#UnMesetraleRighe - marzo tra lotta di classe e dark academia
Ancora una volta, come nella storia di sindacati e lavoratori, a Manchester la parola chiave si è rivelata “unità”, come quella meravigliosa espressione che ancora oggi si può leggere sui muri delle strade e nei musei cittadini "Strength in Unity”, una forza indissolubile data dall’unità [...]
(A Manchester con gli Smiths - G. Borghese)
TOP del mese
Melancolia di classe - manifesto per la working class (C. Cruz): Lo straniante sentimento di essere sradicati, di vivere a cavallo tra due classi sociali e in un mondo in cui viene raccontato che quelle classi non esistono. Questo è un saggio che ci pone di fronte a molte domande, ci impone di ribaltare alcune idee che sono insite in noi da tempo e a domandarci se sappiamo davvero chi siamo e da dove veniamo. E un saggio deve portare a porsi domande, e non dare solo risposte.
A Manchester con gli Smiths (G. Borghese): Psicogeografia è la parola che meglio si sposa con questo testo, un viaggio (composto da più viaggi) a Manchester con la scusa di seguire le orme degli Smith. Si parla tanto di musica, di rapporto tra musica e formazione personale e moltissimo di una città fiera, ribelle per definizione, sempre contro-corrente e sempre anticipatoria della Storia. Se volete farvi incuriosire (e mettervi una gran voglia di partire) dovete leggerlo!
Bournville (J. Coe): Per me i romanzi di Coe sono come una coperta calda in una fredda serata in baita, consolante e coccolosa. Qui si ripercorre la storia degli ultimi 70 anni attraverso la storia della famiglia di Mary. Si svolge prendendo le fila da un evento importante (il discorso della Vittoria, il matrimonio tra Carlo e Diana, la vittoria dell’Inghilterra ai Mondiali, ecc) e attraverso le piccole storie quotidiane ci racconta di come cambia il Paese intorno a loro.
Am I normal? The 200-Year search for normal people (S. Chaney): Il concetto di normalità è cosa recente, circa 200 anni. Ma perché a un certo punto è stato così importante, perché ora pare che ci dobbiamo sempre definire partendo da un concetto di normalità in ogni ambito della vita (corpo, sesso, pensieri, bambini, ecc). Per ognuno di questi ambiti Chaney ci racconta la nascita del concetto di normalità e la sua misurazione per arrivare alla conclusione che è tutto relativo, politico, finto. E quindi ha veramente senso?
Dio di illusioni (D. Tartt): Che meraviglia questo libro! Una scrittura che cattura, il racconto psicologico della caduta nel baratro, il male che corrode le menti e i corpi, il gruppo che prevale sul singolo e le bugie che prendono corpo e si sostituiscono alla realtà. Molto più di un thriller (si sa fin da subito chi ha fatto cosa, e ci importa poco se si arriverà a un’incriminazione), Dio di illusioni è un romanzo psicologico ben inserito nell’immaginario dark academia, una spirale verso l’abisso.
#MattoniInglesi - gruppo di lettura di Ilenia Zodiaco
Siamo entrat* nel magico mondo di Charles Dickens con un grande titolo Grandi Speranze. Io ho provato a leggerlo in inglese ma non sono riuscita a farlo interamente, ho alternato la lettura con l’italiano (e l’audiolibro in alcuni tratti) perché mi è risultato molto ostico. E lo è perché Dickens usa il linguaggio in modo eccelso, permettendosi anche ortografie sgrammaticate per rendere i modi diversi di parlare dei vari personaggi, appartenenti a diverse classi sociali.
La storia mi ha affascinata, come sempre Dickens usa molto humor e satira per descrivere le stratificazioni della società inglese, usa personaggi caricaturali per poter generalizzare certi comportamenti, pur tuttavia non mancando mai di realismo e umanità.
La storia di formazione di Pip cattura e commuove, soprattutto nel suo rapporto con il buon Joe e nel suo saper essere a volte molto snob e quasi sempre estremamente ingenuo.
FLOP del mese
L’architettrice (M. Mazzucco): Che occasione sprecata questo libro. Io odio quando si sprecano personagge così importanti per farne niente. In questo caso della storia di Plautilla Bricci, una delle prime archietette delle storia! Una storia interessante, ricca di intrecci con la Storia della Roma del ‘600 che viene sprecata raccontando moltissimo dei personaggi maschili che la circondano e così poco di lei (pur non tralasciando particolari “osé” che lasciano un po’ il tempo che trovano). Che rabbia! Addirittura si da spazio a capitolo interlocutori che sono lì a raccontarci cosa ne fu della casa da lei costruita alla fine dell’800 (ma che ce ne importa??!)
Il libro preferito del mese
Dio di illusioni (D. Tartt)
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