#UnMesetraleRighe - Maggio: segregata in casa tra copiose e bellissime letture

 Dico al mio compagno:

- Morirà presto, il mio albero.

Dice:

- Non faccia il sentimentale. Tutto muore

(Trilogia della città di K. - A. Kristof)


Libri letti

11

M/F

6/4 (+1 aa.vv.)

Pagine

4.148

Voto medio

4,14

Euro

74,39 Euro



Il filo conduttore

Maggio è stato il mese di
libri che mi aspettavano da tanto, libri in cui confidavo molto e libri che mi hanno tenuto compagnia in un momento difficile: ho preso il Covid e tra febbre e segregazione in casa il tempo passava poco. In questi momenti sono ancora più felice del solito di essere un’accumulatrice seriale di libri: mi ha permesso di avere praticamente una libreria tra cui scegliere e di trovare i titoli giusti per questo momento. Era infatti il momento di titoli impegnativi, per tematiche o mole. Ed è stato un mese in cui ho ascoltato pochissimo (e i classici sono “la categoria”) che più ne ha risentito. Essendo bloccata in casa ho preferito leggere piuttosto che mettermi la storia nelle orecchie, strumento che uso di più quando ho cose da fare con le mani. 








Narrativa


Mrs England (Halls) era nella long list del Women Prize for Fiction, una classifica che generalmente mi dà grande soddisfazione e anche questa volta è stato così. Un libro scritto durante i mesi di lockdown e ambientato in epoca edoardiana nello Yorkshire ricco di mulini che lavoravano il cotone. Un’ambientazione con un retro gusto gotico: una casa nella brughiera, due bambini a tratti inquietanti, una bambinaia come protagonista e un matrimonio alquanto peculiare. Il giusto mix di tensione e mistero. Perfetto. 


Rimanendo in tema “horror” ho trovato il giusto momento per concentrarmi su Casa di foglie di Danielewski. Un libro che è in realtà l’insieme di due (o più) libri, in cui viene raccontata la storia di una casa dentro cui cresce uno spazio più grande della casa stessa, una sorta di “buco nero” interno alla casa che muta in base a chi lo esplora. Casa di foglie è un esempio di letteratura sperimentale, sia per stile sia per grafica. Ci sono più narratori che si sovrappongono, un’infinità di note e appendici e corollari che aggiungono punti di vista. Il romanzo centrale (la storia della casa) è molto interessante, la storia di Johnny mi ha interessato invece fino a un certo punto, le note a volte stancano. Interessanti invece le appendici perché aggiungono sia alla storia della casa sia a quella di Johnny. 

Ho anche ascoltato un bel thriller, L’occhio di Malco ambientato a Brugge/Bruges, a tema religioso. Intreccio interessante e personaggi ben costruiti leggerò senz’altro altri di Pieter Aspe. 

É poi giunto il momento di Trilogia della città di K. di Agota Kristof. Siamo nell’Ungheria del secolo scorso, tra la seconda guerra mondiale e il crollo della dominazione sovietica, al confine con l’Austria. Una chiara localizzazione, anche se i nomi dei luoghi non vengono fatti mai (i riferimenti però sono chiarissimi). un romanzo composto da tre parti complementari (uscite, nell’edizione originale, in tre momenti diversi) che raccontano la storia di due gemelli, la loro formazione come uomini e la crudezza della vita in quegli anni e in quei territori. Ci sono scene molto violente, perché violenta è la vita e scene molto delicate. Si ride, si piange e ci si indigna. Lo stile è asciutto e cambia nel corso dei tre romanzi sia per una maturazione della scrittrice sia perché (soprattutto, mi viene da pensare) cambia il punto di vista della storia. Da Trilogia della città di K. si esce senza speranza, totalmente sopraffatti dalla crudezza del mondo in cui viviamo. E con molte domande. 

Per riprendermi da questa mancanza di speranza ho deciso di iniziare 4321 di Auster, incuriosita dalla struttura del romanzo e vogliosa di immergermi in un mondo completamente diverso rispetto a quello raccontato da Kristof. Così è stato e molto di più. 

