#UnMesetraleRighe giugno 2023 - quanta bellezza!
“Non deridere, non compiangere, non condannare. Comprendere soltanto”
(frase di Spinoza che si trova in V13 - E. Carrère)
TOP del mese
Questo mese è molto complicato inserire pochi titoli nei top del mese perché, di fatto, ho amato tutti i libri che ho letto come è possibile evincere dai voti espressi!
Ho deciso di parlarvi, anche solo con poche righe, di tutti. Siate comprensivi!
Come diventare una femminista (P. Basil): Avevo grandi speranze su questo titolo anche se, dopo il piccolo flop del suo precedente, temevo un po’ l’autrice. Invece ho trovato quello che immaginavo, la sua storia e un modus operandi per abbracciare la pratica femminista: decostruirsi, farsi domande, sbriciolare le certezze e abbandonare certi bias, soprattutto sbagliare e ragionarci sopra. Ci sono molti modi per essere femminista, molte contraddizioni tra l’immaginato e il quotidiano, è un lavoro continuo.
Il mio anno di riposo e oblio (O. Moshfegh): un libro che racconta la scelta di una trentenne di eclissarsi per un anno, di imbottirsi di pillole (a suo dire in forma controllata) e dormire, principalmente. Potrebbe sembrare complesso farne un libro interessante, rendere quel libro qualcosa per cui valga la pena. Moshfegh fa molto di più, riesce a costruire personaggi interessanti, inserire riferimenti pop che hanno un effetto nostalgia ma senza scadere nel banale e intessere una trama che tiene attaccati alle pagine. Meraviglia.
Beautiful world, where are you (S. Rooney - Dove sei mondo bello?) ultima fatica di Rooney, un libro completo che pare una sintesi perfetta dei suoi precedenti. Non perde un colpo e riesce perfettamente a raccontare i millennial, la nostra difficoltà nel tessere relazioni, il nostro sentirci soli, isolati pur connessi al mondo, le difficoltà del diventare adulti in un mondo che ti vuole ancorare per sempre al te “young adult”.
Tempo di seconda mano (S. Aleksievic): da tempo sto approfondendo la mia conoscenza del mondo slavo/russo/sovietico, più o meno dalla metà del 2019 quando il progetto Transiberiana sembrava essere concreto (maledetto Covid). E da allora continuo a girare intorno all’elefante nella stanza: la perestroika e i suoi effetti. Da noi in occidente Gorbaciov e Eltsin sono personaggi che hanno fatto del bene alla Russia (e all’ex URSS), soprattutto Gorbi. Avevo però percepito che per loro era completamente diverso. Questo saggio aiuta a capire molto bene. E capendo l’allora si capisce l’oggi, come se cadesse una benda. Illusione è il termine che torna più spesso, insieme a inganno. Leggete questo saggio per comprendere, dalle voci dirette di tante persone con background e idee completamente diverse ma che restituisce perfettamente lo stato d’animo di un Paese.
Ogni mattina a Jenin (S. Abulhawa) è notizia di queste ore l’ennesimo attacco israeliano a Jenin, città/campo profughi palestinese nata (o meglio sviluppata enormemente) dopo il 1948 a seguito dei primi attacchi israeliani su città palestinesi e la creazione di un numero enorme di profughi, cittadini senza terra, senza stato, senza protezione. Senza.
Questo libro parla di loro, della loro storia, dal loro punto di vista e non ha nessuna pretesa di essere obiettivo, non c’è spazio per l’obiettività quando per la comunità internazionale non sei nessuno. Questo è un romanzo famigliare, è un romanzo corale, è una storia che ferisce e non può lasciare indifferenti. Una storia poco raccontata, un pezzo di verità che non viene presa in considerazione.
V13 (E. Carrère) Il processo agli attentati a Parigi del 2015, una grande affermazione della giustizia sulla forca, del dibattimento sui processi sommari. Una lezione di civiltà che Carrère racconta magnificamente facendosi da parte, dando voce alle parti in causa, le vittime certo ma anche i carnefici, o per lo meno coloro che sono a processo (per lo più pesci piccoli). Racconta anche di come funzionano i meccanismi, cosa c’è dietro ogni piccolo avvenimento, come si articola un processo così importante. Si parla di sentimenti ma anche di soldi, si parla di giustizia e di ricerca della pace, di dialogo e di impossibilità di perdonare. Di vite spezzate e di come sia potuto accadere.
Arresti domiciliari (diario della pandemia) (A. Bennett) un nuovo libro di Bennett è sempre un’ottima notizia. Un diario su questo strano periodo che abbiamo vissuto una notizia meravigliosa perché c’è così tanto bisogno di parlare di quel momento, assorbirlo, guardarlo con un po’ di distacco per analizzarlo e processarlo al meglio. Chi se non un intellettuale può fare questo, può essere i nostri occhi, il nostro filtro della realtà? Io mi auguro che si apra la strada a una grande analisi di ciò che la pandemia, il lockdown e le restrizioni hanno significato per le vite di molti, sui loro effetti su tutti noi.
Proletkult (Wu Ming) Bogdanov è uno di quei protagonisti della storia che per qualche motivo si tende a dimenticare e invece è un soggetto super interessante attraverso cui leggere la Rivoluzione russa e i suoi effetti. Intellettuale a tutto tondo, scrittore di fantascienza e medico, è stato spesso contro i vertici, incanalando una corrente che era minoritaria (o che è stata fatta diventare minoritaria). I Wu Ming lo rendono protagonista di un libro che vuole essere un omaggio al suo più famoso “Stella Rossa” e ci riescono benissimo, Proletkult è un libro piacevole, interessante e accattivante e rende giustizia al personaggio Bogdanov.
Ferrovie del Messico (G. M Griffi) che esordio! Un libro universo pur descrivendo fatti che si svolgono in una settimana in un territorio molto ben delimitato (la provincia di Asti). Popolato da mille personaggi (che però non devono spaventare il lettore perché presto il meccanismo narrativo sarà svelato e tutto diventerà più semplice da comprendere), tante storie che paiono slegate ma non lo sono poi tanto. Una lingua usata magistralmente, diventa altissima e dialettale, poesia e prosa, racconto horror e disquisizione filosofica. Un vero piacere.
FLOP del mese
non ce ne sono!
Il libro preferito del mese
Mai scelta fu più difficile, quasi impossibile scegliere tra questi titoli MERAVIGLIOSI!! Leggeteli tutti!!!!
Però la scelta la voglio/devo fare e così farò scegliere il cuore, Ogni mattina a Jenin perché è troppo importante conoscere tutte le parti in causa e invece la voce palestinese spesso viene silenziata, non raccontata, come non esistesse.
Soprattutto noi occidentali dovremmo occuparcene perché tutto ha origine con noi, il buco nero dell’Olocausto che ha portato alla necessità di compensare il popolo ebraico, la scelta di regalargli un pezzo di terra che non era nostro, senza occuparci di chi in quel pezzo ci viveva da sempre e da lì in poi chiudre gli occhi per mille ragioni su ciò che Israele ha iniziato a fare. E si arriva ad oggi, ad una situazione che è talmente intricata che si fatica a ragionare di giusto e sbagliato, di nero e bianco, tutto è incistato in un continuo rivendicare colpe altrui. E noi sempre zitti, sempre convinti di essere imparziali e invece, col silenzio, abbiamo scelto da che parte stare.
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