Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano. (I. Calvino - Le città invisibili)
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Questa canzone ha segnato una svolta nella mia vita una volta.. Ho ancora il ricordo delle sensazioni che ho provato nel preciso istante in cui ho capito... E da lì la fenice è rinata dalla ceneri... Magari funziona ancora!!!!
Qualche giorno fa, in un gruppo di appassionati di viaggi che frequento su Facebook, si è aperta una gran discussione su un post che recitava più o meno così: "spesso di dice che si lascia il cuore in ogni posto che si visita, ma ci sono dei luoghi che non vi sono piaciuti/vi hanno deluso". Tralasciamo le singole risposte che partono da esperienze e gusti personali e non sono pertanto giudicabili. Non credo ci siano città belle in assoluto o città orrende, il concetto stesso di bellezza è soggettivo e in ognuno di noi ha parametri diversi. Certo, un minimo di oggettività ci vorrebbe perché dire che Venezia è orrenda mi sembra un po' esagerato, tuttavia de gustibus non disputandum est. Quello che emergeva con forza dal post e da alcuni commenti era il concetto forte di lasciare il cuore , come qualcosa di negativo, come se chi prova questo sentimento nei vari viaggi che fa fosse sbagliato, non profondo, addirittura si legge che ci lascia il cuore è uno che viaggi...
Qualche tempo fa ho letto " Il treno per Tallinn " e da quel momento ho capito che il quartiere dove volevo dormire a Tallinn (prima tappa del mio tour chiamato #Tramontianordest ): Kalamaja. Kalamaja, ho scoperto, è il vecchio borgo dei pescatori (Kalamaja vuol dire "casa di pesce" in estone) e affonda le sue radici nel '300 quando Tallinn era per lo più un borgo di pescatori. Successivamente il volto del quartiere, che si estende dal porto alla stazione Balti (Balti Jaam) e su fino al porto degli idrovolanti, cambia ancora nel 1870. In quell'anno, proprio dalla nuovissima stazione Balti partono i treni per San Pietroburgo e improvvisamente il quartiere diventa il centro nevralgico delle grandi aziende. Qui nascono moltissime industrie di vario genere, approfittando della vicinanza alla stazione. E il quartiere diventa la base ideale per gli operai. E questa è stata l'identità di Kalamaja fino a qualche anno fa. Quartiere periferico e...
Appena ho visto l’articolo di Silvia di Trippando che parlava del progetto #insiders mi sono illuminata! Io amo parlare della mia città e delle sue meraviglie, spesso ancora sconosciute. L’idea poi di un vero e proprio alfabeto della città mi sembra originale e interessante (e non vedo l’ora di leggere anche da tutte le altre splendide località d’Italia!). Qui trovate le semplici regole – non regole che Silvia ha “dettato”. Ed ora, iniziamo il tour di Milano, in rigoroso ordine alfabetico. Milano è sempre stata, sin dalla sua fondazione, una città d’ A cqua. A guardarla oggi, lo so, non si direbbe. Anche se sta cercando, poco a poco, di riacquistare quel rapporto quasi perduto. Forse non molti sanno che mentre camminate in molte vie di Milano state in realtà camminando… sulle acque!! Infatti molta parte dei navigli che attraversavano la città è stata coperta ed oggi resta solo qualche traccia nella toponomastica (via laghetto… ) o nelle opere di un certo Messer Leonardo...
In questi giorni mi è capitato on line questo documentario sull’Aste Nagusia (dura un’ora, prendetevi il tempo necessario) e la mente è subito tornata a quest’estate. Senza saperlo mentre organizzavo il tour per i Paesi Baschi ho prenotato le notti a Bilbao proprio durante la festa (la settimana dopo ferragosto). E che festa! La semana grande di Bilbao (Aste Nagusia in Euskadi) si celebra di fatto dal 1973, anno in cui il Corte Inglés decise di organizzare una festa popolare sportiva, invitando i principali sportivi del momento a competere a Bilbao. La festa è però diventata quello che è oggi dal 1977, quando si decise di farla diventare realmente popolare e partecipativa, una festa “di strada” che radunò il primo anno 5.000 persone con bandiere di Bilbao, Ikurriñas e altri simboli di orgoglio e rivendicazione basca (non dimentichiamoci che Franco era morto nel 1975, dopo anni di soprusi e tentativi di cancellare la lingua, la cultura e l’anima basca)...
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