#UnMesetraleRighe: Aprile - tra viaggi e dolore
“Nessuno è in grado di dimenticare ciò che non può capire”
(Hamburg - M. Lupo)
Il filo conduttore
Difficile raccontare questo aprile da un punto di vista letterario. Ci sono tanti viaggi dentro, viaggi passati (e dolorosi) e viaggi futuri, la preparazione di un viaggio è la parte che amo di più. Ma c’è stato anche molto dolore. L’urgenza di raccontare per non dimenticare, la memoria come elemento essenziale della vita che ci permette di raccontarci, ricordarci e vivere con la consapevolezza delle nostre radici. Che a volte però sono un fardello, una sentenza, sono quello che ci lega alla terra e la terra a volte reclama il suo prezzo.
Il ricordo non sempre è condiviso, una volta che passa attraverso la nostra memoria cambia e si trasforma. Ma questo non lo rende meno vero. Il filtro del nostro vissuto rende il ricordo personale e attraverso la nostra storia noi raccontiamo gli avvenimenti.
Il nostro corpo è essenziale per raccontare di noi, la nostra storia e il nostro vissuto. E per viaggiare nel tempo, nello spazio e dentro di noi.
Narrativa
La Scozia di Alexander McCall Smith è tornata e con Love in the time of Bertie siamo al 15° episodio della vita degli abitanti del 44 di Scotland Street (la via esiste davvero!). Ormai sono miei amici, passeggiare con loro per le vie di Edimburgo, ascoltare le loro confessioni e vivere i loro amori fa parte di me. E mi ricorda di quando attraverso loro giravo per le strade di Edimburgo prima di conoscerla davvero. In questo ultimo capitolo ho trovato un po’ di nostalgia, la voglia di tirare i fili e mettere, forse, un punto. Spero di sbagliarmi perché io ne voglio ancora!!
Con Follett so che vado sul sicuro: un libro che mi cattura, che mi rende difficile lasciare le pagine. Codice A Zero è stato questo, anche se ci ho messo qualche pagina per ingranare. Una spy story in piena regola con gioco di specchi che rende difficile capire chi è davvero dalla parte dei buoni, fino alla fine.
Un altro scrittore con cui vado sul sicuro e che considero un po' la mia comfort zone è Paolo Roversi. Alle porte della notte è un bel thriller ambientato, come sempre, a Milano. Radeschi si alterna tra polizia e mala russa. Un grande ritorno!
La lettura de La nona casa di Leigh Bardugo la rimandavo da troppo tempo e così ho approfittato del fatto che Storytel l’abbia messo a catalogo per recuperare.
Un thriller che abbraccia il mondo del fantastico, dell’occulto in pieno stile Dark Academia. Atmosfere immersive, una personaggia interessante, complessa e di non facile lettura. La parte thriller l’ho trovata ben costruita e il tutto abbastanza credibile. Uno dei temi che ho trovato centrali è l’accettazione di sé e della propria storia, la necessità di venire a patti con se stessi per venire a patti col mondo. Alex ci riesce, fino a un certo punto, o quantomeno ci prova. E quando ci prova sul serio le cose iniziano a mettersi a posto. Fingersi chi non si è non può far bene a nessuno, soprattutto non fa bene a noi.
Il secondo capitolo lo attendo con ansia.
E ora veniamo a due pesi massimi di questo mese.
Con Hamburg (La sabbia del tempo scomparso) Marco Lupo ci mette davanti il dolore vissuto dai tedeschi sotto i bombardamenti, in particolar modo quelli di Amburgo. Ci mette davanti la fatica degli italiani deportati per ricostruire le città tedesche, deportati dalla miseria, senza scelta, senza scampo. Un romanzo fatto di polvere, paura e riscoperta delle proprie origini perse sotto le bombe. Un esempio di meta letteratura (è un libro fatto di più libri) molto ben riuscito che con l’espediente letterario di un librario collezionista di libri dimenticati e un gruppo di lettori al limite della sociopatia, ci narra pagine di storie cancellate dalla Storia. Ed ecco che torna il tema delle radici, dell’urgenza di scoprire chi si è, da dove si viene e l’importanza di fare i conti con il passato. Con tutto il passato.
Il più bello tra i libri di aprile è stato l’ultimo letto, Chiederò perdono ai sogni di Sorj Chalandon. Un libro che sta a cavallo tra autofiction e narrativa. La storia attinge a una storia vera pur essendo romanzata. Sorj Chalandon è uno scrittore e giornalista francese che si è avvicinato alla causa irlandese fino a diventare amico di un membro importante dell’IRA. Nel corso del processo di pace dei primi anni 2000 si scopre il tradimento perpetrato per anni da parte di questo membro (che finirà poi ammazzato da una frangia oltranzista dell’IRA che non accettava il processo di pace). Chalandon aveva già scritto questa storia, dal suo punto di vista ne “Il traditore” e ora la riprende ma da un punto di vista diverso, quello del traditore. Tyrone (non è il vero nome) fa parte dell’IRA da sempre, più o meno da quando nasce. Vita irlandese: un padre combattente che vede i suoi sogni infranti e si rifugia nell’alcol, miseria, fuga. Fino ad arrivare a Belfast da uno zio da parte di madre. Lì si troverà 16enne e voglioso di combattere per la causa irlandese e presto scalerà i gradini del comando, tra difese, attentati e galere. Ma la sua storia è più complessa, segnata da tanti episodi che sono andati storti, da una coscienza che non lo fa sentire a posto mai, dagli eventi della Storia. E così si ritroverà traditore e infine abbandonato anche dai “Brit” e regalato all’IRA per ritorno politico (britannico), per cercare di indebolire le fila del nemico anche sul piano elettorale.
