#UnMesetraLeRighe - Marzo: creazione e distruzione. Alla riscoperta di sé

 “But you insist on keeping to the beaten path. Are you afraid of changing things?”


“To love is to be vulnerable. To love is to fear. And the one who is not afraid - that person is calm like a boa constrictor and cannot love. “

(VITA NOSTRA)



Libri letti

13

M/F

4/9

Pagine

4.638

Voto medio

3,65

Euro

57,85



Il filo conduttore

Questo mese ho notato la tendenza dei libri letti a parlarmi di costruzione del sé, anche attraverso la distruzione di ciò che pensiamo di essere e anche se ciò comporta conseguenze estreme. 

La riscoperta delle proprie origini, la ricerca del nostro posto nel mondo e l’essenza di ciò che siamo, sono tutti processi che comportano estrema fatica, ricerca e spesso passano attraverso molto dolore. Di queste cose hanno parlato i libri letti questo mese. Mi hanno fatto pensare, ragionare, piangere e ridere. Mi hanno messa di fronte alla me di qualche tempo fa, che si affannava alla costante ricerca di qualcosa che poi il tempo ha portato. Il tempo e il lavoro, la ricerca e i pianti, il non capire nulla e le epifanie momentanee. 

Insomma, è stato un mese parecchio interessante, bello che sia anche il mio mese preferito dell’anno. Il mese del mio compleanno. 


 

Narrativa

Parto velocemente con le poche delusioni del mese. Lux di Eleonora Marangoni è stato il libro che mi è piaciuto meno, finito solo perché lo stavo ascoltando in audiolibro, altrimenti l’avrei abbandonato. Un romanzo senza né capo né coda, senza una trama precisa e uno svolgimento con un minimo di senso e approfondimento. Ho trovato tutto parecchio noioso. 

C’è chi invece non delude mai come Agatha Christie che in audiolibro rende (se possibile) ancora di più. Il pericolo senza nome mi ha permesso di tornare a ragionare insieme a Poirot e la soluzione mi era quasi arrivata alla mente. Ovviamente lui ci è arrivato prima e meglio. Le atmosfere sono sempre interessanti e un piacevole tuffo in un’epoca in cui avrei voluto vivere. 

Dopo aver amato La mia prediletta non potevo non ascoltare altro di Hausmann. La mamma si è addormentata è un thriller che si svolge su più piani d’azione e linee temporali, dove si seguono diversi punti di vista. Ingarbugliato e molto interessante, tiene attaccati fino all’ultimo e regala cambi di punti di vista e colpi di scena quasi ad ogni capitolo. Hausmann si conferma un’ottima scrittrice. 

Ma veniamo ai veri temi del mese, con Radici bionde di Evaristo pensavo di immergermi in un nuovo punto di vista su schiavismo, colonialismo e femminismo. Invece il libro che parte dalla geniale intuizione di un mondo in cui gli schiavi sono i bianchi, si appiattisce un po’ semplicemente raccontando la storia in maniera speculare. Alcuni colpi di scena finale sembrano un po’ troppo facili per la bella penna di Evaristo. 

Però il tema del ricordo delle proprie origini, la lingua, le tradizioni e la cucina e di come questi patrimoni immateriali possano disperdersi facilmente è interessante. 


Uno dei libri che ho più apprezzato questo mese è senz’altro Parlarne tra amici di Rooney. arrivo mille mila anni dopo lo scoppio del caso editoriale perché sentivo che non avrebbe fatto per me. Che cantonata! 

Descrive perfettamente la condizione di noi millennial alla perenne ricerca del nostro posto nel mondo, il nostro sentirci spesso inadeguati e l’incapacità di comunicare a voce i nostri pensieri. Il nostro riversarci su mezzi di comunicazione tecnologici, mail, messaggi e social e poi aver paura di comunicare nelle nostre relazioni quotidiane, specie se amorose. Gli amori fluidi, la scoperta di sé staccati dalla propria famiglia ma la consapevolezza che quel cordone fatica a staccarsi. Che bella scoperta! 

Ma eccoci arrivati al romanzo migliore, tra quelli di narrativa, letto a marzo. Qui devo ringraziare un bel po’ di persone suIl’Istragram per averlo consigliato. 

Vita nostra è un fantasy ucraino (low fantasy con tematiche dark achademia) estremamente interessante. Non fatevi spaventare da un inizio un po’ lento, quando poi ingrana la marcia parte spedito e tutto va al posto giusto. 

Sasha si trova ad un bivio che molti conoscono: deve iniziare l’università. Nel mentre la madre a cui è molto legata inizia un nuovo rapporto amoroso che ben presto diventa serio. In mezzo a tutto questo si ritrova incastrata con uno strano personaggio che le chiede di fare cose assurde e poi la obbliga a frequentare un’università sconosciuta. Queste le premesse. Attraverso lo studio di manuali incomprensibili e attività one-to-one con professori freddi come ghiaccio, Sasha imparerà molto su se stessa e sul processo che richiede il maturare. 

Sarà necessaria la distruzione di sé, la dispersione di ciò che crede di essere, per crescere, maturare, diventare ciò che vuole. Ma lasciare andare tutto può fare molta paura. 

Libro che non fatico a definire MERAVIGLIOSO, mi ha aperto un sacco di porte dei ricordi, nel mio processo di creazione della persona che sono oggi. Di quello che ho sofferto, di quello che ho lasciato per strada e di tutte le persone che in questo percorso hanno camminato con me. Distruggersi e ricrearsi, diventare qualcosa di diverso da quello che siamo dalla nascita può spaventare molto. Ma è il normale processo di costruzione di sé. In alcuni casi è più semplice, in altri più complesso. Tutt* ci dobbiamo passare e questo libro lo racconta perfettamente. 


