Compiti per tutti - 4-10 aprile 2013
Quale storia ti piacerebbe ascoltare per addormentarti e chi vorresti che te la raccontasse?
Beh Rob, questa volta me la fai abbastanza facile. Ed era ora, perché gli ultimi compiti erano talmente brutti che non mi sono neanche sprecata.
Appena sento la parola storia volo alla mia infanzia, e il cantastorie è sempre uno a scelta tra mia nonna e mio nonno. I miei genitori non si sono mai eccessivamente sprecati in questa nobile arte.
I miei nonni invece sempre. Mia nonna soprattutto la sera, quando ci addormentavamo (io e i miei cugini) ci raccontava la storia di Alice. Ma mica quella del libro. Siamo gente originale in famiglia. La nostra storia di Alice non aveva mai fine. E dentro c'erano tutti i personaggi che volevamo. E le storie si intrecciavano che neanche Beautiful.... E non so come facesse mia nonna a tenerne le fila, secondo me da qualche parte si scriveva due o tre informazioni per ricordarsi dove riprendere la storia. Perché i bambini sono impietosi, si ricordano tutto (non hanno molto altro da ricordare, in effetti) e se sgarri anche solo di un piccolo e insignificante particolare te lo fanno notare. E sei fatto. La tua storia non è più credibile. Perché poi il bello è che i bambini ci credono alle favole. Sono convinti che siano reali. E se sbagli, come si fa? Non ti ricordi che le calze erano a pois azzurri e gialli e non a righe??? Ma daiiiiii...
Invece mio nonno si cimentava nell'arte del cantastorie soprattutto in montagna. Perché non è che io sia venuta fuori camminatrice così per caso. Io come ho imparato a camminare sono stata messa sui sentieri altoatesini (e valdostani) e via marciare. Poche storie. E comunque anche prima il nonno in questione (con alternanza di quasi - nonni ovvero i prozii) si caricava il peso della dolce nipotina nei marsupi anni '80 (che altro che queste cose moderne, pesavano più del bambino) e via a 3.000 metri. Che problema c'è??? E però i bambini un po' li interessi con i fiori, le piante, gli insetti, ecc... poi però si stancano, hanno fame (e il rifugio sembra sempre lontano)... e allora ecco. La storia. E partiva la Pantera Rosa. Anche qui, non pensate al classico perché non ha niente a che vedere. La protagonista era la Pantera Rosa. Ma poi la storia era tutta frutto della fantasia del nonno (e dei nonni acquisiti).
E queste storie sono quelle che ancora sento nelle orecchie e mi fanno addormentare. O mi fanno camminare anche quando non è ho tanta voglia, o piove, o tutt'e due le cose. Sono la mia famiglia. Quelle storie. Sono io. Siamo NOI.
Beh Rob, questa volta me la fai abbastanza facile. Ed era ora, perché gli ultimi compiti erano talmente brutti che non mi sono neanche sprecata.
Appena sento la parola storia volo alla mia infanzia, e il cantastorie è sempre uno a scelta tra mia nonna e mio nonno. I miei genitori non si sono mai eccessivamente sprecati in questa nobile arte.
I miei nonni invece sempre. Mia nonna soprattutto la sera, quando ci addormentavamo (io e i miei cugini) ci raccontava la storia di Alice. Ma mica quella del libro. Siamo gente originale in famiglia. La nostra storia di Alice non aveva mai fine. E dentro c'erano tutti i personaggi che volevamo. E le storie si intrecciavano che neanche Beautiful.... E non so come facesse mia nonna a tenerne le fila, secondo me da qualche parte si scriveva due o tre informazioni per ricordarsi dove riprendere la storia. Perché i bambini sono impietosi, si ricordano tutto (non hanno molto altro da ricordare, in effetti) e se sgarri anche solo di un piccolo e insignificante particolare te lo fanno notare. E sei fatto. La tua storia non è più credibile. Perché poi il bello è che i bambini ci credono alle favole. Sono convinti che siano reali. E se sbagli, come si fa? Non ti ricordi che le calze erano a pois azzurri e gialli e non a righe??? Ma daiiiiii...
Invece mio nonno si cimentava nell'arte del cantastorie soprattutto in montagna. Perché non è che io sia venuta fuori camminatrice così per caso. Io come ho imparato a camminare sono stata messa sui sentieri altoatesini (e valdostani) e via marciare. Poche storie. E comunque anche prima il nonno in questione (con alternanza di quasi - nonni ovvero i prozii) si caricava il peso della dolce nipotina nei marsupi anni '80 (che altro che queste cose moderne, pesavano più del bambino) e via a 3.000 metri. Che problema c'è??? E però i bambini un po' li interessi con i fiori, le piante, gli insetti, ecc... poi però si stancano, hanno fame (e il rifugio sembra sempre lontano)... e allora ecco. La storia. E partiva la Pantera Rosa. Anche qui, non pensate al classico perché non ha niente a che vedere. La protagonista era la Pantera Rosa. Ma poi la storia era tutta frutto della fantasia del nonno (e dei nonni acquisiti).
E queste storie sono quelle che ancora sento nelle orecchie e mi fanno addormentare. O mi fanno camminare anche quando non è ho tanta voglia, o piove, o tutt'e due le cose. Sono la mia famiglia. Quelle storie. Sono io. Siamo NOI.
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