In quel bagno di Modena ci sono anch'io. Ci siamo tutti
Leggo di una società scandalizzata. Leggo tanti commenti, opinioni, psicologi e sociologi che cercano di spiegarci il perché e il percome dello stupro di gruppo di Modena. Nella Modena bene, tra ragazzi perlopiù minorenni.
E stamattina ho letto tra gli altri l'articolo su Repubblica di Concita De Gregorio. Sono d'accordo su molte cose che dice. E soprattutto sull'approccio che usa. Spostare l'attenzione da loro, i mostri e la vittima, a noi. Noi che da genitori, nonni, fratelli maggiori abbiamo educato questi ragazzi. E li abbiamo fatti essere quello che sono. Noi che facciamo troppe volte finta di non vedere e noi che continuiamo a proporre modelli sbagliati. A far credere alle ragazze che la via migliore da seguire sia quella delle Olgettine. Noi che quando vediamo un ottuagenario convivere con una quasi trentenne lo guardiamo quasi con ammirazione.
Noi che non ci fa nessun effetto se la pubblicità per vendere un paio di jeans usa modelle nude. E i jeans neanche si vedono.
E poi ci sconvolgiamo se i nostri bravi ragazzi usano le coetanee come stracci, pensano di averne il diritto. Ci sconvolgiamo se bevono (come se non li vedessimo nel tavolino affianco al nostro il sabato sera), ci sconvolgiamo che non si assumano mai nessuna responsabilità (come se non fossimo noi i primi ad andare a scuola a minacciare i professori se mettono una nota o un voto basso). E pensiamo non sappiano distinguere il bene e il male. No, credo sia peggio. Hanno un'idea distorta di bene e male. Una scala di valori completamente rovesciata. Dove il più forte ha sempre ragione, dove la colpa non è mai propria e dove le persone sono oggetti, da usare/abusare e gettare via.
L'altro giorno vedevo una puntata de Il testimone, bel programma di Pif su MTV, girato in Sardegna. A un certo punto compare una scena di gente al Billionaire. Ora, se non lo sapete vi dico che nel locale c'è il privè di Briatore circondato da un muro di vetro. E la scena che mi ha sconvolto è stata vedere tante persone (adulti e non) affacciati a questi vetri, stile acquario, per vedere la bellagente dietro il muro. Con ammirazione. E questo è il modello che si propone ai ragazzi. Questo è quello che gli insegniamo. Ad essere furbi, scavalcare gli altri.
Poi si esagera. Poi si arriva alle donne oggetto. E alle donne, alle bambina, che si pensano come oggetti. Che agiscono come se quello fosse il modo per essere parte di una società. Perché vedi Rihanna che figa? E così poi quando la linea la si supera, quella linea che da sottile è diventata invisibile, si arriva poi allo stupro di gruppo, in un bagno. Con gente che guarda, gente che continua a fare quello che stava facendo. E i ragazzi che tornano poi alla vita di tutti i giorni, come se niente fosse. Come un altro giorno vuoto.
E stamattina ho letto tra gli altri l'articolo su Repubblica di Concita De Gregorio. Sono d'accordo su molte cose che dice. E soprattutto sull'approccio che usa. Spostare l'attenzione da loro, i mostri e la vittima, a noi. Noi che da genitori, nonni, fratelli maggiori abbiamo educato questi ragazzi. E li abbiamo fatti essere quello che sono. Noi che facciamo troppe volte finta di non vedere e noi che continuiamo a proporre modelli sbagliati. A far credere alle ragazze che la via migliore da seguire sia quella delle Olgettine. Noi che quando vediamo un ottuagenario convivere con una quasi trentenne lo guardiamo quasi con ammirazione.
Noi che non ci fa nessun effetto se la pubblicità per vendere un paio di jeans usa modelle nude. E i jeans neanche si vedono.
E poi ci sconvolgiamo se i nostri bravi ragazzi usano le coetanee come stracci, pensano di averne il diritto. Ci sconvolgiamo se bevono (come se non li vedessimo nel tavolino affianco al nostro il sabato sera), ci sconvolgiamo che non si assumano mai nessuna responsabilità (come se non fossimo noi i primi ad andare a scuola a minacciare i professori se mettono una nota o un voto basso). E pensiamo non sappiano distinguere il bene e il male. No, credo sia peggio. Hanno un'idea distorta di bene e male. Una scala di valori completamente rovesciata. Dove il più forte ha sempre ragione, dove la colpa non è mai propria e dove le persone sono oggetti, da usare/abusare e gettare via.
L'altro giorno vedevo una puntata de Il testimone, bel programma di Pif su MTV, girato in Sardegna. A un certo punto compare una scena di gente al Billionaire. Ora, se non lo sapete vi dico che nel locale c'è il privè di Briatore circondato da un muro di vetro. E la scena che mi ha sconvolto è stata vedere tante persone (adulti e non) affacciati a questi vetri, stile acquario, per vedere la bellagente dietro il muro. Con ammirazione. E questo è il modello che si propone ai ragazzi. Questo è quello che gli insegniamo. Ad essere furbi, scavalcare gli altri.
Poi si esagera. Poi si arriva alle donne oggetto. E alle donne, alle bambina, che si pensano come oggetti. Che agiscono come se quello fosse il modo per essere parte di una società. Perché vedi Rihanna che figa? E così poi quando la linea la si supera, quella linea che da sottile è diventata invisibile, si arriva poi allo stupro di gruppo, in un bagno. Con gente che guarda, gente che continua a fare quello che stava facendo. E i ragazzi che tornano poi alla vita di tutti i giorni, come se niente fosse. Come un altro giorno vuoto.
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