Quanti colori è Brighton?
Quando Cri h
espresso il desiderio di andare a Brighton per il suo compleanno ero
felicissima di tornare nella perfida Albione ma non super entusiasta per la
meta in sé.
Pensavo a Brighton
come a una città che si crogiolava in fasti del passato, un po’ nostalgica di
tempi andati e attraente solo d’estate a chi piacciono sale giochi e luna park
(entrambe le cose molto distanti dalla mia idea di divertimento). Ma tant’è, il
patto è: di chi è il compleanno decide e senza storie.
E come per Mosca mi
sono dovuta ricredere, eccome!
Brighton è un
insieme di villaggi che in tempi più o meno recenti si sono piano piano uniti
in un’unica città, dal 1997 Brighton & Hove (quanto, appunto, si è unita
anche Hove). Ognuno di questi villaggi ha mantenuto un’identità molto precisa
ed è semplice capire dove si sta passeggiando.
Brighton è fatta da
piccole colline che scivolano dolcemente sul mare, una grande spiaggia fatta di
sassolini sui toni del marrone, la Manica che si apre di fronte e tante pale
eoliche all’orizzonte. Si cammina in salita e in discesa, a Brighton,
difficilmente sarete in piano e anche questo regala viste piacevoli e
prospettive interessanti.
Brighton è una
città grande (230.000 abitanti, più o meno) che però ha l’aria di un paesino di
mare. Case basse (a parte qualche obbrobrio anni ’60), porticine colorate e
persone aperte e amichevoli.
Qui a Brighton
tutto è all’insegna del divertimento, della vita rilassata delle città di mare
e dell’assoluta libertà. Già dall’inizio del secolo scorso la città si è
affermata come una delle più liberali in tema LGBT+, ottenendo da tempo il
riconoscimento di capitale arcobaleno del Regno Unito.
La street art la fa
da padrona da queste parti, sia con opere meravigliose commissionate da negozi
o gallerie, sia con arte libera sui muri o con adesivi divertenti e dissacranti
in giro per la città.
Il quartiere che ho
preferito è senz’altro il New England quarter, ossia tutto il quartiere che si
snoda dietro la stazione, passando sotto il sottopassaggio di Trafalgar street
e verso London Rd. Qui si trovano i caffè indipendenti, i negozi vintage, un
sacco di street art e pub degni di nota.
Il mio secondo
quartiere preferito è Hove (a pari merito, anche per vicinanza con Burnswick
Place). Hove (e Bursnwick) sono quartieri in cui pullula la vita, ricchissimi
di ristorantini etnici e locali interessanti. Hove ha un anima più borghese,
più da paesino di mare per le persone benestanti. Belle case coi balconcini in
ferro battuto nero, bei giardinetti, negozi di ortofrutta tutti profumi e
colori. Bursnwick è più grezzo, se vogliamo, un po’ più verace, ma per molti
aspetti simile. Qui c’è anche uno dei teatri più famosi di Brighton, the Old
Market, fuori dal quale tutti i fine settimana si fanno belle file per entrare
a godersi gli spettacoli.
Ma la cosa più
bella di Brighton sono le persone. Non ringrazierò mai abbastanza Sue e tutti
gli avventori del suo pub, la nostra casa per i giorni in città. Ci hanno
accolti come una vera famiglia e hanno fatto sì che il nostro soggiorno fosse
un po’ più speciale. Ma non solo loro sono stati fantastici con noi, ogni
persona incontrata in città ci ha deliziato con sorrisi, simpatia e voglia di
accoglierci. Sotto questo aspetto è stata un’esperienza magica.
Ma il mare? Direte
voi.
Sì c’è anche lui e
lo si sente molto, camminare lungo la spiaggia, percorrere tutto il Pier e
immaginarsi come sia d’estate è stato un bel momento. Io poi amo molto il mare
d’inverno, vederlo senza ressa, senza cabine/ombrelloni/asciugamani, in tutta
la sua imponenza è un regalo. Sì, a tratti il mare d’inverno è nostalgico ma a
me regala soprattutto serenità. Sarà che a me piace sentire la sua forza e
assorbirla interamente, senza il filtro della gioia estiva, che a volte
inganna.
E poi c’è la
Brighton vecchia, il cuore ovvero The Lanes! Stradine strette in puro stile
medioevale, case a graticcio e molti gioiellieri, sembra di essere in una città
ritornata a qualche secolo fa.
E proprio lì
accanto troverete il Royal Pavillon, una follia in pur stile Brighton: un
palazzo in stile indiano nel centro in una città dell’East Sussex! Un’antica
fattoria reale che nel tempo, grazie a Giorgio IV è diventato un palazzo
eccentrico in stile orientale. Assolutamente kitsch, assolutamente adatto a
Brighton!
Ma ora veniamo alla
ciccia, che so che state già facendo le valigie e siete carichi e pronti per
sapere dove andare a bere e mangiare! Ecco qui i miei consigli, i posti dove
sono stata meglio in questi quattro giorni!
THE BOW STREET RUNNER: il nostro albergo, un pub molto local, piccolo e accogliente. Qui c’è
tutto quello che in un vero pub ci deve essere: moquette, camino, un bel
bancone con una buona selezione di birre, divanetti, clienti abituali, buona
musica in sottofondo e un’ottima padrona di casa. Consigliato sia per bere una
birretta sia per dormire. Al piano di sopra offre tre stanze (di cui due con
bagno in camera) spaziose il giusto, tranquille e pulite. Colazione in camera
con corn-flakes/brioche/burro e marmellata, latte / te / caffè. Perfetto.
THE GIN TUB: un
locale interamente dedicato al gin, 5 pagine di menù da cui scegliere il Gin
Tonic perfetto per i nostri gusti, molti cocktail a base di gin, un
bell’ambiente e un modo particolare per ordinare, immancabile!
ENGLISH’s OF BRIGHTON:
ristorante di buon livello nel quartiere dei Lanes, vicino al Royal Pavillon.
Si magia ottimo pesce cucinato benissimo (e grandi piatti di ostriche).
SUSHI GARDEN: un
bel locale di cucina asiatica, Yaki Udon al manzo indimenticabile!
THE MARKET: tapas
bar con un’ottima scelta di piatti, pimientos del padròn il top!
BRIGHTON TAVERN:
taverna/pub nel New England quarter, molto carino e con una bella offerta di Gin
THE VICTORY INN:
pub molto bello esteticamente e con una gran selezione di birre locali
Il Gin Tub mi ispira un sacco!!! Me lo segno per quando andrò a Brighton (che tra l'altro pensavo non fosse così colorata :) )
RispondiEliminaCiao Paola! Il Gin Tub merita eccome! come scrivevo, neanche io me la aspettavo così, invece è proprio un turbinio di colori.
EliminaRaggiungerla poi è molto facile: da Garwick il treno diretto ci mette meno mezz'ora.