda, non rende giustizia al libro. Intanto perché ha un finale consolatorio che manca nel libro e poi perché i conflitti con i figli (e la società ristretta del paesello) sono molto attutiti, quasi resi innocui, mentre invece nel libro sono la parte centrale. Perché questa scelta? Perché nei film si cerca sempre un finale consolatorio, il lieto fine? 


Le nostre anime di notte - K. Haruf
Ed. NN - p. 176 - Euro 17,00
Audiolibro: Ed. Emons - letto da Sergio Rubini

Consigliato a chi: ha voglia di riflettere su un tabù ancora troppo presente nella nostra società

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