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Visualizzazione dei post da maggio, 2016

Chepstow, storie dal confine

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Mi piacciono i posti di confine, mi danno quell’idea di indefinito , di mischiato che amo. Forse perché sento di essere così, indefinita, un insieme di cose che non sempre sembrano combaciare ma che alla fine combinate stanno bene. Nei luoghi di confine si respira un po’ quest’aria. Per esempio a Trieste, si sente che non appartiene a nessun posto in particolare, la sua bellezza deriva da questo essere insieme una cosa e l’altra. Durante il nostro pellegrinare in Galles (che ormai avrete capito è stato un viaggio che ci ha regalato molte emozioni) siamo stati in un luogo così, ed è stato un luogo che ci ha stupiti ed emozionati. La tappa era segnata per vedere e scoprire la Tintern Abbey ma in realtà è stata l’unica cosa che non abbiamo visto. Da Newport abbiamo preso il pullman e in circa mezz’ora siamo arrivati a Chepstow , alla piccola fermata dei pullman di questa cittadina, ultimo baluardo gallese. Il pub che ci ha ospitati per la notte è il Coach andHorses Inn, un be

Manobrier, atmosfera da Barnaby e ricerca della serenità

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Metti due giorni a Tenby , giornate che non permettevano di stare al sole a godere delle sue belle spiagge e la voglia di esplorare i dintorni.  Intorno a Tenby c’è molto da vedere, su tutti il castello di Pembroke o quello di Carew . Questo per quanto riguarda il mainstream gallese, come sapete però a noi piacciono i posti un po’ dimenticati, strani in un certo senso. E piccoli.  Così abbiamo preso un pullman da Tenby verso Manobrier, un villaggio di 650 abitanti con castello annesso.  Dal pullman siamo scesi a una fermata sbagliata che però ci ha permesso – facendo quattro passi – di assaporare pienamente l’ atmosfera del villaggio : unica.  Avevo in tasca qualche cartolina da spedire e quindi non mi sono fatta scappare la possibilità di entrare in un negozio che era posta, supermercato, tabacchi, panetteria e quant’altro . Abbiamo visto il campetto da calcio e camminato per stradine circondate da case di pietra e persone gentili che ci salutavano e ci chied

St. Pauli siamo noi

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Un quartiere può avere un’anima sua? Come un essere umano, avere un suo proprio carattere che attraversa i secoli della Storia ma resta uguale? Beh se avete qualche dubbio in proposito, cambierete idee leggendo questo libro. Dalla sua nascita fino ad oggi St Pauli è rimasto fedele a se stesso, ai margini, anarchico, rivoluzionario, contro corrente. Punk. Il quartiere è un quartiere operaio, da sempre ai margini della città. Margini fisici e margini ideologici. È stato il centro delle perversioni dei borghesi, chiuso com’era da porte e ponti levatoi. È stato fulcro e fucina del movimento operaio prima ed antagonista poi. È stato anello importante nella resistenza al nazifascismo. Ha visto la nascita dei Beatles, scontri, movimenti nascere e morire oppure resistere agli anni e al crollo delle ideologie. Soprattutto è stato, negli ultimi 30 anni, il fulcro del movimento punk tedesco ed europeo. Ed è ancora un laboratorio, un’isola felice anche se la gentrificazione (male di que