La politica oggi muore. per me.

Ho sempre respirato aria di politica, opinioni, idee, giornali, discussioni, litigi. In casa mia si mangiava pane e quotidiani. E si discuteva. Idee diverse, rispetto e passione. 

Non l'ho mai fatta davvero attivamente perché non mi ritengo all'altezza. O meglio non credo di possedere le doti giuste, diplomazia e capacità di mediazione. Non sono capace di cedere sulle mie idee per un ideale più grande, perché a volte in politica si deve fare. Cedere un po' per qualcosa di più. O perché in quel momento non si può fare diversamente.

Però me ne sono occupata, ne ho parlato, discusso, sempre. Ho letto. Mi sono informata. E, come tutti i cittadini, ho il mio pensiero e cerco di esprimerlo con il voto. 
Molto spesso mi sono ritrovata senza un partito che mi rappresentasse. E di volta in volta ho cercato qualcosa che mi andasse bene, un'entità che in qualche modo si avvicinasse il più possibile al mio pensiero.

La piazza, intesa come manifestazione pubblica - urla di slogan e varie, l'ho frequentata poco. Piazza Fontana (perché mi ricordava di quando bambina mia nonna mi portava a lasciare un fiore), 25 aprile o simili. Non per svogliatezza. E' che in quelle manifestazioni così pubbliche non mi ci sono mai ritrovata davvero. Spesso strumentalizzate, non le ho mai trovate davvero utili. Leggere, informarsi e monitorare i politici (per poi decidere chi votare consapevolmente), questo pensavo fosse utile. Questo ho sempre ritenuto servisse.
Il voto, questa era la mia manifestazione. L'impegno a firmare un referendum, a far conoscere un'iniziativa importante, una legge significativa, e simili. 
In questo è sempre stato il mio impegno politico.

Ho iniziato a sentir parlare di politica e a capirne qualcosa quando iniziava tangentopoli. Non sono stata particolarmente fortunata. Ogni giorno, però, ho visto la classe politica peggiorare. Di minuto in minuto. E le mie idee non venir rappresentate più da nessuno, davvero. Magari qualcosa di facciata, nella sostanza niente.
E non mi sembrava di avere idee così strampalate. In una parola mi posso definire socialista, se questo vocabolo in Italia non fosse diventato insignificante, visto come si è sempre rappresentato il socialismo in questo paese - da quando ne ho memoria io, da Craxi in poi per dire... .
Mi piacerebbe che i diritti di alcuni fossero i diritti di tutti. Mi piacerebbe che chi ha contribuisse ad aiutare chi non ha. Che le tasse fossero sempre calibrate al reddito REALE. Mi piacerebbe l'idea di una patrimoniale, che i ricchi rinunciassero a un po' della loro ricchezza, per migliorare il Paese che abitano.

Tante cose mi piacerebbero. Per tante cose sono andata a votare, negli ultimi 14 anni. E per tante cose ho speso parole, sudore, carta e pixel. 
Ora mi sono rotta per davvero. Si lo so, dire che sono tutti uguali ti rende uguale a loro. Non aiuta a migliorare questo Paese. E' un po' arrendersi. E allora sì, che vi devo dire? Mi arrendo. Ho solo 32 anni. Una vita davanti, probabilmente metterò anche al mondo dei figli. Ma mi sono arresa.
Arresa di fronte all'ennesimo sfregio di questo Paese. E dei suoi cittadini. Di tutte le persone oneste che ci credevano e ci credono ancora nella politica che cambia le cose. Nonostante tutto. Ma io no, adesso proprio no.
Ho visto il grande partito di sinistra (si va beh, circa) che ha deciso - per il nostro bene - di fare una grande alleanza con il grande partito di destra (e va beh, circa). Per le riforme strutturali (sigh), per uscire dalla crisi (ciao ciao) e per la riforma elettorale (si va beh, ciao proprio). Li ho visti immobili, non fare nulla. Se non eliminare, per pagare pegno ad uno che riceve lo stipendio da Senatore ma è stato condannato per FRONDE FISCALE (reato, di fatto, contro lo Stato che rappresenta), una tassa che era sufficientemente giusta (andava magari solo un tantino modificata perché fosse davvero più equa).
E poi il teatrino. Di oggi (e dei giorni scorsi). Tutto fatto per generare fumo intorno all'aumento dell'IVA (deciso già dal Governo Berlusconi) e fare in modo da potersi dire "non responsabili" domani, in campagna elettorale (quando prima o poi si andrà a votare, sempre con una legge elettorale definita PORCELLUM).
E tutti fingono, urlano, piangono (come anche i coccodrilli in fase digestiva).... E la farsa è servita signori. Abbiamo scherzato. Ora torniamo nell'immobilismo, che ci piace chiamare STABILITA'. Voi state sereni. Tutto andrà bene, ora siamo d'accordo, ci si vuole bene.

Finito, chiuso. Per me qui è chiuso.
Nessun partito mi rappresenta. Il nuovo che avanza (leggi M5S) minaccia chi ha l'ardire di pensarla diversamente, insulta chiunque osa criticare le loro idee e finora ha spiccato solo di immobilismo e streaming. E il vecchio si sta riorganizzando in logiche a me estranee (e superate nel resto del mondo).
Quindi basta. Il mio unico impegno andrà nel far sempre avere il mio voto nei referendum. 
Per il resto, scheda bianca.

"Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare". M. Twain

Commenti

Post popolari in questo blog

Lasciare il cuore

Lipsia la ribelle

La penisola di Gower: il mio giorno perfetto in Galles

La mia città ideale