Il mondo è bello perché è vario
Il vaso è colmo, credo che ormai si sia superato ogni limite e vada posto
un freno. Certo non sarà questo articolo, che leggerete in pochi, a cambiare le cose. Questo serve
più per sfogo per che per altro, come lo sfiato della pentola a pressione: per
evitare che esploda.
Ma veniamo ai fatti che se non ci capite niente. Il 2 luglio è uscito
sull’HuffingtonPost questo articolo (link)
che riprende alcuni commenti ad un post della Ferragni. Nei post si indicavano
lei e la sorella come non meritevoli del successo raggiunto e non compatibili
con il loro lavoro da influencer in quanto troppo grasse. Sì signori, avete
letto bene, le Ferragni sono troppo grasse per meritare del successo
lavorativo, siamo a questo punto.
Voglio cercare di calmarmi e mettere in fila i pezzi, non vorrei scrivere
un pezzo senza capo né coda, quindi vado per punti.
Punto 1 – QUALI MODELLI DI RIFERIMENTO ABBIAMO?
Se le due ragazze hanno un peso giudicato eccessivo da alcuni, mi chiedo
quale sia il modello di riferimento di queste persone, quale sia il canone
giudicato accettabile. Molte cose si posso dire, sicuramente, delle Ferragni,
ma grasse???!!!!?? Credo (non sono un medico, non sono tanto brava con le
misure, ma a vederle) che abbiano in Indice di massa corporea assolutamente normo-peso quindi mi domando: cosa ci fa dire (cosa fa dire a
queste persone) che sono grasse? Vuol dire che hanno in mente un modello, un
riferimento, totalmente inarrivabile o comunque difficilmente raggiungibile.
E allora parte una considerazione più ampia: Chi crea il modello? La
famiglia sicuramente ha il suo peso nelle questioni etiche ed estetiche,
traccia una linea. Ad esempio, a casa mia si è sempre disquisito molto poco sul
corpo delle persone (uomini o donne che fossero), si è sempre ritenuto molto
più importante altro: la salute, lo studio, la curiosità verso il mondo, ecc.
Ho sempre avuto modelli (maschili e femminili) che mettevano al primo posto il
rispetto per l’altro, la parità dei ruoli e il sostegno reciproco. E questo è
quello che mi sono portata dietro. Però, c’è un però, la società, quello che ci
circonda, i media, ecc. hanno un peso e un ruolo nel nostro sviluppo dei
modelli. L’essere costantemente bombardati da immagini di un certo tipo ci
porta a considerare quel tipo di immagine “la normalità”.
Provate a fare un esercizio: sfogliate un paio di riviste (di qualsiasi
tipo) e guardate due serie tv italiane (o americane) e ditemi quale modello
corporeo vi viene proposto. È sempre quello, non c’è spazio per l’errore. 25-30
anni – fisici super magri/palestrati – modaioli – truccate se sono donne –
tacchi ecc…
Ora provate a guardare un paio di serie made in UK o Nord Europa e
vediamo che tipo di messaggio passa a livello di corporature proposte, di
modelli propinati. E già, c’è tutto un mondo.
Punto 2 – MA ANCHE FOSSERO OBESE, QUAL Ѐ IL PROBLEMA?
E questo è il punto centrale, perché loro non lo sono ma anche lo
fossero? Ci sarebbero dei problemi? Se una persona è brava a fare il proprio
lavoro, lo fa in modo profittevole, che ce ne frega del numero sulla bilancia o
sul cartellino del vestito? Cosa ci interessa di che forma abbia? Perché per
forza una persona che “vende” vestiti/trucchi/bellezza in genere, deve essere
magra? Dove sta scritto?
Io credo invece che sarebbe carino vedere più proposte sui social che
parlino a tutti i tipi di fisico: influencer piccoline, super skinny,
altissime, normopeso e pure sovrapesso, perché no? Perché noi, con qualche
chilo in più (o chi è più basso di 1.70 o chi è più alto di 1.80) ci dobbiamo
sentire escluse da questo mondo, o dobbiamo vivere un vita di complessi, di
momenti di sconforto davanti all’armadio o dentro un camerino?
