#ComeProust: profumo di libertà

Ieri è stato un grande giorno, una piccola puntura sul braccio e un enorme sospiro di sollievo, un senso di liberazione profonda, l’idea che forse qualcosa davvero sta cambiando e si può iniziare a ricominciare. 


Iniziare a ricominciare. Quante volte ci abbiamo provato in questo anno e mezzo? Per me troppe. All’inizio, dopo il primo lockdown, è sembrato molto un “liberi tutti” che ha portato a molti danni. Anche io mi sono unita a quella folla, speranzosa che tutto sarebbe passato e finito così. Invece la mazzata della seconda ondata, le chiusure alternate a riaperture, i colori, i confini chiusi ma non sempre e non per tutti che non ci capiva più niente. L’ansia che ogni piccolo spiraglio potesse significare nuove chiusure (che poi dietro le chiusure c’erano dati allarmanti, persone che stavano male, morti). Insomma, io da ottobre dell’anno scorso mi sono rintanata nel mio piccolo cantuccio e il mondo l’ho visto col contagocce e solo se obbligata. E ora, ora mi sembra di tornare a respirare. 


Il nuovo senso di libertà mi sta dando un po’ alla testa, ragiono di mille possibilità e per ora ho già programmato una giornata al mare e un fine settimana al lago. Voglio fare il pieno di sole, aria aperta e cibo buono (senza doverlo cucinare). 

Per l’estate ho già programmato da molto tempo, nella speranza di quella puntura! 


Libertà, che parola magnifica! Se chiudo gli occhi pensando alla libertà mi si accavallano nella mente alcuni luoghi che ho visitato che, per un motivo o per un altro, mi fanno tornare alla mente il senso stesso di libertà. 


TARIFA, la libertà che danza col vento


L’ho conosciuta in una fine luglio piena di sole, con la testa piena di pensieri e la gioia del primo viaggio da sola “paghed by me” nel senso che era interamente stato pagato dal mio stipendio: che sensazione unica. Io, l’Andalusia e nessun limite. Potevo fare esattamente quello che volevo quando volevo. Mi sono costruita quel viaggio itinerante (in autobus) sulla mia pelle e l’ho sentito mio fin dal mio arrivo a Malaga. 

Ma Tarifa mi ha fatto capire cosa fosse davvero la libertà e mi ha ripulito la mente. Era un periodo abbastanza complicato e avevo avuto una brutta notizia medica (risolta poi senza troppi strascichi al rientro) che mi riempiva la testa di pensieri. Poi è arrivata Tarifa, un ostello che sembrava un luogo di fiaba, birrette sulla spiaggia al tramonto e vento tra i capelli. Forse quello, forse lo shock termico del primo bagno nel gelo oceanico, so che sono partita da Tarifa con un senso di leggerezza unico e che quella vacanza non la dimenticherò mai! 


BERLINO, la mutazione continua che ti dice che puoi essere ciò che vuoi


Si è quello che il proprio stato mentale ci consente di essere. Sempre. Possiamo avere mille sovrastrutture, farci milioni di seghe mentali e ragionare in continuazione su quello che vorremmo essere. Ma poi si è solo quello che la nostra testa ci permette di essere. 

E io sono un essere in continuo mutamento. Se mi guardo indietro posso vedere chiaramente i momenti in cui ho mutato, sono state a volte piccole cose, a volte cambiamenti enormi. So esattamente quando sono avvenuti, l’istante in cui mi sono guardata e ho detto: ecco, ora forma e sostanza vanno d’accordo. L’ultimo è successo 8 anni fa (quasi esatti). Ho messo piede a Berlino e l’ultimo brandello di pelle vecchia è caduto. Ed è grazie a lei, al suo essere come me: in continuo mutamento e mai ferma, mai sazia. Sempre lì a ricordarci che il passato ha un peso, che bisogna farci i conti, e che però il futuro lo scriviamo noi e può essere molto diverso. Che gli errori non devono essere macigni ma spunti da cui ricominciare per scoprirci migliori. E non è questa una declinazione della libertà? La libertà dal proprio passato, che resta radice ma smette di essere catena? 


ALCALÁ DE HENARES, l’Università come la volevo, le birrette a Madrid e la scoperta di una nuova me


I primi tre anni di università sono stati intensi ma non li ho vissuti come me li immaginavo. 

Nella mia seconda vita universitaria, invece, ho avuto la fortuna di potermi permettere un anno di Erasmus (grazie nonni!) ed è stata l’esperienza più arricchente della mia vita. L’università, gli esami, la tesi da scrivere, una casa nel dormitorio universitario da condividere con 7 spagnoli casinari. 

Io, l’università e Madrid a pochi minuti di treno. Un sogno. Un anno bellissimo nel quale sono diventata più adulta ed ho assaporato la libertà fatta di “sa che c’è stamattina? Prendo un treno vado a Madrid in Plaza de Santa Ana, mi bevo una birretta leggendo il Pais e poi vedrò che fare”. Quella piazza di Madrid, le chiacchiere con Rocìo al Gambrinus vicino all’Università, i progetti con la Caro e il viaggio a Cordoba. Un anno intenso, culminato coi miei nonni che mi hanno accompagnata a settembre a fare gli ultimi esami e a scoprire il luogo che mi aveva incantata. Ricordi di un periodo sereno, anche se sommersa da formulari burocratici, che tanto ha dato alla Elena di oggi. 



Guardo tutti questi momenti e capisco che per me libertà fa sempre rima con crescita e cambiamento. La possibilità di scoprirsi altro e lasciare che sia. La crescita che ci è permessa grazie alla conoscenza, alla scoperta di noi e degli altri. Perché la vera libertà esiste solo se è condivisa. 


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