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Visualizzazione dei post da giugno, 2015

Onora il babbuino

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Cardo , il protagonista del libro, è tutto quello che non vorremmo essere. È politicamente scorrettissimo, è approssimativo ma soprattutto è un rapinatore di banca. Figlio di un carabiniere emigrato a Torino dalla Calabria. Con una tigre come animale domestico. Cardo ha un suo codice di condotta. Cardo sta organizzando una rapina, in macchina con lui c’è qualcuno che a un certo punto dovrà fare qualcosa, e intanto si sorbisce le regole di vita di Cardo. E anche noi. E non smettiamo mai di ridere (e a volte di dargli anche ragione).  Passiamo dall’amaro Montenegro all’amore per gli animali, dalla legge della giungla al racconto di Papio il Babbuino (che poi da il titolo al libro e sì, onore al babbuino! ). Cardo ci fa ridere, ridere perché poi alla fine il politicamente scorretto è divertente, sorridere perché poi alcune cose le dirà anche male ma ti viene proprio da dargli ragione. Ridere perché è talmente sopra le righe che, nonostante tutto, ci vorresti proprio andare a ce

Le voci di Marrakech

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L’ho già detto altre volte, credo che i libri entrino nella vita di qualcuno in un preciso momento per una qualche ragione. A volte magari arrivano in quello sbagliato, ma il loro ricordo – un tarlo dentro di noi – rimane lì per battere forte e chiaro quando invece sarà il giusto momento. Sto aspettando che batta per Madame Bovary e Guerra e Pace. Le voci di Marrakech invece è arrivato proprio al momento giusto, regalo di Natale di mio cugino l’ho preso in mano in questi giorni (avevo una lunga lista di libri comprati/regalati da smaltire). È arrivato al momento giusto perché, come scrive l’autore nelle prime pagine, anche io a breve farò un viaggio in una terra di cui non capirò una parola e della quale quindi potrò assorbire al meglio l’essenza, i colori, i suoni, le vibrazioni (proprio come fa Canetti). Poi è bello quando si legge un libro, assorti nelle pagine e ci sembra che l’autore descriva nostre sensazioni, nostre emozioni. Come quando lui si perde nel quartiere ebreo

I giorni dell'eternità

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Una grande storia, la nostra storia. Privato e pubblico, piccolo e grande, si intrecciano in questo splendido terzo capitolo della trilogia del secolo di Ken Follett. Alla fine si piange, vi avverto. E nel mentre si ride , ci si arrabbia , ci si resta male e si gioisce con i vari personaggi. Del tutto tranne che persone comuni, eppure siamo noi stessi che ripercorriamo anni che sono patrimonio comune. Anche se non vissuti di persona. Ci si emoziona durante il discorso di Martin Luther King "I have a dream", si piange per la morte di Kennedy, si gioisce per la caduta del muro. Per i fatti e per le storie private dei personaggi. Una grande famiglia (anche se non tutti sanno dell'esistenza degli altri) sparsa tra URSS, Germania, UK e USA. E quando si chiude il libro si è sicuramente più cresciuti, perché per qualche attimo abbiamo davvero vestito i panni degli altri, e visto le cose dal loro punto di vista. I giorni dell'eternità - K. Follett Ed. Mondadori