Sì perché anche se dentro di noi ce ne freghiamo, anche se affrontiamo il
mondo a testa alta, anche se accettiamo noi stesse, il modello unico, la
perfezione esibita come normalità, fanno male, scavano un solco giorno dopo
giorno, dentro le nostre certezze.
Punto 3 – LA CATTIVERIA FEMMINILE
Sì, la maggior parte dei commenti alla Ferragni vengono da donne. Che
tristezza. Non è una novità, noi siamo bravissime a parole, poi però ci
facciamo la guerra, sempre e comunque. Riusciamo a distruggere le più belle
amicizie per invidia. Fare squadra, per davvero, al femminile, è
difficilissimo. Vero è che quando ci si riesce è fantastico, ma è troppo difficile.
I messaggi più brutti, i commenti più beceri e maschilisti tante volte
vengono proprio dalle donne! Dobbiamo davvero smetterla, dobbiamo imparare a
fare squadra ma, ancora più importante, a giudicare (se proprio non possiamo
farne a meno) le persone come PERSONE e non in quanto appartenenti a un genere
o all’altro.
Perché noi donne abbiamo tutto questo astio verso le altre? Da dove
arriva questo veleno?
Punto 4 – BODY POSITIVITY: SII QUELLO CHE SEI
Ed ecco la cosa più difficile, trarre insegnamento da tutta questa
storia, portarlo su di se e crescere. Perché tutto deve servire a crescere ed
essere migliori.
Negli ultimi 5 anni sono ingrassata, vuoi che ho superato i 35, vuoi che
per motivi suoi il metabolismo mi sta lentamente abbandonando, vuoi quello che
è, fatto sta che ho preso peso e ho anche cambiato taglia. Da quel momento sono
cambiate dentro di me alcune cose, sono diventata più consapevole. Prima ero
sempre stata normo – peso (anche qualche linea sotto a tratti), non davo troppo
peso al mio corpo – come ho detto sopra – e non me ne facevo un cruccio.
Poi prendi peso e inizi a entrare nei negozi e, dall’alto della tua 46/48
fai fatica a trovare dei pantaloni che si chiudano, o vestiti decenti. E ti
chiedi se è normale, se sei così tanto oscena da non aver diritto a comprare i
vestiti nei negozi “normali”. Per quanto tu possa aver avuto una famiglia
fantastica, non è una bella esperienza.
E da quel momento ho iniziato a ragionare molto sul modello che ci veniva
proposto e ho iniziato anche a vedere le enormi differenze che ci sono tra noi
e altri Paesi (molto più avanti in questo senso). E mi sono arrabbiata.
Arrabbiata con me per essermi fatta abbattere e arrabbiata con la società che
va avanti a proporre un unico modello, l’uniformità quasi come valore. E da lì
ho letto e guardato diversi tipi di contenuti sulla Body Positivity.
Chiaramente qui in Italia la maggior parte di questi contenuti subiscono
commenti cattivissimi, si confonde la body positivty con l’avvallamento di
stili di vita poco sani e la glorificazione dell’obesità. Niente di più
sbagliato, chiaramente. La body positivity ha il solo scopo di mostrare modelli
diversi da quello proposto, far vedere che tutti i corpi sono degni di essere
celebrati, abitati e amati. Il motto deve essere sempre Sii quello che sei, non
cercare di uniformarti. Ogni persona è unica e così anche il suo corpo, in
varie misure e modi. Non è solo una questione di peso. Ci sono dentature
diverse, altezze diverse, c’è il corpo glabro o quello peloso, vari tipi di
esseri umani perché, ricordiamocelo sempre: IL MONDO Ѐ BELLO PERCHЀ Ѐ
VARIO!
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