#ComeProust: profumo di terra

 In questo momento fuori piove, benedetta acqua! 

Ogni volta che piove i profumi si fanno più intensi, i colori più vivi: il grigio del cielo si staglia, in primavera, con il verde delle chiome degli alberi. E intorno si sente l’odore di terra bagnata. 

Certo, ora siamo in inverno e gli alberi sono ancora spogli (ma qua e là stanno comparendo un po’ di boccioli sui rami) però l’odore di terra bagnata c’è sempre e ogni volta mi fa viaggiare.





Le radici

Il luogo dove volo, ogni volta che sento profumo di terra è San Candido/Innichen. 

Uno dei luoghi al mondo dove mi sono sempre sentita più libera, più in pace con me stessa. E credo che in questo c’entri molto tutta la natura che ti circonda quando sei lì. 

Pochi anni fa (sembra una vita) ci sono tornata, due volte, con il mio compagno che ne è tornato (quasi) più innamorato di me. E io sono stata felice, non sapevo come avrebbe reagito, se gli sarebbe piaciuto, se lo avrebbe capito ed amato. Invece sì, lo ha capito nel profondo. E lo ha accolto. É stato come un passaggio, un mio dono, dalla mia famiglia, dal mio passato, a lui, nel presente. 

E la prima cosa che penso se penso a quel luogo è il suo odore: bosco, misto a panettiere e burro fuso. Erba, corteccia, legno appena tagliato. 

Per me San Candido/Innichen è ancora quella che era 30 anni fa, quando passeggio per le sue vie non vedo i nuovi abbellimenti, la crescita (non eccessiva). Vedo quel piccolo paesino, anime semplici e riscopro i visi di allora e ritrovo esattamente gli stessi odori. Nonostante i tanti anni. 

Io in quel posto sento fortissime le mie radici, anche se non ho nessun gene sudtirolese. Forse perché nella strada pedonale che va da Dobbiaco / Toblach a San Candido / Innichen ho imparato a camminare. Lì ho mosso i primi passi indipendenti della mia vita e ho imparato a fare molte altre cose (sciare, pattinare, bere birra…) e quindi un po’ di quel luogo è entrato per sempre in me. Forse perché quegli odori li ho respirati da sempre e mi sono entrati sotto pelle. 




Il richiamo del Nord

Ma non solo di Sudtirolo è fatta la mia mappa dei ricordi legati alla terra. 


Però mi ritrovo ad andare sempre a Nord. Ma questa è una costante della mia vita, sono attratta più dal freddo che dal caldo, più dal silenzio che dal vociare. E alla fine mi ritrovo sempre con la testa rivolta a Nord.


E così, oggi, sentendo l’odore di terra bagnata (e ammirando la pioggia che scende al di là del vetro della mia finestra) mi sono ritrovata su un pullman, in una splendida giornata di sole (che dopo poche ore si è tramutata in una giornata uggiosa, per poi tornare serena), alla volta di Whitby. E quel pullman ve lo consiglio: parte da York e vi porta fino a Whitby. Attraversa la brughiera e quando ci sarete, verrete sopraffatti da tanta poesia, tanta bellezza. La brughiera è uno dei luoghi che più mi ha sorpresa. Ci ritorno spesso se devo trovare la serenità interiore. Perché è soprattutto uno stato mentale. 




Ma se penso alla terra, ai suoi colori e ai suoi odori non può che venirmi in mente l’Irlanda. Quell’isola così bella e con una storia così martoriata. Dove la terra ha significato così tanto. E in questa mappa dei ricordi mi ritrovo su un altro bus che da Belfast mi ha portato a Derry/Londonderry, immersi in un paesaggio meravigliosamente irlandese: verdi campi, acqua, pecore. Mi ritrovavo, sul quel pullman, a riflettere sulla storia di quei luoghi, sulla sofferenza provata da quelle persone. Poi è arrivata Derry/Londonderry, con le sue storie da raccontare, i muri che parlano e tutto intorno la terra, che torna sempre, che fa sempre parte della mappa dei miei ricordi e mi fa viaggiare anche solo con il suo odore. 

Ed è capace di farmi rilassare, di farmi tornare ad essere quella bambina che provava a mettere un piede dietro l’altro sul sentiero per San Candido / Innichen.


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