Il romanzo che ho più amato in questo maggio: un romanzo che ne contiene 4, che fa pensare molto anche alla propria vita e alle proprie scelte. Il grande romanzo americano in tutto e per tutto, dove si racconta la storia degli Stati Uniti (dagli anni ‘50 alla fine degli anni ‘70), e dove i personaggi sono influenzati da ciò che gli succede intorno, sono un tramite per raccontare i cambiamenti sociali occorsi. Un romanzo in cui sono citati un'infinità di film, libri e avvenimenti e dopo la lettura del quale viene una gran voglia di mettersi a scrivere qualcosa!  


Saggi/Non-Fiction

Soprattutto il femminismo ha tenuto banco nella lettura dei saggi di questo mese, il tema è quello su cui mi sto concentrando maggiormente in questo 2022 e questo mese ho letto moltissimo. A partire da La tragedia della lavoratrice (Salvage Collective) in cui si traccia la via per far fronte al momento che stiamo attraversando, soprattutto dal punto di vista climatico. Posto che ormai il danno è fatto e con il nostro sistema capitalistico non ne usciremo mai, il collettivo propone una soluzione “drastica” ma necessaria: l’abbandono del paradigma per entrare in un’era Salvage, ossia un’era di recupero di competenze e cose del tempo passato. Un'economia (e una società) del riuso, circolare e non concentrata sul consumo/acquisto/produzione. 


Sono poi passata ad un classico, Il femminismo è per tutt* di Bell Hooks, un libro di qualche anno fa ma attualissimo, che è quasi un compendio di storia e pensiero femminista, che fa capire perché il femminismo non riguarda solo le donne e quali sono i principali temi su cui pone lo sguardo. Sguardo che deve sempre essere ampio e abbracciare ogni campo della vita, per poter contare davvero. 

Per concludere i libri che affrontano tematiche femministe sono poi entrata nello specifico della lingua con Vera Gheno e il suo Femminili singolari (versione aggiornata) in cui si affronta il tema dei femminili delle professioni, il perché si incontri resistenza ad usarli, il come la lingua sta cercando di adattarsi alle tematiche di inclusività e il come questo processo avverrà nel tempo: perché la lingua non è imposta dall’alto ma dipende dall’uso e cambia seguendo i cambiamenti della società. 

Altri due saggi mi hanno accompagnata in questo mese, uno mi ha un po’ delusa ed è Amore liquido di Bauman. Sono rimasta delusa perché la tematica dell’amore liquido è affrontata solo in uno dei 4 capitoli di cui è composto il saggio e inoltre non mi ha conquistata neanche lo stile, eccessivamente ampolloso e dispersivo. 


Ma tra i libri di Non - Fiction c’è di sicuro il mio preferito ed è Carrère con VITE CHE NON SONO LA MIA. La scrittura di Carrère mi rapisce sempre, qui poi si perde un po’ anche la sua vena egoistica e narcisistica e traspare di più la sua dolcezza di sguardo e la sua capacità di osservare e raccontare ciò che gli succede intorno. Analizzare i momenti e le persone che entrano in contatto con lui. Ci sono due grandi tragedie, lo tsunami in Sri Lanka e la morte della sorella della sua compagna per la recidiva di un tumore. Una morte, ma soprattutto una vita, che Carrère racconta per omaggiare una persona che quasi non conosceva. Di base un libro che fa capire come la vita superi la morte e come ogni vita, anche quella che a noi dall'esterno può sembrare insignificante, sia invece speciale e unica. 




Classici

Come dicevo in introduzione questo mese ho letto solo un classico: IL ROSSO e IL NERO di Stendahl. Romanzo dalle forti tinte ironiche con cui l’autore distrugge passo passo la società francese (e parigina soprattutto) del suo tempo, vista come un coacervo di persone ambiziose, disposte a tutto, grette e vuote. Tutto sommato però non mi ha entusiasmata come pensavo, la storia decolla poco ed è più un pretesto per fare dei ritratti precisi e dettagliati di vari personaggi. 


Il libro preferito del mese


Il libro preferito del mese è, senza troppa ombra di dubbio, 4321 di Auster perché quando lo finisci hai voglia di:

4️⃣ Abbracciare Archie

3️⃣ Prendere un volo per New York e Parigi

2️⃣ Scrivere un libro (o quanto meno un articolo)

1️⃣ Ragionare sui tanti bivi della vita, un "dove sarei se..."


Un libro che è bello leggere. 


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