Novembre: una miscellanea (con troppe aspettative)

 Ogniqualvolta vedrai la stampa accanirsi contro qualche potente, sappi che sotto ci sono sempre sconti rifiutati, servizi non resi.

(Illusioni Perdute - Honoré de Balzac)


Libri letti

13

M/F

9/4

Pagine

4.959

Voto medio

3,81

Euro

17,99€



Il filo conduttore


Novembre è stato un mese particolare per la lettura. Ci sono stati tantissimi audiolibri, dei libri importanti, nuove conoscenze e qualche delusione. E per curarmi dalle delusioni (in alcuni casi cocenti) sono tornata a vecchi amori. Perché poi un libro tira l’altro e mi sono trovata ad avere voglia di tornare ad alcune pagine. 

Ma veniamo subito al sodo. 

Diciamo che le aspettative erano forse troppo alte, in alcuni casi. Però in fondo al tunnel la luce c'è e quando la si inizia a vedere è bellissima.








Narrativa


Sorelle
(D. Johnson) - un horror fatto di tensioni, di scoperte che lasciano attoniti e legami profondi quanto inquietanti. Ricorda molto Jackson a cui Johnson viene associata, soprattutto perché i caratteri orrorifici del testo vengono dall’atmosfera e dal non detto. Se avete amato “Abbiamo sempre vissuto nel castello” questo libro vi piacerà. 


Il cacciatore di acquiloni (K. Housseini) - Questo è un libro che mi è stato portato da un’altro libro (The reading list), mi aspettavo più dolore, forse avevo aspettative troppo alte in questo senso. La storia è crudele e affascinante, quanto il rimorso possa avvelenare le nostre vite, quanto possiamo fare per fare ammenda (ci viene sempre concesso?). Molte sono le domande e poche le risposte nette che se ne traggono, perché i sentimenti umani sono cosa troppo complessa. 


Milano 1946, delitti a città studi (F. Capezzuoli) - Milano, la mia zona e il dopo guerra. Certo non siamo ai livelli di Crapanzano però la trama è intrigante. Sicuramente leggerò anche gli altri romanzi. 


Un esperimento d’amore (H. Mantel) - ecco forse la delusione peggiore. Inghilterra, seconda metà del ‘900 e il tema dell’anoressia lasciavano presagire che questo potesse essere un libro che avrei amato. In realtà lo sfondo storico è solo accennato senza troppa convinzione (e la parte della classe operaia non convince per nulla) e anche il tema dell’anoressia è lasciato sullo sfondo, con eccessiva faciloneria. Peccato. Non so quando tornerò a Mantel, anche se la trilogia Tudor mi incuriosiva parecchio. 


Americanah (C. N. Adichie) - Aspettative mancate potrebbe essere il bollino anche per questo titolo. In questo caso il libro per me si divide in due, la parte del blog di quando la protagonista ragiona su razza e integrazione, su radici e invisibilità, che mi ha interessato tantissimo. E poi la parte della storia d’amore che invece non mi ha presa per nulla (ma che occupa troppo spazio). Un testo che consiglio moltissimo per capire tante istanze degli afrodiscendenti (e alcune istanze femministe) e per iniziare a vedere il mondo diversamente, provare a guardarsi attraverso gli occhi di chi di solito ci permettiamo di giudicare (senza sapere niente). 


Una dote di sangue (S. T. Gibson) - in questo caso quello che mi ha fatto urlare (e non di gioia) è stato il finale. Fino alle ultime 30/40 pagine andava tutto bene: la figura del vampiro raccontata senza romanticismo, affrontando il tema della dipendenza emotiva, di relazioni tossiche. Poi il finale rovina un po’ questa narrazione. Rimane un titolo valido che poteva essere ottimo. 


L’ombra del vento - Il gioco dell’angelo - Il prigioniero del cielo (C. Ruiz Zafòn) - Sono tre titoli diversi che fanno parte della tetralogia del Cimitero dei Libri Dimenticati. Voglio però affrontarli in un unico blocco perché li ho ascoltati di filata nell’ultima settimana. Illusioni perdute e tutto quel parlare di libri mi ha fatto venire una gran voglia di riprendere questa serie del compianto Zafòn (quanto manchi). E quanto mi erano mancate le strade di Barcellona, quanto mi era mancato Fermin! Lasciatevi incantare da questa storia, fatevi trascinare da Carlos e abbandonatevi tra le braccia di Fermìn. 


STORIA DI SHUGGIE BAIN (D. Stuard) - Eccolo il preferito del mese, arrivato per caso e citato nelle prime righe del saggio preferito del mese scorso. Un romanzo cattivissimo, con un humor britannico particolare (più feroce e meno dissacrante), sporco come le strade di Glasgow negli anni ‘80/’90. C’è dentro di tutto: dipendenza da alcol e droghe, povertà, miseria, sussidi, una vita che lo è solo in apparenza. E molte apparenze. Un libro che non si legge facilmente, che ha bisogno di tempo per sedimentare. 


Saggi

Le parole della nostra storia e Demoni, mostri e prodigi (G. Ieranò) - non ho molto da dire se non: io bimba di Ieranò. Ho amato moltissimo ogni suo libro letto quest’anno e a molti tornerò (in cartaceo) per sottolineare e fissare ancora meglio i concetti. Se amate la mitologia ve li consiglio. 


Classici

Illusioni perdute (H. de Balzac) - Sì questo mese un solo classico ma che classico. Ultima tappa dei mattoni francesi (ma mi riservo una bonus track per dicembre) e che bomba. Si vede che Balzac è stato un po’ il padre dei grandi romanzieri d’Oltralpe, niente da dire. Si percepisce tutto il grande respiro di opere immense come I miserabili (o Guerra e Pace) e il dettaglio minuzioso che racconta così bene l’insieme. A volte forse si scende troppo nei particolari ma gli si perdona molte cose. Quasi tutto. 

Lucien lo prenderei a sberle. 

David vorrei svegliarlo un pochino. 

Eve vorrei solo abbracciarla, perché si merita solo cuori povera donna. 



Il libro preferito del mese

Senza eccessivi patemi direi che il preferito del mese è STORIA DI SHUGGIE BAIN perché mi piace farmi male con i libri, immergermi in storie difficili, dove non si riesce ad amare davvero nessun personaggio ma al contempo vorresti abbracciarli tutti alla fine del cammino. 


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