La scomparsa della diversità
Mi viene da commentare la notizia della creazione di questo asilo in Svezia dove i bambini non verranno identificati "per sesso" ma verranno tutti chiamati con il termine NEUTRO (in uso tra le femministe) per far sì, questa è la giustificazione, che non nascano discriminazioni.
A parte il fatto che voglio capire che genere di discriminazioni di origine sessuale possano nascere tra bambini di 3-6 anni, non trovo neanche giusto il principio alla base di questa scelta.
Ho sempre creduto che donne e uomini abbiano le stesse possibilità TEORICHE di svolgere le medesime attività, io posso tirar su un muro così come il mio compagno potrebbe fare una lavatrice, curare i bambini, etc... Sono però convinta che tra donne e uomini esista una differenza REALE, derivata sia da anni di pressioni e condizionamenti sociali, sia dalla genetica stesa che ci fa OGGETTIVAMENTE fisicamente diversi.
Credo che il riconoscere queste differenze ed accettarle come parte integrante di ogni essere umano, senza giudicarle ma semplicemente dandole per assodate così come il colore dei capelli o degli occhi sia il primo passo verso la fine reale del razzismo sessuale e della discriminazione tra sessi.
Certo è una strada lunga e difficile perché passa attraverso centinaia di anni di condizionamenti sociali, idee distorte delle donne nel mondo del lavoro, politiche sociali a sostegno della famiglia insistenti a livello politico e sempre e comunque (almeno nel 90% dei casi) a carico delle donne in famiglia.
Ma davvero queste discriminazioni possono finire crescendo i figli al di fuori del loro sesso, senza fargli sapere se sono uomini o donne e senza spiegare loro il loro sesso e quello opposto? Come nel caso di Storm, bambino al quale i genitori hanno deciso di non dire il sesso fino a quando sarà possibile. Non credo sia questa la soluzione.
La soluzione è crescerli consapevoli del loro essere in un ambiente sano, dove donne (mamma e sorelle) e uomini (papà e fratelli) siano sullo stesso piano, svolgano i medesimi compiti (lavoro, scuola, casa) e si sostengano a vicenda. E li si cresca, questi bambini, senza doverli per forza vestire di azzurro se sono maschi e farli giocare con le bambole se sono femmine, ma assecondando le loro inclinazioni, passioni, gusti, preferenze. Crescerli, insomma, come esseri umani. Ma con un sesso perché anche questo fa la persona, è una parte integrante di ogni persona, così come i capelli, gli occhi, i piedi.
A parte il fatto che voglio capire che genere di discriminazioni di origine sessuale possano nascere tra bambini di 3-6 anni, non trovo neanche giusto il principio alla base di questa scelta.
Ho sempre creduto che donne e uomini abbiano le stesse possibilità TEORICHE di svolgere le medesime attività, io posso tirar su un muro così come il mio compagno potrebbe fare una lavatrice, curare i bambini, etc... Sono però convinta che tra donne e uomini esista una differenza REALE, derivata sia da anni di pressioni e condizionamenti sociali, sia dalla genetica stesa che ci fa OGGETTIVAMENTE fisicamente diversi.
Credo che il riconoscere queste differenze ed accettarle come parte integrante di ogni essere umano, senza giudicarle ma semplicemente dandole per assodate così come il colore dei capelli o degli occhi sia il primo passo verso la fine reale del razzismo sessuale e della discriminazione tra sessi.
Certo è una strada lunga e difficile perché passa attraverso centinaia di anni di condizionamenti sociali, idee distorte delle donne nel mondo del lavoro, politiche sociali a sostegno della famiglia insistenti a livello politico e sempre e comunque (almeno nel 90% dei casi) a carico delle donne in famiglia.
Ma davvero queste discriminazioni possono finire crescendo i figli al di fuori del loro sesso, senza fargli sapere se sono uomini o donne e senza spiegare loro il loro sesso e quello opposto? Come nel caso di Storm, bambino al quale i genitori hanno deciso di non dire il sesso fino a quando sarà possibile. Non credo sia questa la soluzione.
La soluzione è crescerli consapevoli del loro essere in un ambiente sano, dove donne (mamma e sorelle) e uomini (papà e fratelli) siano sullo stesso piano, svolgano i medesimi compiti (lavoro, scuola, casa) e si sostengano a vicenda. E li si cresca, questi bambini, senza doverli per forza vestire di azzurro se sono maschi e farli giocare con le bambole se sono femmine, ma assecondando le loro inclinazioni, passioni, gusti, preferenze. Crescerli, insomma, come esseri umani. Ma con un sesso perché anche questo fa la persona, è una parte integrante di ogni persona, così come i capelli, gli occhi, i piedi.
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