Incertezze
Siamo in un momento molto particolare del nostro Paese. Niente Governo, niente Papa, niente Capo della Polizia, niente Capo di Stato (nel senso che ormai siamo nel semestre bianco, quindi le sue funzioni sono di fatto ridotte al minimo).
Tutto questo nel bel mezzo di una profonda crisi economica che sicuramente avrà (sta già avendo) ripercussioni a livello sociale.
Una delle ripercussioni sociali della crisi economica è l'aumento del tasso di natalità. Non so se ci state facendo caso ma in giro ci sono un sacco di pancioni. E se penso alle mille seghe mentali che mi sto facendo io mi sembra davvero incredibile. Ma fior di sociologi dicono sia normale, in periodi di crisi si pensa di metter su famiglia. Sarà che la donna non vede più in pericolo il posto di lavoro (tanto l'ha già perso), sarà perché ci sembra di creare qualcosa di bello e solido in un periodo nero. Chissà!
Poi c'è l'incertezza. Perenne. I giovani, i ragazzi che stano attraversando al decade dei vent'anni in questo momento non li invidio per niente. Bell'età non c'è che dire. Ma io alla loro avevo ancora un sacco di sogni, immaginavo una carriera incredibile, mi vedevo laureata andare in giro con 24 ore, mega agenda e splendida penna tra le mani. Ora che sogni hanno? I più intraprendenti forse si vedono con le valige all'aeroporto.. Quelli proprio super motivati ci sono già all'aeroporto. O alla destinazione. Poi ci sono gli altri, sballotati, indecisi, titubanti. Pieni di paure in un'età nella quale si dovrebbe sentire la voglia di spaccare il mondo. Ma non è il loro mondo questo.
No, non vuole essere un post triste questo. Per niente. A dire il vero io sono in un momento incredibilmente felice della mia esistenza. Sto prendendo forma, esattamente come vorrei essere. Mi vedo donna, ogni giorno di più. Desideri prima neanche immaginati prendono forma e sembrano molto concreti. Mi sembra di avere la mia vita sotto controllo (e per me avere il controllo delle cose è fondamentale). So di avere ancora qualche ramo secco da recidere, forse lo farò, forse lascerò ancora che appassisca e si stacchi da solo. Perché di una cosa sono certa, non ho voglia di lottare. Non ho voglia di contrasti. Ho deciso di lasciar perdere perché tanto non hanno mai portato nulla di buono nella mia esistenza.
L'incertezza, ovvio, condiziona la vita di tutti. E nelle scelte più impegnative agisce in modo diverso su ognuno di noi. Io non mi sono mai trovata bene nell'incertezza. Ho troppo bisogno di pianificare, programmare, schedulare. Però mi sto adattando. Ci sto provando, a lasciarmi un po' andare. A programmare di meno e vivere ogni momento. Prendermi il mio tempo, ogni giorno, aiuta. E ogni giorno ho sempre meno paura dell'incertezza. E poi chissà.
Tutto questo nel bel mezzo di una profonda crisi economica che sicuramente avrà (sta già avendo) ripercussioni a livello sociale.
Una delle ripercussioni sociali della crisi economica è l'aumento del tasso di natalità. Non so se ci state facendo caso ma in giro ci sono un sacco di pancioni. E se penso alle mille seghe mentali che mi sto facendo io mi sembra davvero incredibile. Ma fior di sociologi dicono sia normale, in periodi di crisi si pensa di metter su famiglia. Sarà che la donna non vede più in pericolo il posto di lavoro (tanto l'ha già perso), sarà perché ci sembra di creare qualcosa di bello e solido in un periodo nero. Chissà!
Poi c'è l'incertezza. Perenne. I giovani, i ragazzi che stano attraversando al decade dei vent'anni in questo momento non li invidio per niente. Bell'età non c'è che dire. Ma io alla loro avevo ancora un sacco di sogni, immaginavo una carriera incredibile, mi vedevo laureata andare in giro con 24 ore, mega agenda e splendida penna tra le mani. Ora che sogni hanno? I più intraprendenti forse si vedono con le valige all'aeroporto.. Quelli proprio super motivati ci sono già all'aeroporto. O alla destinazione. Poi ci sono gli altri, sballotati, indecisi, titubanti. Pieni di paure in un'età nella quale si dovrebbe sentire la voglia di spaccare il mondo. Ma non è il loro mondo questo.
No, non vuole essere un post triste questo. Per niente. A dire il vero io sono in un momento incredibilmente felice della mia esistenza. Sto prendendo forma, esattamente come vorrei essere. Mi vedo donna, ogni giorno di più. Desideri prima neanche immaginati prendono forma e sembrano molto concreti. Mi sembra di avere la mia vita sotto controllo (e per me avere il controllo delle cose è fondamentale). So di avere ancora qualche ramo secco da recidere, forse lo farò, forse lascerò ancora che appassisca e si stacchi da solo. Perché di una cosa sono certa, non ho voglia di lottare. Non ho voglia di contrasti. Ho deciso di lasciar perdere perché tanto non hanno mai portato nulla di buono nella mia esistenza.
L'incertezza, ovvio, condiziona la vita di tutti. E nelle scelte più impegnative agisce in modo diverso su ognuno di noi. Io non mi sono mai trovata bene nell'incertezza. Ho troppo bisogno di pianificare, programmare, schedulare. Però mi sto adattando. Ci sto provando, a lasciarmi un po' andare. A programmare di meno e vivere ogni momento. Prendermi il mio tempo, ogni giorno, aiuta. E ogni giorno ho sempre meno paura dell'incertezza. E poi chissà.
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