Le cose che amo del Regno Unito
Era
il 2012 quando misi piede per la prima volta nel Regno Unito e come per molti
la prima meta è stata Londra, la classica Londra.
Prima
di quel viaggio del Regno Unito amavo soprattutto due cose: la birra e il
calcio. E ammetto che lo conoscevo abbastanza poco, se non quel tanto che basta
da amante della storia (e appassionata soprattutto dell’epoca elisabettiana).
Non
ho mai subito il fascino britannico da adolescente, ho sempre sentito maggiore
attrazione per la Germania e le terre austro-ungariche.
Londra
me l’ha quasi imposta il mio compagno, vero e proprio appassionato di UK. E la
prima volta che l’ho incontrata mi è piaciuta ma non mi ha fatto impazzire. Mi
è sembrata troppo vetrina, troppo di plastica. Non era quello che mi aspettavo.
Poi
siamo tornati da quelle parti altre volte, molte a Londra e un po’ nei dintorni
(Galles, Liverpool e quest'estate sarà Nord Est!). E piano piano l’inglesitudine si è fatta strada in me e lo
capisco da queste cose:
HO
BISOGNO DELLE “BIRRE VERE”: e sì, sempre più spesso ho necessità di Real Ale,
buone e oneste birre britanniche, poco gasate, quasi senza schiuma, corpose e
con tanto da dire.
LA
RICERCA PERENNE DEI PUB: ho la fortuna di abitare a pochi passi da un
bellissimo, piccolo, pub che mi ricorda molto i veri british pub. E ogni poco
devo farci tappa, per placare la sete. E mangiare tanto buon fish and chips.
Queste
due cose (i libri e le serie tv britanniche) sono quello che mi permette di curare l’astinenza.
Quello
che amo di più del Regno Unito sono le persone. Forse a molti turisti /
viaggiatori italiani, abituati soprattutto alla city di Londra questo potrà
sembrare strano. Ma credetemi, i britannici sono meravigliosi, accoglienti e
super disponibili con i viaggiatori. Parlate con il publican (il gestore del
pub), ditegli da dove venite, raccontategli i vostri gusti in termini di birre
e molto spesso avrete ottime risposte. In molti luoghi non vedono molti turisti
italiani.
Le
case, le belle casette in mattoni rossi, una in fila all’altra, tutte uguali ma
tutte personalizzate con una porta, un giardino, una pianta. Sono uno
spettacolo mentre si cammina per le cittadine britanniche.
Le
riqualificazioni industriali. Molta parte del Regno Unito è stata il motore
della Rivoluzione industriale. E fino a pochi anni fa c'erano fabbriche, miniere,
porti ancora in uso. Oggi, dopo lacrime, sangue e una crisi dura e lunga, hanno
saputo inventarsi una nuova vita, fatta di locali, musei, storia e anima. Sono
luoghi dove si respira ancora profondamente quello che è stato ma dove si guarda
audacemente verso il futuro.
Lo
steaky toffee pudding: una meraviglia di dolce, non dietetico ma
meravigliosamente ricco e corposo (in fondo è un dolce, non una barretta
dietetica).
I
musei gratis. Perché per me la cultura deve essere fruita dalle persone, a
portata di mano, aperta e inclusiva.
Il
Sunday roast: una meraviglia per palato e portafoglio, la bellezza dei pub
pieni di famiglie la domenica che celebrano lo stare insieme a tavola.
Il diritto di passaggio (e i vari Foot Path): una cosa meravigliosa per cui si può transitare ovunque (anche su terre di proprietà privata) a meno che non sia esplicitamente indicato diversamente (a patto, ovviamente, di lasciare tutto come si è trovato e di chiudere eventuali cancelli dopo il passaggio). Lo trovo indice di grande civiltà e una cosa sacrosanta, perché alla fine la terra è di tutti!
La comunità: è la base della società britannica e ne avrete molti esempi. Ad esempio in una rivendita di Pie a Liverpool (proprio davanti ad Anfield) che assume solo ragazzi della zona in cerca di occupazione e ragazzi con qualche difficoltà di inserimento. Oppure in un hotel a Londra, zona Canning Town/Victoria Docks che assume disoccupati del quartiere e persone in disagio economico.
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