La colonna di fuoco

Si torna a Kingsbridge ma molti secoli dopo. Siamo nel 1558, circa 11 mesi prima la salita al trono di Elisabetta I.
Un periodo della storia britannica che mi affascina, la lotta alla successione di Enrico VIII, la guerra tra le due religioni (cattolica e protestante), la guerra tra le due sorelle prima e le due cugine poi. Donne volitive, forti, determinate. Donne quasi futuristiche, per questo amo tanto questo periodo, così antico eppure così moderno.
Come sempre Follett ci parla di tempi andati percorrendo temi a lui cari nell'oggi. E l'emancipazione femminile è sempre presente nei suoi romanzi, difficile protagoniste siano donne di poco conto, che si lasciano vivere dal tempo. Questo è sempre vero anche qui: Sylvie, Margery, Alice ma anche Bella... Donne comuni che in un modo o nell'altro si distinguono, vivendo il proprio tempo anticipando i tempi, credendo nei propri ideali e combattendo per essi. E questo messaggio, nel momento che stiamo vivendo, credo sia importantissimo.

"Ero preoccupato per lei ma avevo imparato, dalla Regina Elisabetta, che alcune donne non possono essere comandate dagli uomini"
Ma veniamo alla Storia.

Siamo in un momento di grande cambiamento per l'Inghilterra, la figlia maggiore (cattolicissima) di Enrico VIII non riesce a generare un figlio e si inizia a pensare ad un successore. Diretti e legittimi non ce n'erano ma erano in molti a pensare che il posto spettasse alla sorellastra Elisabetta I, non legittima perché il matrimonio tra Enrico ed Anna Bolena non era riconosciuto dalla Chiesa (fu la causa dello scisma tra Enrico e la Chiesa Cattolica con tutto ciò che poi ne conseguì).
Insomma, c'era un bel fermento. Per non parlare della guerra con la Francia, la "cugina" di Elisabetta (Maria Stuart) che scalpitava (forte del suo essere, pure lei, cattolicissima)...
Ed è in questo contesto che iniziano le avventure in una Kingsbridge che sembra immutata (l'ospedale di Caris è sempre lì, come il ponte di Merthin) ma in realtà i segni del tempo si affacciano anche qui (il priorato è vuoto, visto che Enrico VIII ha abolito i monasteri e cattolici e protestanti - in clandestinità - si guardano in cagnesco).

Maria Tudor morirà sul finire del 1558 e la successione fu gestita in modo egregio dai collaboratori di Elisabetta I (grazie anche alla debolezza di Maria Stuart che per quanto cattolica era giovanissima, scozzese e sposata al deboluccio delfino di Francia, anch'egli poco più che bambino).

In questa epoca, di incertezza, guerre religiose, tradimenti di palazzo e fronti che cambiano in continuazione si inserisce La colonna di fuoco. Ennesima riprova che non è della lunghezza dei libri che ci si dovrebbe preoccupare, al momento dell'acquisto, ma da chi li ha scritti e come. E Follett è un maestro di scrittura, abile come pochi a tessere saghe familiari, intrecci e avventure che si snodano nel corso della Storia. Facendo intrecciare Storia e storie, tenendoci attaccati alle pagine fino alla fine. Per poi farci sentire orfani. In attesa della prossima storia (vero che a Kingsbridge ci torniamo Ken??!!)

La colonna di fuoco è sopratutto un libro che parla di libertà religiose. Siamo in un'epoca di guerre religiose, in un momento in cui si doveva decidere se la strada da percorrere era la libertà di professare il proprio credo o essere intransigenti. Elisabetta sarà una precursora in questo senso: chi la seguirà in Europa?

"[...] C'è una cosa che devi cercare di capire, Roger. Non esistono santi in politica. Ma anche le persone imperfette possono cambiare il mondo in positivo"
Un elemento spicca durante la lettura di questo libro: il multiculturalismo che pervadeva l'Europa. Si viaggiava (a fatica, in modo scomodo, ma lo si faceva), circolavano le idee e si mischiavano le lingue. Non siamo la prima generazione ad essere interconnessa: il mondo nasce interconnesso in un certo senso. Ogni volta che penso a questo mi chiedo quanto sia stupido combattersi per un confine, un'idea astratta e malata di nazione e di radici/origini.
"Ned trovava che gli inglesi avessero posizioni del tutto illogiche nei confronti degli stranieri: odiavano i turchi, pensavano che gli ebrei fossero malvagi, ma ritenevano gli africani esotici e innocui. 
Come vedete ho omesso quasi ogni riferimento a personaggi e storie del romanzo. Il canovaccio di fondo è sempre quello: una storia d'amore difficile e contrastata (qui ci si mette di mezzo la differenza di credo oltre alla consuetudine dei matrimoni combinati), Kingsbridge che fa da sfondo (sempre meno) come pretesto per parlare più ampiamente della Storia. Il Mondo che si amplia: la famiglia del protagonista è sparsa tra Inghilterra e Spagna, poi viaggia fino nel Nuovo Mondo e in Francia.
Per il resto voglio lasciare intatto in voi il piacere della lettura.



La colonna di fuoco - K. Follett
Ed. Mondadori
p. 907 - Euro 27,00

Consigliato a chi: ha voglia di una grande avventura, di Storia, di storie

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