Saggi

Rimanendo in tema di costruzione di sé, continua il mio studio delle tematiche femministe, per avere un approccio molto più consapevole nella vita di ogni giorno. E così ho approcciato il Manifesto Anarca Femminista di Bottici che pur risultanto a tratti semplicistico e a tratti troppo fumoso, mi è parso un’ottima base di partenza per aprire un dibattito. Perché trovo verissimo che non ci possa essere femminismo laddove ci sono delle preclusioni, delle chiusure, verso chicchessia per qualsivoglia motivo. L’apertura deve essere massima, il femminismo non può che essere totalmente inclusivo e essere volto all’abbattimento delle forme di controllo e potere. 

Siamo ancora in tempo un saggio economico reso comprensibile ad un vasto pubblico che spiega, dati alla mano, perché il PIL non serve a nulla nel conteggio del benessere di una nazione e di come, invece, sia deleterio. Di come bisognerebbe concentrarsi su altri indicatori e - soprattutto - tenere in conto le conseguenze ecologiche del sistema capitalistico. Per ora siamo ancora in tempo ma il paradigma deve cambiare! 

Il saggio è ben scritto anche se a volte ci si può sentire sopraffatt* dai dati. 

Entrando ancora di più a gamba tesa sulla costruzione di sé ho letto un ottimo libro edito da Keller Edizioni (casa editrice che sempre più trovo interessante). Origini di Saša Stanišić indaga il suo rapporto con la propria terra d’appartenenza (la Jugoslavia?, la Bosnia?) e la propria famiglia. Attraverso frammenti di vita, ricordi e ricostruzioni indaga il nostro essere in funzione delle nostre radici. Anche laddove i ricordi sono fallaci (perché la malattia li fa disperdere o perché la memoria fa scherzi mischiandosi col vissuto e con l’idealizzazione) formano parte di ciò che siamo e ci aiutano a costruirci, anche se vogliamo nascondere la nostra essenza agli altri. Un libro di autofiction ben fatto, riuscito, interessante e mai noioso e banale.   



Origini avrebbe meritato la palma di saggio migliore del mese se non fosse arrivato sulla mia strada Il mostruoso femminile di Doyle. La costruzione del mostruoso nella società patriarcale passa spesso attraverso la donna e le sue mille forme e momenti. Il mostruoso nei film, nelle leggende, nei libri e nella realtà, indagata da una prospettiva femminista. Questo saggio ci mette di fronte a realtà che sono sempre state lì ma non abbiamo mai avuto voglia, tempo o modo di analizzarle davvero. Guardare nello specchio fa paura, fa arrabbiare e ci mette in una posizione scomoda: ora nulla potrà più essere come prima. 







Classici

Madame Bovary l’ho riletto (ascoltato) per il GDL #MattoniFrancesi di Ilenia Zodiaco e sono curiosissima di ascoltare, a fine aprile, la diretta e l’approfondimento di Ilenia in merito. Per me è stata una conferma della prima lettura: noia per lo più. 

La critica sociale della vita nei villaggi di campagna, la povertà e limitatezza di queste persone è evidente, come evidente è la sagacia con cui Flaubert ne scrive. La cosa migliore, però, è lo stile estremamente aulico quasi poetico. Tutti i personaggi sono miseri, chi per un verso chi per l’altro, intrappolati in vite che non li soddisfano. Ma pare non esserci via d’uscita, di fatto per nessuno. 

Il vampiro nel racconto di Polidori è solo accennato, vagamente descritto nel sottotesto, eppure incute un grande timore. La capacità di un buon scrittore si vede soprattutto quando riesce a raggiungere lo scopo prefisso in poche pagine.  


Quando tra i classici c’è zia Jane non può che essere la preferita del mese. Mansfield Park ci mette davanti due prototipi di donna ottocentesca quasi agli antipodi: Miss Crawford è esuberante, convinta delle sue idee al costo di far male a chi le sta intorno per difenderle (quanto mi ci sono trovata a volte), sarcastica e spesso indisponente. Fanny Price invece è remissiva, introspettiva, attenta a non dar troppo nell’occhio e quasi a passare per lo più inosservata (quanto mi ci sono trovata a volte). 

Le due si avvicendano nel romanzo tirandone i fili e mostrandoci le pecche della società inglese dell’800. Una sarà la vincitrice, l’altra alla fine vivrà la vita secondo le regole perché non riuscirà a essere se stessa fino in fondo. Quanto di noi c’è nella spinta sociale, quanto riusciamo a imporre il nostro essere e la nostra volontà davanti a scelte che paiono scontate agli occhi degli altri. Quanto riusciamo a sopportare il biasimo della società che ci sta attorno e delle persone cui vogliamo bene, per restare fedeli a noi stessi? Queste le domande che mi sovvenivano durante la lettura di questo romanzo, forse un po’ bistrattato di Austen. 


Il libro preferito del mese

Anche se Il mostruoso femminile mi ha fatto pensare moltissimo e l’ho amato, il libro che ho preferito questo mese è VITA NOSTRA. Il concetto di decostruzione per ricostruirsi e di creazione del proprio essere attraverso la fatica, l’analisi, il dolore e il rapporto con gli altri (e con sé stessi) mi ha folgorata e travolta. Ho attraversato una serie infinita di emozioni leggendolo (soprattutto dalla metà in poi) e ha segnato un solco profondo dentro di me. 

Grazie a Tiffany e Ilenia per averlo consigliato e avermi spinta a leggerlo.  


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