Nella mia città...

Amo la mia città, moltissimo, pur notandone tutti i difetti e lottando perché vengano eliminati o migliorati… Allo stesso modo odio tutte quelle persone che ci campano con la mia città e che le sputano in faccia ogni volta che possono, molte volte senza neanche sapere di cosa stanno parlando.
Amo la mia città soprattutto in questo periodo di sfilate (o comunque quando ospita grandi eventi) perché si trasforma senza cambiare e la senti pulsare, un po’ come se tornasse ai fasti di un tempo.

Durante le sfilate è tutto un brulichio di persone, di facce, di colori, di “personaggi” che creano un melting pot interessante e dal quale trarre ispirazione. Non tanto per il vestire, non tanto per ciò che fanno tutte queste persone, quanto più per lo spirito che incarnano. Milano torna a vivere, torna a pulsare, torna a farsi sentire.

Molti miei concittadini mal sopportano tutto questo, traffico in tilt, metro ancora più piene, disagi vari e parcheggio quasi impossibile in molte zone… Però tutto questo trambusto che arriva e se ne va tanto velocemente come era arrivato, serve a questa città per ricordarsi di essere viva, di essere la “Milano da bere” e non rimanere assopita in un torpore che non le addice neanche troppo.

Questo torpore l’ho notato da quando sono tornata da Madrid, probabilmente è più il contrasto con la capitale della movida che me lo fa notare, però lo si respira. Fortunatamente ci sono tanti angoli della città che non dormono, ma fanno fatica a venir fuori. Ci sono, ovviamente, i giovani che però vengono cacciati da qualsiasi zona eleggano a loro favorita del momento perché fanno casino, ci sono gli amanti della buona musica che vengono puntualmente castrati dai troppi decibel o da locali storici che chiudono. C’è, di fondo, un’amministrazione (non parlo di questa nello specifico, è una cosa trasversale) cieca e lontana dalla gente, dagli umori che si occupa solo delle zone che non vengono, se non in alcune precise circostanze e fasce orarie, vissute davvero dai milanesi “normali” e lasciano tutto il resto solo a sé stesso. E così, faticosamente si cerca di non far morire la città di un sonno troppo lungo, si tira su la testa, si esce e si fa casino, si va alle mostre (anche se sono sempre più care), si va al parco (anche se piove, prima che lo chiudano e lo convertano in parcheggio)…

Detto tutto questo io adoro la mia città. Adoro il suo “baso profilo”, il non mostrarsi troppo e non mostrarsi a tutti. Milano la devi scoprire, con calma e con pazienza, se non ne hai voglia, pazienza, la città vive anche senza di te e tu senza di lei, ma non è una preda facile, devi girare sempre con gli occhi aperti, con la testa verso il cielo (che è vero, si vede poco, ma ragazzi quando ha quel colore….) sempre vigile, perché dietro quell’angolo si potrebbe nascondere un gran tesoro.

Verde ce n’è poco, è vero, rispetto a molte altre città europee non ha molto verde, ma gli angoli di pace ci sono, basta riscoprirli, o scoprirli per la prima volta, e viverli sempre con il giusto rispetto.

Monumenti ce ne sono, anche se non moltissimi (se la si paragona a Roma, Venezia, Firenze, etc…), ma il bello di Milano sta proprio in questo, la sua bellezza è bellezza vissuta, non fatta di grandi monumenti ma di case comunissime, di vie dal sapore particolare e della possibilità di trovare qualsiasi cosa si desideri.  

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