Vicende complesse, molto dolore, molti fatti e una scrittura bella giustamente senza fronzoli. I fatti, senza giudizio se non il proprio.
Saggi
I saggi mi hanno trascinato, soprattutto, nei viaggi futuri con Budapest senza Danubio e Vienna è un giro in carrozza di Michele Monina. Sono due titoli della collana Europe che avevo già approcciato per altre città (Londra, Berlino, Stoccolma, Lisbona) e che questa volta mi ha lasciata molto fredda. Ho trovato molti luoghi comuni e pochi consigli realmente utili o fuori dagli schemi.
Per fortuna la categoria si rifà alla grande con Corpi Magici di Anna Pasolini e Nicoletta Vallorani che indagano insieme il corpo femminile nella letteratura fantasy e fantascientifica e di come la sua rappresentazione sia politica e ci racconti un messaggio ben preciso. Saggio letterario di prim'ordine, mi ha interessata moltissimo (e ha fatto finire nella mia wish list molti titoli). Attraverso il corpo ci rappresentiamo al mondo e il mondo ci legge, pertanto il suo racconto è importantissimo per spiegare chi siamo e dove vogliamo andare. Il viaggio nel nostro inconscio e verso l’accettazione di sé (un viaggio che ogni persona compie nella vita) passa anche attraverso il nostro corpo: come ci rappresentiamo e quanto lo accettiamo. Il corpo femminile, usato e abusato da sempre, può incanalare un messaggio ancora più potente. Unica cosa che non mi ha convinta del tutto è l’eccessiva presenza nel testo di citazioni in inglese (e anche la non traduzione di titoli di libri citati in italiano, laddove la traduzione esiste) senza note di traduzione. Rende il testo non accessibile a tutt* ed è un peccato.
A margine volevo fare un coming out: ho abbandonato Il secondo sesso di Simone de Beauvoir. Mi cospargo qui, su queste pagine, il capo di cenere. Non ce l’ho fatta. Forse non era il momento, forse non ha toccato le corde giuste per me. So che le pagine che ho letto le ho trovate estremamente pretenziose, troppo artificiosamente complesse. Oltre che alcuni concetti un po’ superati (e quello è normale essendo un testo del ‘49). Ci riproverò, un giorno, forse.
Classici
Questo mese ho letto solo due classici, ed entrambi sono stati ascoltati in audiolibro. La prima parte del mese l’ho passata immersa ne La storia di Elsa Morante. Una lettura che pensavo mi avrebbe rapita amando io moltissimo i romanzi storici, la Storia raccontata attraverso le storie quotidiane.
Per tutta la lettura (lunga, troppo lunga) ho avuto la sensazione di essere catapultata dentro "La vita è bella" di Benigni. Tutto troppo semplicistico, Ida eccessivamente ingenua, si lascia vivere dalla Storia e dagli accadimenti intorno a lei. Useppe pare una creatura magica, più che un bambino reale, che a 5 anni se la scorrazza in giro per la città con una cagna a fargli da madre.
Ninnuzzo e Davide, unici personaggi che in parte mi hanno convinta, sono però a tratti edulcorati o resi quasi mitologici.
Insomma, troppa favola (per quanto triste e schietta), poco storia.
Per riappacificarmi ai classici ho deciso di fare una rilettura (attendendo la prossima tappa dei #MattoniFrancesi di Ilenia Zodiaco). Ed eccomi all’ascolto (e alla ennesima rilettura) del mio classico preferito: Orgoglio e pregiudizio. La lettura di Paola Cortellesi aggiunge brio a un libro che già è intriso di ironia. Ad ogni lettura mi trovo ad amare Mr Darcy, odiare Mr Wickham e sentirmi vicina a Lizzie Bennett.
Il libro preferito del mese
Ѐ stata una scelta difficile, entrambi i libri parlano di dolore, di vinti, di colpevoli e di calpestati dalla storia. Scegliere mi dava l’impressione di pesare i due dolori, metterli su una bilancia per scoprire quale dei due fa più male, quale è più meritevole. Meritevole di cosa?
La scelta ricade su Chiederò perdono ai sogni perché è, semplicemente, scritto meglio. O con una scrittura che ho preferito.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina