Berlino. 25 anni dopo

Le emozioni che sto provando da quando so per certo che sarò a Berlino per l’anniversario della caduta del muro sono tantissime. La principale è l’eccitazione, quella forte che di solito ti assale quando sai che a breve incontrerai l’uomo della tua vita. Palpitazione. Gioia.

Di Berlino mi sono innamorata leggendo di lei in libri e guide, immaginandola. Quando poi mi ha accolta in una splendida mattina di sole lungo il Tiergarten mi aveva già conquistata.

E giorno dopo giorno ho capito che era tutte le cose che volevo da una città. Era grande, estesa. Era rilassata, senza fretta. Era verde, piena di parchi. Era confortevole, easy. Era piena di cose e di persone.

E ora torno la, in quella città meravigliosa, in un giorno speciale.


9 novembre 1989. Avevo otto anni, ricordo vagamente i miei genitori eccitati davanti alla tv e quelle immagini di gente in lacrime, felice al punto di piangere – un concetto che allora mi era estraneo.

Ricordo delle tovagliette all’americana con la foto della prima pagina del Corriere della Sera e de La Repubblica, con i giovani a cavalcioni sul muro e le parole “Democrazia” e Libertà che mi rimanevano impresse ogni mattina, mentre facevo colazione.

Mi ricordo i racconti della nostra professoressa di tedesco/conversazione, di Berlino. Ci raccontava della sua famiglia divisa da un giorno all’altro, le difficoltà di vivere in una città divisa (in un Paese diviso) e la gioia di potersi riabbracciare.

Non riuscivo ad immaginare cosa potesse davvero voler dire una città divisa. Credo nessuno lo possa davvero fare a meno di passare da Berlino. Perché mentre cammini in quelle strade lo percepisci come reale. I racconti, i ricordi di altri, le immagini viste in tv e immaginate attraverso i libri e i racconti diventano reali. Quando ti trovi davanti quella lingua di cemento, così reale.

Berlino la amo anche per questo, perché ti mette davanti alla storia, ti costringe ad affrontarla.


E questo viaggio, questo ritorno, sarà tutto improntato alla storia. I turisti li abbiamo fatti, ora vivremo davvero la città, passo dopo passo. Gli eventi previsti sono fantastici e degni dell’anniversario. Verrà ricostruita una parte di muro con dei palloncini di luce che saranno poi liberati nella notte del 9 novembre, ci sarà un mega concerto / DJ set con nomi del calibro di Peter Gabriel. Insomma, una celebrazione. 

Celebrazione alla libertà, alla democrazia ritrovata, all’unificazione (che va detto avvenne ufficialmente solo l’anno dopo – il 3 ottobre del 1990) di una città e di un’intera nazione.

Berlino in tutto questo si è evoluta ed è cambiata rimanendo però fedele a se stessa, una città in fermento ed evoluzione. Patria degli squatters, di progetti culturali unici nel loro genere. Meta di giovani creativi, città dalle tante facce e sempre mutevole.  La speranza che si respirava il giorno della caduta del muro e il giorno del primo anniversario, quel clima di fermento, è rimasto immutato. A Berlino di può.


E tra poco sarò di nuovo lì, a respirare quell’aria ricca di speranza che purtroppo dalle mie parti si respira sempre meno. Berlino, tra poco saremo di nuovo insieme.

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 Las emociones que siento desde que fui cierta de salir para Berlin son muchas. Antes de todas hay la exitación, la que te sale cuando sabe que te vas a encontrar el hombre de tu vida. Palpitaciones y felicidad.

Me enamoré de Berlin leyendo libros y guías, en mi mente. Y cuando fui por el Tiergarten en un día del sol ya me había conquistada. Y dia tras otro me di cuenta  de que aquella era mi ciudad ideal. Larga, tranquilla, verde, easy. Llena de cosas y de personas.

Y ahora soy de vuelta, en aquella ciudad maravillosa, en un dia especial para ella.

9 noviembre 1989, tenía 8 años. Me acuerdo de mis padres en el sofa mirando la tele. Imagenes de gente en lagrimas, feliz (algo que todavía no podía entender).

Me acuerdo de manteles indivuduales con imprimidas imágenes de primera pagínas de Corriere y Repubblica, jovenes  a horcajadas de la pared y las palabras “Democracía” y Libertad que me se quedaron imprimidas en mi cabeza, cada día al desayunar.

Me acuerdo los cuentos de mi profesora de alemán/conversación, de Berlin. Nos contaba de su familia dividida – de un dia a otro. Las dificultades de vivir en una ciudad (en un País) dividida. Y la joya en el volever a ser unidos.

No pudiera imaginar lo que de verdad signifíca vivir en una ciudad dividida. Creo que ninguno, sin pasar por aquí, puede hacerlo. Porque mientras que anda por aquella calles lo siente, te das cuenta que es real. Todo se transforma de sentido – imaginado – en real.

Amo Berlin tambén por eso. Porqué de pone la historia en frente.

Y este viaje, este regreso, será con la historia en el centro. Hay eventos maravillosos en previsión, como lo de Peter Gabriel y del muro reconstruido de globos de luz. Celebraciones, para la libertad, la democracía, la unificación (la oficial es del año después, 3/10/1990) de una ciudad y de una Nación entera.

Berlino en todos estos años ha evolucionado, siempre siendo fiel a si misma. Una ciudad en fermento. Hubieran los squatters, ahora ha muchos proyectós cultural (que son la evolución de las ocupación de los squatters). Hay muchos jovenés creativos aquí y la ciudad tiene muchas caras, siempre nuevas. Se puede sentir la esperanza. En Berlin Se PUEDE.

Y entre poco estaré allí, otra vez, para respirar un poco de esta esperanza (de qué aquí en Italia sentimos necesidad)...

Berlino, ahora llego.

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